Ormai ci siamo, il 4 febbraio inizieranno le XIII Olimpiadi invernali in Cina. Saranno controverse e complicate.

Controverse perché è dal 2018 che il Senatore americano Marco Rubio richiede, con molto supporto, di boicottarle perché la Cina viola i diritti umani. A sostenere la richiesta al CIO (Comitato Olimpico Internazionale) anche molte associazioni uigure per il problema dello Xinjiang al quale l’amministrazione Biden si dedica con più enfasi rispetto ai predecessori.

Oltre agli Usa anche altri paesi non invieranno delegazioni politiche, oppure come il Giappone, missioni ai livelli minimi. Il portavoce cinese Guo Weimin ritiene che le Olimpiadi avranno comunque successo nonostante il boicottaggio americano e non finiranno per essere ricordate come “i giochi del genocidio”.

La controprova è che già stanno affluendo a Pechino le prime delegazioni accompagnate da legislatori e consiglieri politici. Il problema delle complicazioni è innanzitutto la pandemia.  La Cina per varie ragioni punta ad una Olimpiade con zero Covid e per raggiungere questo obiettivo ha messo in atto misure draconiane.

I funzionari di Pechino sono in allerta a causa del primo focolaio di Omicron per alcuni casi riscontrati a Tianjin ed a Anyang. Le autorità di Pechino hanno consigliato ai residenti della capitale di non visitare Tianjin e viceversa a questi ultimi di astenersi dal recarsi a Pechino. Da qualche giorno i biglietti dei treni fra le due città non sono più in vendita online.

Pechino, “Tempio del Cielo” Foto di jplenio da Pixabay

Altra misura: la Cina ha annullato i piani per la vendita di biglietti per gli eventi olimpici, consentendo solo agli “invitati” di seguire le gare e le prove. Con ciò annullando il piano precedente che consentiva l’ingresso del pubblico fino alla concorrenza del 50% della capienza degli impianti. I cinesi hanno osservato attentamente ciò che hanno visto fare di recente a Tokyo.

Parteciperanno 86 paesi, mancheranno la Corea del Nord, sospesa dal CIO, ed il pubblico straniero partigiano anche perché le norme anti-Covid saranno molto rigide. Oltre alla capitale, ad ospitare le gare saranno la contea di Anqing e la città di Zhangjiakou.

A sottolineare la centralità dell’Asia Orientale sarà il fuoco di Olimpia che brucerà ancora in quella parte del continente asiatico. Prima Tokyo, 6mesi fa, ed ora con il  primato della Cina, infatti Pechino sarà la prima città al mondo ad aver ospitato l’edizione estiva nel 2008 e quella invernale delle Olimpiadi.

Le misure anti-Covid, dicevamo, saranno molto severe. Ad esempio chi atterrerà a Pechino da non vaccinato dovrà sottostare ad una quarantena di 21 giorni in un albergo Covid (a pagamento).

Per i vaccinati ci saranno comunque controlli quotidiani e nessuno ha dubbi circa l’applicazione di questi metodi da parte delle autorità. Basti ricordare il caso della città di Xi’an e dei suoi 13 milioni di abitanti, tenuti in totale isolamento per settimane in nome della strategia zero Covid (ve lo immaginate da noi?).

In sostanza, ricordandoci del recente caso Djokovic, tutti gli atleti di questa Olimpiade devono essere vaccinati e nessuno potrà uscire dalla “bolla Olimpica”.

Da registrare che l’Associated  Press in un’intervista riporta la protesta dell’artista cinese, dissidente, Ai Weiwei, il quale racconta quanto lo turbi l’idea che lo stadio (al quale contribuì alla progettazione) il famoso Nido d’uccello , sarà ancora una volta utilizzato come cassa di risonanza per la “propaganda del regime“, aggiungendo che Pechino ha usato le Olimpiadi “per alterare il modo in cui era percepita sulla scena mondiale e per la sua crescente potenza”. 

Insomma, per Pechino, un’Olimpiade di cui preoccuparsi e che deve assolutamente essere un successo. Ma questo lo sapremo solo dopo.

V. Volpi