In una video conferenza della scorsa settimana, il presidente Joe Biden ha avvertito Vladimir Putin che la Russia dovrà affrontare nuove e dure sanzioni in caso di un ulteriore intensificarsi di attività militare contro l’Ucraina.
Il grande spiegamento militare russo vicino all’Ucraina, ha fatto scattare l’allarme dell’Occidente sul fatto che il presidente russo stia valutando un’invasione sul suo territorio.
Putin vuole che l’occidente fornisca alla Russia garanzie legali per la sua sicurezza. Si devono abbassare le tensioni in Europa mettendo fine alla crisi in Ucraina che Mosca ha sempre visto come parte della sua orbita politica.
Venerdì, Mosca ha espresso pubblicamente le sue richieste in due elenchi inviati a Washington e alla NATO, chiedendo di fermare l’espansione dell’Alleanza verso est, incluso il divieto di ammissione dell’Ucraina e un limite allo schieramento di truppe armate sul fianco orientale della NATO, e di bloccare i legami militari degli Stati Uniti con gli ex stati sovietici.
Putin chiede di riportare in sostanza le strutture della NATO cosi come erano posizionate nel 1997, prima dell’espansione dell’Alleanza verso est. La NATO dovrebbe rimuovere tutte le truppe schierate nei paesi entrati dopo il 1997, comprendendo Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia e i paesi dei Balcani. Ovvero una gran parte dell’Europa orientale.
Nella bozza di accordo, Mosca chiede la rimozione di tutte le infrastrutture militari installate, per impedire alla NATO di svolgere esercitazioni militari, senza previo accordo della Russia, al di fuori del suo territorio orientale: Asia centrale, Georgia, Armenia, Azerbaigian e Ucraina. È proprio quest’ultima che la Russia cerca di indebolire, costringendola ad abbandonare le sue aspirazioni di aderire alla NATO.
Esistono già grandi ostacoli al suo ingresso nell’Alleanza visto la disputa territoriale per la Crimea annessa dalla Russia nel 2014 dopo un controverso referendum sul suo status come soggetto federale russo, vinto con il 97% dei voti basati su un’affluenza alle urne dell’83%.
Gli USA vedono le richieste come la volontà di avviare dei colloqui e si stanno consultando con gli alleati europei, senza dei quali non può esserci nessun dialogo sulla sicurezza europea.
Il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha fatto sapere che non esiste una scadenza per i colloqui, ma la Russia vorrebbe iniziare i negoziati “senza ritardi”. Mosca nega piani di attacchi, ma sta chiedendo garanzie all’occidente cercando di formulare un nuovo trattato che contempli anche il dispiegamento delle armi nucleari.
Per gli analisti militari, il fatto che Mosca abbia reso pubbliche le sue richieste, dovrebbe far capire la gravità della situazione e degli avvertimenti. Le relazioni si sono avvicinate ad un punto “pericoloso”, osservando gli schieramenti dell’Alleanza vicino ai territori russi che hanno sollevato minacce “inaccettabili” alla sicurezza. Quella sicurezza che la Russia, senza un dialogo, dovrà garantirsi da sola.
Dal 2014 ad oggi, i combattimenti tra le forze ucraine e i separatisti russi nell’Ucraina orientale, iniziati dopo l’annessione della penisola della Crimea, hanno ucciso oltre 14 mila persone e devastato una zona industriale molto importante chiamata Donbass.
L’intento di Putin è quello di tagliare gli aiuti militari e l’invio delle armi di cui gli ucraini hanno bisogno per difendersi.