La storia dietro gli attentati

Nel 1916 il capitano Thomas E. Lawrence celebrato con l’appellativo di “Lawrence d’Arabia”. Aiutò  figli dello Sharif della Mecca Hussein ibn Ali, Abdullah e Faysal, a combattere contro l’impero ottomano, per creare un grande Stato arabo indipendente.

Successivamente, nel 1917, gli arabi occuparono il porto di Aqaba sul Mar Rosso e conquistarono Gerusalemme. Allora il Segretario del Regno Unito per gli Affari Esteri Arthur James Balfour scrisse a Lord Lionel Walter Rothschild  – banchiere svizzero ed attivista sionista – , affinché, in caso di vittoria da parte di questi, mettesse dei territori in Palestina a disposizione degli ebrei.

Con la cosiddetta Dichiarazione Balfour, iniziava la cosiddetta questione sionista, sotto il “protettorato” del Regno Unito. Nel 1920, in seguito al trattato di pace con l’Impero ottomano – il trattato di Sèvres – il Regno Unito acquisì l’Iraq, la Transgiordania e la Palestina, che furono così assoggettati al controllo della Società delle Nazioni; grazie al protettorato britannico, la migrazione ebraica aumentò ma subì scontri con la popolazione preesistente araba; in particolare, nel corso dei moti dell’agosto 1929, fu massacrata ed espulsa la secolare comunità ebraica di Hebron; in seguito a questi sanguinosi scontri, dal 1937 la Commissione Peel deliberò di raccomandare la spartizione della Palestina fra ebrei e arabi, fu solo dieci anni dopo che il governo britannico di Attlee, cedette il protettorato britannico in Palestina alle Nazioni Unite. L’ONU assunse così  la cosidetta “Risoluzione 181” che prevedeva la creazione di un unico Stato, di tipo federale, che avrebbe compreso sia uno Stato ebraico, sia uno Stato arabo.

Il 14 maggio 1948 entrò in vigore la Risoluzione 181 e fu proclamato lo Stato indipendente di Israele, guidato dall’ex capo della Jewish Agency David Ben-Gurion. Mentre le truppe britanniche si ritiravano dal territorio del nuovo Stato, immediatamente riconosciuto da USA e URSS, gli Arabi di Palestina attaccavano il nuovo Stato. Iniziavano così le guerre arabo-israeliane tra il neonato Stato di Israele e gli eserciti di Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq e Libano, riuniti nella Lega Araba, alla fine delle quali, nel 1949, Israele riuscì a prevalere e a conquistare anche ulteriori territori, riconosciuto attraverso la “ Risoluzione 194”

Nel 1967, si aprì nuovamente il terzo conflitto tra Israele e Egitto, Giordania e Siria: il presidente egiziano Nasser dichiarò di voler “distruggere Israele” sullo sfondo della Guerra Fredda; Israele lanciò allora l’Operation Focus, un vasto attacco preventivo in particolare da parte dell’aviazione, distruggendo più di 300 velivoli egiziani e avanzando attraverso il Sinai verso il confine egiziano.

Dopo soli sei giorni, Israele conquistò l’intero Sinai, la Cisgiordania e le alture del Golan. Finiva così la guerra dei Sei Giorni ma non l’ostilità tra ebrei e arabi.