Fu lo scrittore e giornalista britannico George Orwell a coniare il termine di ‘cold war’, “Guerra fredda”, utilizzato per la prima volta nel 1945, intesa come “uno stallo nucleare tra due o tre mostruosi super-stati, ognuno in possesso di un’arma tramite cui milioni di persone possono essere spazzate via in pochi secondi”, adottato poi dagli USA nel 1947.

La “Guerra fredda” sarebbe dovuta terminare nel 1953, con la morte di Stalin, ma sarebbe, invece, proseguita, sino al crollo definitivo dell’Unione Sovietica (1991) e, stiamo assistendo, anche ben oltre.

Dopo la resa, avvenuta nella primavera del 1945, della Germania nazista, s’infranse l’alleanza tra i due blocchi, quello occidentale, degli Stati Uniti di Roosevelt e della Gran Bretagna di Churchill e quello orientale dell’Unione Sovietica. Quest’ultima, nel corso della conferenza di Parigi, tra il luglio e l’ottobre del 1946, entrò in contrasto con la Turchia riguardo allo stretto dei Dardanelli, contrasto nel quale intervennero gli Stati Uniti che mandarono la flotta americana nel Mar Egeo, ed approvarono, nel marzo del ’47, aiuti economici alla Grecia e alla Turchia, ovvero a coloro che, essendo in Oriente, rimanevano “immuni” al comunismo. Nasceva, infatti, la “dottrina Truman” che prendeva il nome dall’attuale presidente in carica, che prevedeva l’intervento degli USA in conflitti lontani dai confini statunitensi, nonché l’arginare dell’espansione dell’ideologia comunista.

Con la dottrina Truman del “’containment”, (ideata anche dal diplomatico George F. Kennan) ovvero dell’”arginamento”, nacque così il conflitto tra gli USA e l’Unione Sovietica, la quale, nel frattempo, imponeva regimi comunisti a tutti i paesi dell’Europa dell’est che l’Armata Rossa aveva liberato dal nazismo.

Mentre il 1947 vide l’unificazione di USA, Gran Bretagna e Francia in funzione antisovietica, nonché il piano Marshall all’Italia, il 1949 vide la divisione delle due Germanie (la Repubblica Federale Tedesca, con capitale Bonn, a ovest e la Repubblica Democratica Tedesca con capitale Berlino a est.) Soprattutto, fu l’anno della NATO, l’alleanza difensiva stipulata tra alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, la Francia e l’Inghilterra, con il nome di North Atlantic Treaty Organization. Per tutta risposta, l’URSS stipulò, nel 1955, il Patto di Varsavia coi governi comunisti limitrofi.

Iniziò così la Guerra Fredda, data dalla presenza di due blocchi militari distinti, gli Usa e l’URSS contrassegnata anche dalla dissuasione, ovvero la minaccia dell’avversario di impiegare armi atomiche; che proseguì col blocco aereo di Berlino, quando i sovietici nel giugno 1948 decisero di bloccare ogni via di accesso alla città e gli Americani costruirono così il celebre ponte aereo; proseguì con la costruzione- tutta in una notte – il 12 agosto 1961, del muro di Berlino, con la rivolta ungherese da parte dei sovietici (che provocò rpercussioni in tuta Eruopa, in Italia, per esempio, il futuro presidente della Repubblica Napolitano applaudiva i carri armati sovietici; mentre Italo Calvino usciva dal partito comunista italiano), e con l’abbattimento, da parte di Fidel Castro ed Ernesto che Guevara, del vecchio regime legato agli americani (1959), ora avvicinatosi politicamente all’Unione Sovietica attraverso la concessione ai Russi di installare sull’isola dei missili e di divenire, così, una base missilistica in funzione anti-USA, che soltanto la presidenza Kennedy del 1962 riuscì a smantellare, impedendo la tensione atomica. La crisi subì un rallentamento grazie alla politica della perestrojka di Gorbaciov, e del sindacato Solidarność entrato in parlamento in Polonia nel 1989; tra il 9 e il 10 novembre di quell’anno, con la Caduta del Muro, l’Unione Sovietica iniziò a crollare, per finire, definitivamente nel 1991, quando la bandiera rossa che sventolava sul Cremino venne sostituita con l’antica bandiera russa. Tuttavia, dal 1990 in poi, vari Paesi, come l’Ucraina, avevano ottenuto l’Indipendenza – riconosciuta dall’Unione Europea – dalla Federazione Russa: questa è un’altra storia, quella che stiamo vivendo ora.