Il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte, primo paese a legalizzare nel 2001 il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ha affermato che i tempi sono cambiati dall’ultima volta che un suo predecessore ha affrontato la questione. “Il governo ritiene che la principessa ereditaria possa anche sposare una persona dello stesso sesso”, ha scritto Rutte in una lettera indirizzata al Parlamento.

La 17enne principessa Catharina-Amalia, non ha rilasciato commenti su questa affermazione e non si conosce molto della sua vita personale, anche perché non la riguarda in particolare. Ha il diritto però di sposare una donna, se lo desiderasse, senza rinunciare al suo diritto al trono. “Il governo quindi non ritiene che un erede al trono o il re debba abdicare se desidera sposare un partener dello stesso sesso”, ha affermato Rutte.

I reali olandesi dunque da ora in poi non rischiano il trono a causa di un matrimonio gay. La posizione del governo si applica ad ogni successore al trono, maschio o femmina.

Il primo ministro Rutte, ha dovuto chiarire rispondendo a diverse domande sollevate su possibili problemi con la successione, in seguito alla pubblicazione di un libro scritto da Peter Rehwinkel dal titolo “Amalia, de plicht roept”.

Nel suo libro, Rehwinkel ha citato una dichiarazione del 2001 del Segretario di Stato per la Giustizia Job Cohen, il quale sosteneva che se un erede al trono avesse sposato qualcuno dello stesso sesso, l’essenza dell’ereditarietà sarebbe messa a rischio, perché è certo fin dall’inizio che nessun figlio possa nascere da un tale matrimonio.

La reazione degli olandesi a questa “regola” sostenuta vent’anni fa, è stata quella di ritenerla obsoleta. Qualora si dovesse verificare con un erede al trono, spetterà al futuro governo e Parlamento considerare a tempo debito lo “status” di discendenza dei bambini nati durante un matrimonio omosessuale.

Se un membro della Casa Reale olandese desidera sposarsi, il governo deve chiedere il permesso agli Stati Generali mediante un disegno di legge che viene discusso in un’Assemblea unita del Senato e della Camera dei Rappresentanti. Nel caso in cui quest’atto di consenso non dovesse essere presentato, il diritto alla successione della coppia e degli eventuali figli nati, decade alla conclusione del matrimonio.

La principessa Irene, la principessa Christina, deceduta nel 2019, il principe Frisio, deceduto anch’esso nel 2013, il principe Pieter-Christiaan e il principe Floris, non avevano mai  presentato una legge per ottenere il consenso per il loro matrimonio.