Un rapporto della CNN sembra rivelare che la famosa giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, deceduta due settimane fa, sia stata uccisa intenzionalmente e in modo mirato dal fuoco sparato da un cecchino delle Forze di difesa israeliane (IDF). L’affermazione della CNN è avallata dall’analisi di 11 video dell’incidente, dalle dichiarazioni di 8 testimoni che hanno visto l’accaduto e dall’analisi di un esperto di balistica. Per quanto l’IDF non escluda il fatto che che Abu Akleh sia stata colpita dal fuoco israeliano, nega categoricamente il fatto che sia stato un omicidio mirato.

La giornalista, molto famosa in Palestina e cittadina americana, è stata uccisa mentre si trovava sul campo a documentare le azioni delle forze israeliane nella città della Cisgiordania Jenin. L’esercito israeliano stava infatti svolgendo un’operazione speciale allo scopo di arrestare un importante esponente della Jihad islamica. Per quanto le autorità palestinesi abbiano accusato l’esercito nemico di aver ucciso la giornalista, l’IDF ha dichiarato che stando ai primi accertamenti era impossibile stabilire se la donna fosse stata colpita dal fuoco israeliano o palestinese. Poco dopo hanno annunciato che smetteranno di indagare sull’accaduto.

La CNN ha coinvolto l’esperto Christ Cobb-Smith che ha condotto un’analisi sui segni lasciati sull’albero che si trovava dietro Abu Akleh quando è stata colpita. Secondo Cobb-Smith la giornalista è stata uccisa da quelli che si possono definire colpi selettivi, esplosi uno ad uno: “Dai segni sull’albero che era alle spalle della reporter, sembra che i colpi, uno dei quali ha colpito Shireen, provenissero dal fondo della strada, dalla direzione delle truppe dell’IDF. Una serie relativamente stretta dei colpi indica poi che Shireen è stata intenzionalmente presa di mira con colpi singoli, non è stata vittima di fuoco casuale o vagante”.

Se l’indagine della CNN dovesse risultare veritiera, la cosa potrebbe causare non poche tensioni tra Israele e USA in quanto appunto si trattava di una cittadina americana. Malvista anche la decisione delle autorità israeliane di non aprire l’indagine della Polizia Miliare.