Simone Bianchi, noto per i suoi lavori di supereroi per Marvel, Netflix e altro, sarà a Lugano con la mostra BIPOL ART alla “Marco Lucchetti Art Gallery” dal 6 maggio al 4 giugno. Insieme a lui, le opere di Pau Bianchi, voce dei Negrita.

Chi è il supereroe? Per rispondere a questa domanda, immaginiamo sempre qualcuno di speciale con poteri straordinari. A volte, però, il supereroe è la persona che si cela dietro il disegno, creando la magia anche in bianco e nero con i suoi tratti. Una persona che sicuramente ha questo dono è Simone Bianchi, un artista di fama internazionale che ha lavorato con colossi del calibro di Marvel e Netflix. Simone, però, è molto più di un artista visivo: ha anche una enorme passione, riscoperta in pandemia, per la batteria. Ecco che i tratti diventano sincopati, scanditi dalla forza e dal ritmo di questo strumento. Tutto questo e molto altro è BIPOL ART, la mostra della Marco Lucchetti Art Gallery di Lugano di Simone Bianchi e Pau Bruni del Negrita. Le loro opere, diciotto a testa, saranno esposte da venerdì 6 maggio a sabato 4 giugno 2022, inaugurata proprio venerdì 6 e sabato 7 di questo mese.

Come ha conosciuto Pau e come è nata l’idea di una collaborazione?

È uno dei lati positivi dei social media, si possono conoscere persone con passioni in comune. Io continuavo a trovare fra i suggerimenti i post del suo account da pittore e poi mi sono reso conto che si trattava di Pau dei Negrita. È nata subito una grande amicizia, lui mi è venuto a trovare a Lucca nel mio atelier, insieme abbiamo partecipato al Lucca Comics, ora andiamo qui a Lugano.

Come è stato lavorare insieme a lui? Cosa avete imparato l’uno dall’altro?

Lui da me ha imparato la tecnica. Paolo è ossessionato dalla tecnica e dagli strumenti. Io da lui ho senza dubbio imparato a migliorare nella gestione della comunicazione, essenziale nel nostro lavoro, come devo rapportarmi. Paolo mi ha dato anche un suggerimento enorme: iniziare a lavorare su un personaggio tutto mio, non solo su quelli di Netflix, Marvel ed altri per cui ho lavorato.

BIPOL ART è qualcosa di fresco e potente. Qual è il messaggio che vuole trasmettere con le sue opere?

Il mio lavoro è al 90% percento tecnica e studio, applicati al mito moderno dei supereroi. Sembra brusco ma se pensi al soggetto, si tratta di matematica e geometria, i miei lavori esprimono più personaggi che messaggi. Quello che conta, non è il soggetto ma la traccia che lascio sul dipinto. Vorrei che fossero gli spettatori ad emozionarsi, scorgendo la mia traccia e la mia emozione nella forza della pennellata. Ho visto Van Gogh dal vivo, percependo da vicino tutta la sua sofferenza ammirandone la traccia sulla tela. La pennellata lascia una traccia psichica ed emotiva.

Lei suona anche la batteria. Questa passione si riflette nella sua arte “primaria”?

Assolutamente sì. Suonare e studiare la batteria è catartico per me e mi aiuta a lavorare meglio. Studio la batteria, poi mi rimetto a lavorare e sono molto più fluido, più veloce. So subito cosa voglio ottenere dipingendo. Nel cervello si crea una sinestesia, elaborando le immagini come se fossero suoni e i suoni come se fossero immagini. È così che funziona con me, lo sento avvenire e mi rende più produttivo. Anzi, se potessi mi piacerebbe studiare la batteria molto di più, dedicarle più tempo.

Quali sue opere troveremo in BIPOL ART?

Parlare di mie “opere” è prematuro, collego questo termine a Leonardo, De Chirico. Dei miei 18 pezzi, spiccano il bianco e nero ed i chiaroscuri, che sono l’80-90% dei miei lavori. La mostra avrà 14 pezzi in bianco e nero, che sono disegni preparatori che adoro fare e riguardare, e 4 a colori concepiti appositamente per la mostra. Ci sono personaggi Marvel come Tempesta, c’è Spiderman, due disegni a china: un omaggio a Moebius, un samurai su tela 50×80, la ragazza Cretto in omaggio a Burri. Sarà esposto anche Wolverine.

È felice di essere qui a Lugano?

Sono stato a Lugano una volta in prima media ed altre sempre per mostre con la Marco Lucchetti Art Gallery. Marco è un amico fraterno, sono molto affezionato a lui e Cristina. Lugano mi affascina e vorrei conoscerla meglio.

Intervista di Silvia Giorgi