
“Nessuno contesta che sia politicamente corretto offrire spazi a esigenze e culture marginali che vengono dal basso, come quelle del CSOA o di quel che ne resta, ma tali luoghi, comunque la si pensi, dovranno sottostare a regole ben precise legate ai rumori molesti, agli orari e alle norme di sicurezza. È importante, affinché la storia non si ripeta, evitare che un nuovo centro ufficialmente di aggregazione torni ad essere una zona franca, un’area sigillata verso l’esterno in cui sono concessi diritti di ogni tipo, senza però alcun dovere.”
*****
In un editoriale abbastanza sfavorevole ai molinari, il direttore del Corriere Paride Pelli dice alcune cose – del tutto normali e molto sensate – sulle prospettive del “dopo demolizione”.
La situazione – anche a causa del dramma dell’ 11 agosto – si è stemperata, ma incombe, sospesa sopra le teste, la decisione della procura, che dovrà pur arrivare e potrà eventualmente rimescolare le carte.
A nostro avviso il sostegno ai molinari “ribelli”, pur non essendo “quantité négligeable” – comprende infatti la sinistra rossoverde, l’estrema sinistra e una frazione del PLR – risulta tuttavia minoritario. I molinari dovranno venire a patti, accettare un minimo di regole (come ben dice Pelli) e… la Città non li tratterà troppo male.