Il social più utilizzato al mondo è stato bloccato su tutto il territorio della Federazione Russa. Le autorità russe dell’internet Roskomnadzor hanno così bandito Facebook dai telefonini e dai computer dei cittadini, accusando il famoso social network di discriminare i media russi. In particolare, hanno riferito che dal 2020 si sono registrati “26 casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook”. Infatti, in seguito al conflitto scoppiato in Ucraina, Facebook ha limitato la visibilità delle pagine di alcuni media russi, tra cui quello del canale Zvezda, Russia today e gazeta.ru, violando così “i principi chiave della libera diffusione delle informazioni e dell’accesso senza ostacoli degli utenti russi ai media nazionali su piattaforme internet straniere”.

La Russia ha riservato la stessa censura anche a Twitter e ha reso punibile con 15 anni di carcere la diffusione di notizie ritenuto false sull’esercito russo e sulla guerra. Il risultato è che la BBC ha sospeso il lavoro dei proprio corrispondenti dalla Russia: “Questa legge sembra criminalizzare il giornalismo indipendente. Non ci lascia altra scelta che sospendere temporaneamente il lavoro di tutti i giornalisti e del loro personale di supporto all’interno della Federazione Russa mentre valutiamo tutte le implicazioni di questo sviluppo indesiderato”, ha dichiarato il direttore generale Tim Davie. Inoltre Dmitry Muratov, premio Nobel per la pace e direttore del giornale Novaya Gazeta, ha ammesso di essere stato costretto a rimuovere tutto il materiale sulla guerra dal sito. In una ulteriore stretta Roskomnadzor ha limitato l’accesso anche ai siti della BBC, Deutsche Welle e Radio Liberty.

Una delle ultime testate indipendenti della Russia, TV Rain, ha smesso di trasmettere negli ultimi giorni dopo essere stata accusata di “incitare all’estremismo” i cittadini. Il suo caporedattore ha dovuto lasciare la Russia due giorni fa. La presentatrice dell’emittente e responsabile dei notiziari Ekaterina Kotrik ha dichiarato: “Quindici anni di prigione solo per aver fatto il tuo lavoro. È la fine della democrazia in Russia. Ogni libertà è persa”.