Venerdì notte la fabbrica ucraina di missili Vizar, situata vicino l’aeroporto internazionale di Kiev, è stata distrutta dai missili di crociera a lungo raggio lanciati dalle forze russe. Lo stabilimento colpito produceva i missili Nettuno che hanno causato l’affondamento dell’incrociatore Moskva nel Mar Nero. Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver utilizzato armi navali ad alta precisione a lungo raggio per colpire l’impianto.

Non sono state rilasciate immagini della nave distrutta e non sono stati forniti dettagli su possibili vittime tra i membri dell’equipaggio, ma il parlare molto aggressivo dei conduttori di alcuni programmi della televisione russa, affermando di “spazzare via” l’Ucraina dopo la distruzione della nave ammiraglia, lascia intendere il duro colpo inflitto. Il Cremlino vuole ampliare i suoi attacchi missilistici su Kiev.

Sabato sono seguiti altri bombardamenti da parte delle forze russe nel distretto urbano di Darnyckij per colpire una fabbrica di attrezzature militari, situata sulla riva sinistra del fiume Dnipro nella parte sud orientale di Kiev.

Dopo due settimane di relativa calma, dove Kiev sembrava tornare alla normalità con i negozi che cominciavano a riaprire, gli attacchi alla capitale ucraina si sono fatti sentire per la prima volta da quando le forze russe hanno iniziato a ritirarsi dalle regioni intorno alla capitale. Kiev contava 3,5 milioni di abitanti prima dell’invasione russa, diventando presto una città fantasma dopo i primi bombardamenti con un residente su due che ha lasciato la città.

Dopo l’annuncio di essere stata liberata dai russi, migliaia di persone che se ne erano andate si sono preparate a tornare, ma il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha avvertito che non è ancora il momento giusto per tornare. I recenti attacchi infatti, non sono stati una sorpresa dopo che Mosca aveva promesso di colpire obiettivi a Kiev in risposta agli attacchi “terroristici e di sabotaggio” da parte delle forze ucraine. “Ancora una volta faccio appello a tutti: per favore non ignorate gli allarmi aerei. E ai cittadini che sono partiti e stanno per tornare nella capitale, vi chiedo di astenervi da questo e di stare in posti più sicuri”, ha scritto Klitschko sul suo canale Telegram.

Ritardare il ritorno dei residenti è una questione di sicurezza e umanitaria. Gli ingorghi causati dall’aumento del numero delle persone che tornano a Kiev, interrompono le consegne di aiuti umanitari e il lavoro dei servizi di emergenza.