Li abbiamo intercettati, ascoltati e ci abbiamo discusso.  Dall’autogestito militante all’alternativo artista.

Ecco alcune delle rivendicazioni più frequenti in tutti questi mesi.

 La novità? Abbiamo deciso di proporle come modifiche alle varie leggi in vigore, quasi fossero dei correttivi.

Il risultato? A voi il giudizio.

Iniziamo quindi dai promotori culturali o semplici simpatizzanti autodefinitesi alternativi, decisamente molto più moderati rispetto all’ala militante dei centri sociali:

Modifica dell’Art 3 (ovvero eccezioni) della legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione, l’aggiunta della seguente eccezione alla lista:

g) Agli attrattori e promotori culturali, circoli privati con soci tesserati, organizzazioni no profit ed alle persone giuridiche in forma di associazioni.

Armonizzazione a livello federale eliminando il Capitolo V, ovvero l’abrogazione della patente di gerenza, quindi Art. 11,12,13

Modifica dell’articolo 16, in particolare l’eliminazione di vincoli orari (ovvero libertà economica):

 Art. 16[3]1Gli esercizi, esclusi i locali notturni, devono rimanere aperti per un minimo di otto ore giornaliere

1bisIl venerdì, il sabato e i giorni prefestivi gli esercizi pubblici,  possono rimanere aperti nel rispetto dei lavoratori e dei turni lavorativi.

[il resto abrogato]

Altra richiesta più volte emersa è lo sfruttamento di luoghi pubblici, che rientrerebbero nella legge del demanio pubblico.  In particolare l’estensione dell’articolo 9.

 Uso comune

Art. 9 Ognuno può utilizzare il demanio pubblico conformemente alla sua destinazione, rispettando i diritti altrui.

bis) Le piazze pubbliche, i parchi ed i sedimi pubblici liberamente fruibili e non altrimenti occupati da iniziative sociali e culturali o di altra natura sono utilizzabili previa notifica dalla cittadinanza a scopi aggregativi, culturali e sociali senza scopo di lucro.

Per quanto concerne la questione degli spazi, sempre più insistentemente viene proposto l’esempio del nord delle alpi, dove nel tempo tecnico tra la domanda di costruzione e la demolizione di vecchi stabili gli attrattori culturali trovano spazi. Giocare sui tempi tecnici come nell’esempio qui proposto (nella  Legge edilizia cantonale ) andrebbe in tale direzione :

 Durata della licenza

Art. 14[11]1La licenza edilizia decade se i lavori non vengono iniziati entro due anni dalla sua crescita in giudicato o dall’utilizzo degli spazi pre esistenti.

Passando invece a quel mondo dell’autogestione militante che ha tenuto banco negli scorsi mesi nei dintorni di Lugano, ecco quindi che otteniamo non più delle richieste di correttivi o la ricerca del compromesso, ma una denuncia e relativa richiesta di riforme oserei definirle sistemiche. Va ribadito che quanto qui esposto è la visione di alcuni individui che non rispecchia per forza una visione di qualsivoglia collettivo [..] :

Partiamo dal preambolo della Costituzione Cantonale:

il popolo ticinese

allo scopo di garantire la convivenza pacifica nel rispetto della dignità umana, delle libertà fondamentali e della giustizia sociale;

convinto che questi ideali si realizzano in una comunità democratica di cittadini che ricercano il bene comune;

[…]

In un più filante:

Il Collettivo Ticino è una utopia socialista di operai e di contadini. La base politica del collettivo è costituita dai Collettivo dei deputati dei  lavoratori,  sorti e consolidatisi in  seguito al  rovesciamento del  potere dei proprietari  fondiari e  dei  capitalisti  e alla conquista  della dittatura del proletariato.

[..]

Ovviamentetale idea deve avere un simbolo adeguato:

Art 3. Lo stemma del Collettivo è il seguente:

Partito di nero su sfondo nero

Anche l’articolo Art. 51 della CC non passa indennea questo giro:

L’autorità quando non riservata al popolo è esercitata dai due poteri, tra loro distinti e separati, il Legislativo, [Abrogato], il Giudiziario

In fine, ovviamente, l’abrogazione dell’articolo 8 della Lstup federale.

Conclusione dell’esperimento:

È quindi possibile trovare un dialogo nel sottobosco non istituzionalizzato? Da una parte abbiamo un gruppo che cerca dove possibile un compromesso – senza farne una ragione esistenziale, dall’altro abbiamo una militanza che insegue un’utopia e “ “ combatte “ “ un supposto nemico.

In ogni caso, l’occasione data di questi casi “estremi” è buona per riflettere su eventuali revisioni a norme e leggi che sempre più spesso vengono additate come superate, in quello che è il processo istituzionale e democratico.

Nota finale va alla Legge Giovani (vedi funzionario DSS indagato negli scorsi mesi) neanche presa in considerazione da un po’ tutte le parti in quanto non vincolante,lacunosa e fatta apposta per non garantire alcunché. Quindi inutile.

M.P.T.