L’invasione russa dell’Ucraina ha innescato la presentazione formale della domanda di adesione alla NATO da parte della Svezia e della Finlandia, ponendo fine a decenni di neutralità dei due paesi nordici.

Putin non ha lasciato altra scelta riguardo alla loro sicurezza, secondo le dichiarazioni fatte dalle rispettive prime ministre, Magdalena Anderson e Sanna Marin, le quali hanno dichiarato che l’Europa vive oggi una nuova realtà pericolosa.

L’annuncio è arrivato quando la NATO ha iniziato una delle sue più grandi esercitazioni nella regione baltica (Estonia), denominata “Hedgehog”, che coinvolge circa 15 mila soldati.

Putin, rispetto ad un primo momento, ha ammorbidito i toni sulla questione dichiarando in un commento televisivo che la mossa della Svezia e della Finlandia di aderire all’Alleanza non minaccia direttamente Mosca, pur avvertendo che qualsiasi espansione delle infrastrutture militari in entrambi i paesi potrebbe cambiare la valutazione del Cremlino.

I due nuovi membri porterebbero tutta la forza della NATO nell’estremo nord, rafforzando la sua presenza nella regione del Mar Baltico. La Svezia possiede l’isola di Gotland, strategicamente importante a soli 300 chilometri dall’esercito russo dislocato a Kaliningrad.

La Turchia però, un membro chiave dell’Allenza atlantica, ha ribadito la sua opposizione alla loro adesione.

Il presidente turco Erdogan è irritato dalla loro volontà di ospitare militari curdi, affermando perfino in una conferenza stampa, che la Svezia potrebbe essere un “incubatoio” per le organizzazioni terroristiche. “Nessuno di questi paesi ha un atteggiamento chiaro e aperto sulla questione delle organizzazioni terroristiche. Come possiamo fidarci di loro?”, ha dichiarato il presidente turco.

La Turchia in sostanza ha bloccato l’avvio dei colloqui di adesione di Svezia e Finlandia poco dopo la presentazione delle loro domande formali, accusando i due paesi di ospitare membri del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), un’organizzazione terroristica, riconosciuta tale anche dagli Stati Uniti, formata da un gruppo di seguaci di Fethullah Gulen che Ankara accusa di aver orchestrato il tentativo di colpo di stato del 2016.

Inoltre il governo turco è impegnato a bloccare le domande di quei paesi che applicano le sanzioni verso la Turchia.

La Svezia ha sospeso la vendita di armi alla Turchia tre anni fa, in seguito all’intervento delle forze militari turche in Siria. Secondo l’agenzia di stampa turca, sia Finlandia che Svezia hanno respinto varie richieste di estradizione di militanti curdi.

La resistenza della Turchia impedisce al segretario generale Jens Stoltenberg di avere il consenso necessario per portare avanti il processo di adesione. Tutti i 30 stati membri esistenti del Patto atlantico devono concordare sul fatto che un nuovo paese possa entrare a far parte della NATO.

Ma Erdogan ha lasciato la porta aperta per approvare l’adesione. Cercherà di ottenere in questo modo altre concessioni.

L’offensiva che mirava a dividere l’Unione europea e l’alleanza Atlantica, rischia di diventare un possibile boomerang per il presidente russo Putin. “La Russia voleva tornare indietro nel tempo, tornare alla Guerra Fredda, frammentare e indebolire l’Occidente. Ma ora siamo qui”, ha dichiarato Anna Wieslander, direttrice North Europe del Consiglio Atlantico, “Questo è uno sviluppo straordinario dato il punto in cui eravamo a febbraio”, ha aggiunto.

La NATO è il prodotto di un’epoca passata. Per molti finlandesi e svedesi, l’Unione europea avrebbe dovuto sviluppare una forte unione militare europea già da molto tempo.