Esile, diafana, dai capelli d’oro e dagli occhi grigio-azzurri, la personalità di Elaide è tutt’altro che attenuata dal suo aspetto etereo. Sacerdotessa di Satricum, nel Latium Vetus, fugge dalla distruzione del suo villaggio sino alle Nebbie del Reno, constatando che dovunque, nell’VIII secolo avanti Cristo, sugli altari sgorga sangue, perché il popolo, oppresso, cerca, ossessivamente, di esorcizzare attraverso la violenza del sacrificio umano le insostenibili condizioni di vita, affidandosi ciecamente alla casta sacerdotale e al potere militare. Nell’impeto naturale delle cascate di Schaffhausen il rito della sua consacrazione a Sibilla, sancito dal sacrificio di una giovane, la renderà ancora più determinata a combattere la violenza incontrastata del sacrificio umano.

Forte nel proprio silenzio, ferma nelle proprie grida, Elaide si oppone al sacrificio, cercando di portare le genti alla luce della verità, attraverso la riflessione sul proprio ‘responso ribelle’ e mostrando loro Dei d’amore e non assetati di sangue.

La scrittrice: Francesca Ribacchi

Dai colli di Roma all’isola di Cipro, Elaide intraprende così un viaggio, da sacerdotessa e Sibilla. Tra massacri, speranze, venefici, amori inconfessati, il responso ribelle di Francesca Ribacchi dipinge uno straordinario affresco dell’Europa protostorica, intrecciando sapientemente la cultura del Latium Vetus a quella mitteleuropea, a quella greca e, infine, a quella orientalizzante dell’isola di Cipro onde mostrare le radici dell’Europa stessa.

L’Autrice, laureata in Lettere Moderne all’Università “La Sapienza”, con uno stile sobrio ed intenso, intesse una narrazione pura, immediata, dalla quale emerge una sapientissima (ma mai pedante) accurata ricostruzione storica; nel responso ribelle, il lettore si sentirà immerso, sin dalla prima pagina, in medias res, in una realtà altra, lontana, ma incredibilmente vicina, grazie allo stile coinvolgente, dinamico e preciso che, letteralmente, avvolge e coinvolge.

Non è solo un passato lontano, quello che, con il responso ribelle, si delinea: anzitutto, Lucia, la controparte contemporanea di Elaide, un’archeologa, rappresenta quell’ultima scintilla di umanità ancora volta ad apprendere il passato, a sentirlo col proprio cuore, sino, addirittura, ad esserne sopraffatta a livello sensoriale-immaginifico (straordinaria la narrazione delle visioni di Lucia, ma non vogliamo spoilerare alcunché): in un presente frenetico, dove la tecnologia, il lucro e la velocità sopraffanno la persona, Lucia rappresenta – come Elaide contro il sacrificio – la persona che si oppone al nichilismo e al vorticoso nulla, e all’inconfessata realtà contemporanea che conserva simbolicamente la pratica del sacrificio attraverso il diffuso comportamento sociale di alcuni gruppi che si accaniscono contro ‘un capro espiatorio’. Lucia, con icastica ma accorata volontà, rappresenta colei che sceglie di lasciarsi coinvolgere dal passato, ed in esso ricercare il presente, il futuro. Inoltre, la battaglia stessa di Elaide è contemporanea e non solo perché donna, ma anche perché, donna tra gli uomini, messaggera di pace in guerra, si oppone alla violenza, anticipando le battaglie per l’umanità e per gli animali. Elaide, infatti, si volge alle leggi armoniche della natura, per far sì che esse stesse siano il modello dell’organizzazione sociale.  

Il responso ribelle è un romanzo per tutte le stagioni: può avvicinare un liceale alla Storia Antica e all’Archeologia, può far riflettere un Universitario, ma può coinvolgere: pur denso di cultura, si propone con uno stile fluente di dissetare col sapere il lettore.

Francesca Ribacchi, Il Responso Ribelle, Edizioni Efesto, Roma dicembre 2015

ISBN: 978-88-99104-54-2 

Recensione a cura di Chantal Fantuzzi