Per Jack Ma un anno fa fu il giorno della sua vita. Stava per quotare sulle borse americane una consociata del suo gioiello Alibaba. Una nuova società che si espandeva come un fungo tanto da diventare un incubo  per le concorrenti banche cinesi. Toccava come clienti un terzo della popolazione cinese: 500 milioni di persone. In borsa sarebbe stata l’operazione del decennio: l’IPO (offerta pubblica di azioni) avrebbe raccolto una cifra da capogiro. Ben 37 miliardi di dollari dal mercato americano, segnale che gli investitori Usa non guardano in faccia la politica se le prospettive sono quelle di far soldi, cinese o americano non conta. Purtroppo, 2 giorni prima della quotazione, l’operazione è stata ritirata dal mercato da “Ant” (il nome della consociata) su richiesta delle autorità di Pechino. Il sogno di Jack Ma, il miliardario visionario cinese che da interprete e guida turistica era riuscito a diventare uno degli uomini cinesi più visibili al mondo, si era infranto.

Jack Ma (da Wikibio)

Quali le cause? Che è successo? I regolatori cinesi hanno ordinato una sospensione dell’IPO per poter ristrutturare Ant. Allo stesso tempo il 5 novembre 2020 hanno ordinato un’ispezione anti-trust che si è chiusa con una multa colossale di 2.5 miliardi di dollari. Ant verrà ristrutturata e privata di funzioni/prestiti che le banche non gradivano.

Bisogna innanzitutto riconoscere che di recente il tycoon aveva esagerato. In un discorso pubblico a Shanghai, qualche mese prima dell’IPO, aveva accusato i regolatori finanziari (la burocrazia) di mancanza di competenza (dirigono un aeroporto come una stazione ferroviaria. Ottusi e non creativi sono un ostacolo alla crescita del paese). Purtroppo le sue esternazioni hanno colpito nel momento sbagliato e cioè, proprio mentre Xi Jinping, il Premier cinese, stava lanciando un nuovo patto sociale. Mezzo miliardo di cinesi deve far quadrare i conti a fine mese con 135 dollari di paga mentre nel paese nasce un miliardario al giorno. Sono più di mille ad oggi. Ma che razza di paese socialista sarebbe la Cina con questa enorme disparità sociale? Molti i miliardari che negli ultimi mesi si “sono tolti di mezzo”, ritirandosi dai loro incarichi al vertice, con le solite scuse, ma tutti capiscono il motivo di queste rinunce.

Il governo ha messo le mani su alcuni settori critici quali la tecnologia, l’immobiliare, giochi video, educazione, cripto divise e finanza. Xi vuole un nuovo mantra: “prosperità condivisa”. Cioè ridurre il gap tra quelli che hanno troppo e chi non ha nulla. Altrimenti perché chiamarsi “socialismo con caratteristiche cinesi”?

La storia di Ma ha dei precorsi. Nel 2017 ci fu un viaggio a New York per incontrare il Presidente eletto, Donald Trump, per un meeting bilaterale, promettendo a Donald un milione di posti di lavoro… Ma chi sei? avranno pensato a Pechino. Poi tra il 2018-2020 ha avuto incontri ed ospitato al quartier generale di Alibaba ad Hangzhou personalità di spicco come Guterres, Rania di Giordania, Mahathir, proprio come un capo di Stato.

Come Icaro la cera si è sciolta e probabilmente non volerà più. Nessuno in Cina può sfidare il Partito. Anche lui lo aveva giurato!

V.Volpi