Le profanazioni del monastero di Montserrat, un caso di attacco alla memoria

Il 18 luglio 2021 un gruppo di secessionisti catalani ha profanato la cripta del Tercio de Requetés de Nuestra Señora de Montserrat, presso il monastero di Monistrol de Montserrat (a circa 35 chilometri da Barcellona). Trattandosi dell’85° anniversario dell’inizio della guerra civile in Spagna, la data scelta non è stata casuale. Alcuni emblemi carlisti conservati nel luogo di culto sono stati asportati e bruciati, mentre l’azione criminale è stata filmata e divulgata in rete.

Il monastero di Montserrat – Foto di Antonio Cansino da Pixabay

Il Tercio de Montserrat fu un’unità militare composta principalmente da carlisti catalani formatasi il 3 dicembre 1936, essi si proponevano di difendere i cattolici dalle crudeli persecuzioni messe in atto dalle formazioni di sinistra e di restaurare la monarchia legittima. Tra questi soldati, gli ordini erano spesso impartiti in catalano (alcuni non parlavano altra lingua) ed essi si ponevano legittimamente come i discendenti diretti delle armate tradizionaliste della loro regione, che avevano avuto un ruolo molto rilevante nelle tre guerre carliste. Il corpo fu sciolto il 26 ottobre 1939, quando i suoi membri si congedarono dopo essere saliti a Montserrat per consegnare il loro vessillo al monastero. Nell’estate del 1897 Donna Maria Berta de Rohan (1868-1945), moglie di Carlo VII (1848-1909), aveva inviato da Venezia (città in cui risiedeva la coppia reale) una splendida casula per il santuario della Vergine di Montserrat, proclamata patrona della Catalogna da Leone XIII (R. Pasqualin, Il re carlista Carlo VII a Palazzo Loredan, in «Historia Regni», 31/07/2020), e con il dono dei requetés il legame si rinnovava solennemente. Oggi 319 militi carlisti riposano nel sacrario.

Lo storico Manuel de Santa Cruz ricorda: “Nel 1935 ci fu un incontro in cui parlarono [José Luis] Zamanillo [1903-1980], [Manuel] Fal Conde [1894-1975] e [José María] Lamamié de Clairac [1887-1956] e sfilò con passo militare un nucleo di requetés attorno al quale si formò poi il Tercio di Nostra Signora di Montserrat, che ebbe un peso importantissimo nella Cruzada. Durante la guerra, negli anni 1937 e 1938, quei requetés, al fronte, rinnovavano la promessa di andare in pellegrinaggio a salutare la Vergine di Montserrat” (Apuntes y documentos para la historia del Tradicionalismo español 1939-1966, Tomo 1 1939, La Editorial Católica 1979).

L’attentato al patrimonio storico e culturale compiuto dagli etnonazionalisti ha suscitato immediatamente l’indignazione del mondo carlista; in Italia Il Portastendardo di Civitella del Tronto, bollettino del Circolo Carlista Generale Borges, si è unito allo sdegno collettivo ribadendo che l’atto di vandalismo, falsamente “giustificato” come eliminazione di simboli franchisti, “nasconde il tentativo di cancellare una storia ben più anticha: quella del carlismo, che con il suo foralismo è l’unica cura al nazionalismo (grande e piccolo).” (n. 2, Agosto 2021, p. 6)

Già poco dopo la profanazione il Círculo Tradicionalista Ramon Parés y Vilasau di Barcellona, tramite le pagine del rifondato giornale carlista La Esperanza aveva commentato l’accaduto sottolineando l’anticatalanità dei vandali: “i requetés del Tercio de Montserrat erano catalani, più catalani degli assalitori, poiché difendevano i principi della Catalogna antica e tradizionale”. Il 25 gennaio 2022, sempre su La Esperanza, è stato lo stesso circolo barcellonese a denunciare la rimozione dal monastero di Montserrat del monumento ai requetés che era posto davanti al mausoleo. Non è ancora chiara la sorte della statua, ma quest’ulteriore avvenimento sembra gettare una nuova luce sulla continuità tra l’azione di chi ha ferito il patrimonio storico dei catalani, le istituzioni locali (dichiaratamente secessioniste) e coloro che attualmente gestiscono il monastero. Il monumento è stato fatto sparire di notte, senza alcun preavviso, evidentemente infrangendo le promesse ufficiali di rispetto e conservazione fatte in passato. Si sono quindi levate nuove proteste unitamente alla richiesta di ricollocare il monumento nella sua sede, ove ora giace solo un piedistallo di roccia vuoto.

Sabato 29 gennaio una folla di carlisti si è riunita per una processione a Montserrat, seguita da una messa di riparazione. I legami familiari e la coerenza ideologica che congiungono i manifestanti di oggi con i combattenti di ieri ribadiscono la tenacia del tradizionalismo ispanico, ai carlisti convenuti è giunto anche un comunicato di Sua Altezza Reale Don Sisto Enrico di Borbone che dal suo castello a Lignières ha ringraziato tutti i partecipanti alla marcia: “Hubiera sido un honor acompañaros, pero el mismo día y hora en que os reuniréis he de estar en el entierro de la viuda de mi querido primo Roberto de Austria Este. Gracias por mantener enhiesta la bandera de nuestra Comunión Tradicionalista”.

Chi ama sinceramente la Spagna deve impegnarsi per combattere l’ipnosi collettiva che la affligge.

Davanti a una situazione così preoccupante, anche per chi non è ispanico è un dovere quello di confutare le mistificazioni che nutrono la bugia del “catalanismo”: la pubblicazione di scritti  deliranti che affermano che Miguel de Cervantes o addirittura Leonardo da Vinci fossero in realtà catalani basta da sola a mostrare l’assurdità della pseudo-ideologia che ha prodotto simili opere e le utilizza come armi per dividere la comunità e spaccare l’unità delle Spagne.

Solo riunendosi attorno alla sua tradizione storica la Catalogna potrà ritrovare la pace e vedersi restituite le sue antiche libertà.