“Oggi l’Italia piange queste vittime e tutti gli italiani si stringono con affetto”. Sono le parole del premier Mario Draghi, che ha raggiunto in automobile da Verona, assieme al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e i presidenti del Veneto e delle province autonome di Trento a Bolzano, il luogo di Canazei assieme con Protezione civile, soccorritori e autorità locali.

Commosso, il premier ha dichiarato: “Questo è un dramma che certamente ha delle imprevedibilità, ma certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica”.

.Il giorno dopo il disastro, sale a sette il numero delle vittime, di cui tre identificati; sale a 8 il numero dei feriti di cui due in condizioni delicate, ci sono ancora 14 dispersi, per i quali i familiari si sono fatti vivi con le autorità perché non rientrati a casa. Di queste quattro sono cittadini stranieri: della Repubblica ceca e un austriaco.

Al campo base vi sono ancora quattro automobili abbandonate: una tedesca, due della Repubblica ceca e una ungherese.

Le ricerche dei soccorritori si stanno facendo, però, difficoltose: a causa del maltempo, nessuno può raggiungere il ghiacciaio ed anche i droni sono costretti a restare a terra per la pioggia.

Il ghiacciaio è ancora instabile e a rischio nuovi crolli, anche se per ora si è deciso di non intervenire facendo brillare la parte di seracco rimasta attaccata alla cima della Marmolada.

Cinque vittime sono state nominate: sono Filippo Bari, guida alpina, Tommaso Carollo e Paolo Dani, quindi Davide Miotti di 51 anni, residente a Cittadella (Padova), che era in cordata con la moglie, Erica Campagnolo, che al momento risulta tra i dispersi sul ghiacciaio. I nomi delle altre 3 vittime non sono stati ancora resi noti.