Nel 2011, in Norvegia, in un doppio attacco armato, Anders Behring Breivik, uccise 77 persone e ne ferì oltre 150, aprendo il fuoco su di un campo estivo per adolescenti del partito laburista, nel quartiere del governo a Oslo.
L’attentatore ha scontato i primi 10 anni dei 21 a cui è stato condannato. Ora, come ha fatto sapere il suo avvocato chiederà la libertà vigilata, sostenendo di non essere più una minaccia per la società.
Øystein Storrvik, avvocato di Breivik, ha infatti dichiarato all’emittente nazionale NRK che il terrorista “è in custodia ed è scaduto il periodo minimo. Ha così l’opportunità di vedere processata in tribunale la questione della sua ulteriore permanenza in carcere. È quello che vuole”.
Breivik era stato condannato nel 2012 alla massima pena prevista in Norvegia: 21 anni.
La clausola all’interno della sentenza prevedeva che l’assassino sarebbe potuto essere “trattenuto a tempo indeterminato se ancora considerato un pericolo per la società”. Non essendo più considerato tale, l’avvocato ne chiede l’assoluzione.
Il procuratore di Stato Hulda Karlsdottir non è però d’accordo con l’avvocato di Breivik e sostiene che sussista il rischio che l’attentatore commetta nuovi e gravi crimini al momento del suo rilascio.
Secondo Karlsdottir, infatti, Breivik avrà ancora il desiderio e la capacità di commettere omicidi brutali.
Anche da Berit Johnsen, professore di ricerca presso l’University College of Norwegian Correctional Service (KRUS), è della stessa opinione e ha definito “improbabile” il rilascio di Breivik.
Lo psicologo Randi Rosenqvist, infatti, sostiene che dal 2012 ad oggi Breivik non ha riscontrato “alcun sostanziale cambiamento nella sua personalità”.
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