Come qualunque fenomeno apparentemente inspiegabile, la cosiddetta Sindrome dell’Avana ha fatto parlare molto di sè negli ultimi anni. Centinaia di diplomatici americani sembravano esserne colpiti sia a Cuba che all’estero, presentando sintomi come mal di testa, nausea, stanchezza, problemi all’udito e perdita di memoria. Si era inizialmente ipotizzato che l’origine degli starni malesseri potesse essere ostile, una sorta di arma innovativa manovrata da qualche potenza mondiale, come la Russia. Si sospettava che alla base dei problemi di salute ci fosse l’utilizzo di onde elettromagnetiche ad altissima frequenza ma non sono mai state trovate delle prove concrete che confermassero questa teoria e la Russia non era mai stata accusata formalmente. Un rapporto preliminare della CIA pubblicato da poco sembra aver smentito del tutto questa eventualità. Non ci sarebbe una causa particolare per la sindrome, quanto piuttosto una serie di fattori ambientali e problemi medici non diagnosticati.

I casi in totale sono circa un migliaio e si sono verificati ad Avana, ma anche nelle ambasciate americane dell’Austria, della Cina, della Germania e della Russia. Ne avrebbero inoltre sofferto anche i funzionari di un’ambascaita canadese. Stando a quanto riferito dal direttore della CIA William J. Burns, gli esami preliminari hanno messo in luce una serie di motivi ambientali, legati a stress o a malattie. Tuttavia, Burns ha anche specificato che si tratta di esami provvisori e che “in alcuni casi potrebbero lasciare la porta aperta a spiegazioni alternative”. I casi senza spiegazione sono circa una ventina e sono avvenuta ad Avana nel 2016 e a Vienna nel 2021, e saranno proprio questi a indicare se si possa effettivamente parlare di attacco da parte di terzi.

Chi ha sofferto in prima persona i sintomi della sindrome dell’Avana ritiene che i risultati del rapporto siano insoddisfacenti. I funzionari governativi coinvolti affermano infatti che quello che è successo loro non può essere spiegato da mal di testa cronici e che ci deve essere per forza qualcosa che li ha originati. Per rispondere a queste e altre domande, è stato formato un team di esperti che studia come e quali tecnologie avrebbero potuto provocare i sintomi sofferti, per ora senza risultati.