vicesindacabilità
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Pensiero del giorno

(dal Corriere, John Robbiani) “A Lugano in questi giorni si è iniziato a usare una parola strana: «vicesindacabilità». Non figura probabilmente sul dizionario, ma ce ne appropriamo per un momento. Quadri era «vicesindacabile»? È vero, in aprile è stato dopo Foletti il più votato, ma come sarebbe stato possibile rendere compatibile il ruolo di vicesindaco con quello di direttore del Mattino, sempre pronto a sparare sull’Esecutivo?”

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Tutti pensano che il tempo fluisca inesorabile, senza mai fermarsi, ma è un’illusione. Prendiamo l’on. Quadri, che oggi è su tutte le prime pagine.

Egli era invicesindacabile nel 2013, quando Re Giorgio lasciò il Municipio e in lizza c’erano Quadri e Giovanna Masoni. Giò vinse con Bertini, Zanini e Jelmini.

Sono passati otto lunghi anni ma non è passata l’ invicesindacabilità, abbarbicata come una cozza allo scoglio.

Quello che scrive Quadri non va bene. Non è compatibile (con il vicesindacato). Contano più i voti o la quantità di politicamente corretto contenuta in un articolo?

Ora, i voti sono dei numeri e, poiché sono numeri interi e non delle radici quadrate, risultano comprensibili a tutti. Ma la vicesindacabilità di uno scritto non è confrontabile con il primo dato, a meno di non trasformarsi essa stessa in un numero. Ciò si potrebbe fare ricorrendo a un opportuno algoritmo di conversione.

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Detto ciò, è chiarissimo che ieri il PLR ha vinto mentre la Lega ha perso. Le prossime grandi partite saranno il Polo (28 novembre) e il PG (data imprecisata).