Un ministero a 27 anni, il cancellierato a 31, due governi d’Austria. La carriera d Kurz sembrava partire con le migliori premesse, ma si è schiantata sotto i colpi di un’accusa, che il Cancelliere dichiara, spergiurandosi, essere falsa.

Sebastian Kurz, cancelliere popolare austriaco di 35 anni, dopo essere stato perquisito e accusato di finanziamenti illeciti alla tv privata Fellner, affinché questa divulgasse elementi di campagna elettorale a favore del suo partito, ha annunciato ieri sera, 9 ottobre 2021, le dimissioni dopo il veto dei Verdi

Il giovane cancelliere ha scelto di dimettersi prima del voto di sfiducia di martedì, che avrebbe rischiato di far cadere il governo.

Suo successore sarà Alexander Schallenberg, come da lui stesso dichiarato: “Ho proposto al presidente Alexander Van der Bellen il ministero degli Esteri Alexander Schallenberg come mio successore”.

Ha poi giustificato così le proprie dimissioni: “sarebbe irresponsabile lasciare il nostro Paese nel caos e nello stallo, sarebbe anche irresponsabile l’esperimento di una coalizione a quattro che dipenderebbe dalle grazie dei Freiheitlichen di Herbert Kickl. Pongo l’interesse del Paese davanti al mio”, ha proseguito Kurz, annunciando che resterà comunque in parlamento come capogruppo e leader del partito popolare Oevp.

Ha poi concluso: “le accuse sono false e lo dimostrerò”. Kurz ha infatti ribadito di considerarsi innocente, ma ha dichiarato di dimettersi per il bene del Paese. “Il nostro partner di coalizione ha adottato una posizione chiara nei miei confronti”, ha affermato il leader del partito popolare OeVp, riferendosi ai Verdi. Per questo si è creata “una situazione senza uscita”.

Così, in nome della “stabilità e della responsabilità” Kurz ha manifestato la propria volontà di non lasciar cadere il governo fino ad ora da lui trainato, in un momento in cui “la pandemia non è ancora finita, la crisi economica sta facendosi sentire” per cui “sarebbe irresponsabile una deriva di caos nei prossimi mesi”.

Per Kurz si tratta della fine di una carriera fulminante, che lo ha portato ad essere cancelliere dell’Austria ha soli 31 anni, quando 15 ottobre 2017 venne eletto con 1.595.526 voti (31,5%).

La sua, una vita dedicata alla politica, quando poco dopo la maturità, nel 2004, viene eletto presidente della sezione giovanile del Partito Popolare Austriaco. Poi il completamento del servizio militare obbligatorio, l’inizio dell’Università alla facoltà di Legge, rinunciata poi per concentrarsi sulla sua carriera politica.

Nel 2011 arriva la prima nomina: viene nominato sottosegretario agli Interni con delega all’integrazione nel primo governo Faymann. Dà occasione di dimostrare il proprio pragmatismo, attuando alcune misure sociali come l’insegnamento della lingua tedesca agli immigrati e un programma per valutare le difficoltà dei bambini già in età prescolare.

Nel dicembre del 2013, a soli 27 anni, Kurz viene nominato Ministro degli Esteri: è il più giovane ministro nella storia dell’Austria. Criticato, osteggiato, continua per la propria strada, anche a volte controcorrente, dichiarando, per esempio, dopo un incontro con il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano nel luglio 2017 di “pretendere” l’interruzione del “traghettamento di migranti illegali dalle isole italiane, come Lampedusa, verso la terraferma” al fine di ottenere una diminuzione del flusso migratorio.

Divenuto leader del Partito Popolare Austriaco il 14 maggio 2017, Kurz rompe l’alleanza di governo con il Partito Socialdemocratico d’Austria del cancelliere Christian Kern e porta il paese a elezioni anticipate previste per il 15 ottobre, elezioni che vincerà.

Anche grazie alle promesse di uno sgravio fiscale per un importo da 12 a 14 miliardi di euro all’anno, che promette di ottenere diminuendo i “servizi sociali fuorviati” come il reddito minimo ricevuto dagli stranieri, e riducendo i contributi al sistema di sicurezza sociale per le persone con redditi più bassi. All’UE chiede riforme strutturali, attuazione del patto di sicurezza e pene più severe per la violenza contro le donne.

Dopo aver vinto le elezioni, pur senza aver ottenuto la maggioranza, forma il Governo alleandosi con il Partito della Libertà di destra e di estrema destra, ottenendo l’assenso del Presidente Van der Bellen.

Divenuto cancelliere, propone di concedere una doppia cittadinanza italiana/austriaca ai cittadini Sudtirolesi residenti in Italia in Trentino-Alto Adige, e si è dichiarato contrario al sistema di ripartizione delle quote di migranti introdotto nel 2015 dall’Unione europea.

Divenendo inoltre il primo cancelliere federale dell’Austria a non fare la sua visita inaugurale nella vicina Germania, si pone contro l’accoglienza dei cittadini afghani in fuga dai talebani, sostenendo che tra i prpfughi si possano celare estremisti islamici in incognito.

Ancora, dopo gli attentati islamici di Vienna del novembre 2020, dichiara l’Islam politico illegale alla stregua del neonazismo.

Quattro anni di successi e di battaglie, poi la caduta: il suo governo entra in crisi il 18 maggio 2019 quando il vicecancelliere e ministro dello sport Heinz-Christian Strache, membro del Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), il partito di estrema destra facente parte della coalizione di maggioranza, rassegna le dimissioni da entrambi gli incarichi governativi, oltre che da presidente del suo partito, in seguito alla pubblicazione da parte del quotidiano Suddeutsche Zeitung e del settimanale Der Spiegel di un video girato nel 2017 a Ibiza in cui Strache accettava offerte di corruzione dalla sedicente nipote di un oligarca russo (in realtà una giornalista d’inchiesta).

Kurz viene sfiduciato, ma ha la sua rivincita il 29 settembre 2019 quando trionfa con il 37,46% dei voti.

Un nuovo governo, una nuova rielezione, in coalizione coi popolari (ÖVP) e coi verdi (Die Grünen), sino a quando questi ultimi, in seguito alle accuse di “favoreggiamento della corruzione”, pongono il veto, minacciando di far crollare il governo Kurz II, che era partito con le migliori premesse.