L’insigne grecista Luciano Canfora ha dichiarato che “Zelensky è salito al potere con un colpo di Stato” e che la guerra attualmente in corso è, in realtà, “tra Russia e Nato”.

Filologo, storico, saggista, professore emerito dell’Università di Bari, membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana e direttore della rivista Quaderni di Storia, Luciano Canfora ha dichiarato che “è inutile cercare di inchiodare sull’ideologia i buoni e i cattivi, le democrazie e i regimi autocratici… Ciò che sfugge è che il vero conflitto è tra la Russia e la Nato”. Secondo il grecista,  “l’Ucraina si è resa pedina di un gioco più grande” che “non è iniziato avanti ieri ma è cominciato almeno dal 2014, dopo il colpo di Stato a Kiev che cacciò Yanukovich.” L’attuale,  “è una guerra tra potenze”.

Le sue posizioni hanno suscitato sdegno, in particolare Alberto de Bernardi, professore di Storia contemporanea e Storia Globale dell’Università di Bologna, ha sostenuto che “Definire aberranti le dichiarazioni di Canfora sia un eufemismo” e che il collega “non ha ancora smaltito ideologicamente la fine del comunismo e il crollo dell’Unione Sovietica”

Canfora si è mostrato coerente con le proprie idee politiche. Figlio di militanti antifascisti (lo storico della filosofia Fabrizio Canfora e la latinista e grecista Rosa Cifarelli, sorella di un onorevole del Partito d’Azione), iscritto dal 1988 al Partito Comunista Italiano, candidatosi per le elezioni europee del 1999 nella lista dei Partito dei Comunisti Italiani (definito, dal 2018, «comunista senza partito»), sostenne, ne La democrazia. Storia di un’ideologia, che il discorso sulla democrazia ateniese che Tucidide attribuisce a Pericle, sia, in realtà, un’accusa dell”imperialismo democratico” ateniese. Il dibattito mediatico che ne seguì evidenziò le accuse mosse dagli avversari al grecista di “negazionismo ideologico” dei crimini dell’Unione Sovietica nella storia europea del Novecento e di  «riduzione dei crimini dello stalinismo». Canfora sostenne sempre l’inconsistenza degli errori denunciati, dichiarando tra l’altro che molti dei presunti errori sarebbero nati da una cattiva traduzione in tedesco. Già nel 2009 Gianni Riotta lo accusò, dagli studi televisivi, di simpatie totalitarie. Canfora replicò respingendo le accuse e rimproverando Riotta di non aver letto i libri oggetto della polemica.

Alle polemiche suscitate dalle ultime dichiarazioni, Canfora risponde a tono: “Quando i vari giornaletti e giornalistucoli dicono ecco gli ex comunisti che si schierano…Una delle solite idiozie della nostra stampa”.

E conclude: ”Io rivendico il diritto di dire che le potenze in lotta sono entrambe lontane dalla mia posizione e dalle mie scelte, perché le potenze in lotta fanno ciascuna il loro mestiere. E né gli uni né gli altri sono apprezzabili. Nascondere le responsabilità degli uni a favore degli altri è un gesto, per essere un po’ generosi, perlomeno anti-scientifico”.

Secondo De Bernardi, invece, Luciano Canfora equipara all’“ultimo propagandista di Putin, perché non riconosce che in Ucraina c’è una guerra di aggressione e imputa alle vittime di essere responsabili della tragedia.”

Per Canfora, invece, “il torto sta dalla parte della potenza che vuole prevaricare” e “Il Paese prevaricatore è l’Ucraina, che ha violato gli accordi del ’91, quando i Paesi dell’Unione Sovietica si staccavano da quest’ultima, formando la Comunità degli Stati Indipendenti, il CSI” Inoltre, continua il classicista, “ nel 2014 è stato fatto un colpo di Stato e sono il governo in carica è stato cacciato illegalmente”. Infine, secondo il filologo, la colpa di bombe e profughi, sarebbe di Biden: “Bisogna dirlo a Biden e agli altri, così ci pensavano prima”.

Canfora passa quindi a Salvini: “ha fatto una delle sue figure. Tra l’altro con un sindaco di un paesucolo, uno ancora più nazionalista come idee e provenienza politica, che praticamente ha rifiutato di incontrarlo, sventolando la maglietta pro-Putin che Salvini aveva indossato nel 2017. Come ha potuto Salvini? Invece di andare e prendere le difese di Putin…”. Quindi, ritorna a sperare nella diplomazia del democratico americano Bernie Sanders che, secondo il classicista ha fatto un parallelo interessante: “Se il Messico si alleasse con il peggior nemico degli Stati Uniti, che faremmo?”.

“L’Ucraina, continua Canfora, sta disattendendo gli accordi del ’91, quando i Paesi dell’Unione Sovietica si staccavano da questa, formando la Comunità degli Stati indipendenti, CSI. E invece nel 2014 viene fatto un colpo di Stato e si caccia il governo in carica. Pensate, come con al-Sisi in Egitto, al quale abbiamo dato armi e aiuti infischiandoci di tutto, di Regeni e di tante altre cose”.

“Questa” conclude Canfora “è una guerra tra potenze. Invano si cerca di far capire che nessuna potenza può accettare i missili a pochi chilometri dalla sua capitale” riferendosi, chiaramente, ai missili della NATO in funzione antirussa.