L’Ucraina non è un Paese nazista (lo stesso Zelensky è ebreo) ma Putin ha usato più volte l’espressione “denazificazione dell’Ucraina” per giustificare l’invasione e dimostrare gli elementi di neonazismo nel Paese.

Al di là della campagna di propaganda che il Cremlino, in Ucraina, come riporta The Nation, “un gruppo nazista è all’interno delle forze armate del Paese”. Si intende il Reggimento d’Azov, uno dei corpi della guardia nazionale ucraina, creato nel 2014 da un politico ucraino di estrema destra, Andriy Biletsky, noto – come riporta Open – per i propri ideali xenofobi e neonazisti (nel 2010 dichiarò che la missione della nazione ucraina è «guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro i subumani capeggiati dai semiti»; eletto parlamentare fu un membro del parlamento ucraino dal 2014 al 2019).

Il gruppo paramilitare, macchiatosi più volte di crimini di guerra (come stupri e distruzioni, tra il 2015 e il 2016, come riportato dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’ONU), reca, come simbolo, l’Azov, che ricorda il “Wolfsangel”, cioè il simbolo del partito nazista, prima della svastica, che reca la tenaglia per intrappolare le zampe dei lupi.

Fu Arsen Avakov, ministro dell’interno ucraino nel 2014, a permettere, minimizzando i crimini di cui si macchiò, che l’Azov divenisse uno dei gruppi paramilitari; ottenendo, nel novembre dello stesso anno, il riconoscimento di corpo ufficiale della Guardia Nazionale Ucraina, divenendo, ad oggi, la principale delle forze armate dell’Ucraina.

Il sostegno da parte di un Paese non certamente nazista (il partito di estrema destra, Svoboda, ha ottenuto il 2 % alle ultime elezioni) ad un battaglione, il cui 20 % dei componenti si dichiara estremista di destra, è dovuto al diffuso sentimento anti-russo e anti-Putin, nato in questi anni nella popolazione ucraina.

Questo spiega il perché, in alcune città (anche italiane, come Parma, sono apparsi manifesti del Partito Comunista Europeo che condanna l’invio di armi “ai nazisti ucraini).

Non stupisce, di conseguenza, la messa al bando del Partito Comunista d’Ucraina assieme ad altri 11 partiti di sinistra o considerati tali (socialiste, comuniste, antifasciste, pacifiste, per i diritti umani) che il governo ucraino di destra guidato da Zelensky ha considerato fuorilegge.