Jean-Luc Brunel, ex agente di top model e amico di Jeffrey Epstein, è stato trovato morto  suicida nella sua cella nella prigione della Santé, a Parigi. 

Brunel era in prigione in seguito ad alcune denunce di violenza sessuale fatte da modelle, spesso minorenni. Era inoltre sospettato di aver fatto parte del giro di Epstein, fornendo le ragazze al trafficante. Doveva essere processato a breve per reati di abusi sessuali, violenza sessuale su minorenni ed era indagato per i reati di “tratta di essere umani aggravata dal danno a vittime minori allo scopo di sfruttamento sessuale”. 

Si trovava in prigione da quando fu arrestato nel dicembre del 2020 all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi  mentre stava per imbarcarsi su un volo che l’avrebbe portato in Senegal. È stato ritrovato questa mattina, impiccato  nella sua cella. Erwan Saoudi, del sindacato FO, ha dichiarato: “Secondo i primi elementi a nostra disposizione non c’è stata alcuna mancanza da parte dei nostri agenti questa notte. Tutte le ronde sono state effettuate. In media, se ne fanno da quattro a sei durante la notte nella zona riservata alle persone vulnerabili, quella dove era incarcerato Brunel. Si è impiccato intorno all’una, tra due ronde, e il corpo è stato trovato all’alba. I primi soccorsi non hanno potuto fare nulla. Il fatto che fosse solo nella cella è una certezza”. 

Gli avvocati di Brunel invece accusano l’ingiustizia: “Jean-Luc Brunel non ha mai smesso di proclamare la sua innocenza e ha moltiplicato gli sforzi per provarla. Un giudice qualche mese fa lo aveva rimesso in libertà e poi è stato di nuovo carcerato in condizioni indegne. La decisione di togliersi la vita non è dipesa dal senso di colpa ma da un profondo sentimento di ingiustizia”. 

Le possibilità che Brunel fosse innocente però sono poche, sono numerosissime le testimonianze che parlano degli abusi, dell’utilizzo smodato della droga dello stupro su modelle giovanissime, tra cui la modella olandese Thysia Huisman, sua vittima nel 1991.