Draghi ottiene la fiducia in Senato, ma soli 95 voti favorevoli e 38 contrari.
Erano 192 i senatori presenti, 133 i votanti, 67 la maggioranza. Che Mario Draghi non ha più. Non c’è più quella unità nazionale che, nelle parole del premier in Aula, garantiva “legittimità democratica ed efficacia” all’esecutivo.
La fiducia, ottenuta tecnicamente e per poco, non è servita ad evitare le dimissioni del Premier, il quale le aveva soltanto procrastinate per 5 giorni, secondo quanto imposto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Fiducia sì, ma “patto di fiducia” no. Draghi se ne va, e in che modo: Giuseppe Conte definisce ” sprezzante” l’atteggiamento di Draghi, che avrebbe “messo alla porta” i 5 Stelle.
Sostengono Draghi Lega e Fi, che arrivano unite in Aula, e che si propongono di sostenere Draghi ma “con una nuova maggioranza e un nuovo governo”, come dichiarato dal capogruppo leghista Massimiliano Romeo. Mariastella Gelmini abbandona il suo partito.
Naturalmente, il discorso di Draghi non può essere condiviso unilateralmente.
Riforma delle pensioni, miglioramenti del reddito di cittadinanza, mantenimento degli obiettivi di transizione ecologica, risoluzione sul Superbonus, sostegno alle riforme contro le proteste di piazza (come nel caso dei taxisti); continuare ad armare l’Ucraina perché resta l’unico modo “per aiutare gli ucraini a difendersi”
Per poi concludere: “la democrazia è parlamentare ed è la democrazia che rispetto e riconosco”. Una “pagina nera per l’Italia”, commenta Di Maio “la politica ha fallito”.
Giorgia Meloni si è recata alla festa organizzata dalla federazione romana del partito, a piazza Vittorio Emanuele II, dove il vice presidente della Camera Fabio Rampelli commenta “nel centro destra siamo noi adesso il partito da abbattere!”. La Meloni si scaglia contro Mario Draghi: “Arriva in Parlamento e di fatto pretende pieni poteri, sostenendo che glielo hanno chiesto gli italiani. Nelle democrazie occidentali la volontà dei cittadini si manifesta con un voto libero e segreto, le parate le fanno nei regimi, io ho le mie idee su come vada governata questa nazione”.
Nel frattempo, a Villa Grande Berlusconi, Salvini, Giorgetti, Lupi e l’alta rappresentanza del centro destra di governo decidono di staccare la spina all’ex banchiere europeo, sparisce per qualche ora e lascia ai suoi in Senato il compito di portare avanti il confronto parlamentare. Con gli alleati di centro destra parla a distanza e rimane aggiornata. Al termine del voto arriva la telefonata col Cavaliere. Quando sale sul palco della festa di Fdi la prima cosa che le viene da dire è che è stata “una giornata complessa”, ma poi parte subito con il suo mantra: ” lanciando un’altra stoccata a Draghi. L’intervento è breve, Meloni dice di dover scappare dato il momento particolare. Oggi per lei si apre una nuova fase, che potrebbe riportarla al Governo: ” Ma una cosa è certa si sente la vera vincitrice di questa partita e non lo nasconde quando dice scappando dai giornalisti: “la storia ci ha dato ragione”.
È ora probabile che il presidente della Repubblica sciolga le Camere dopo la consultazione dei presidenti di Camera e Senato, attesi al Quirinale nel pomeriggio di oggi.
Le elezioni politiche saranno anticipate rispetto alla scadenza naturale del 2023: si andrà a votare già nell’autunno del 2022, probabilmente domenica 2 ottobre 2022. Per effetto del referendum sul taglio dei parlamentari, il numero dei deputati da eleggere è passato da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200.