Forse non tutti sanno che poco prima della guerra in Ucraina la maggior parte degli analisti di geopolitica mondiale concordava che il punto più pericoloso del pianeta era Taiwan. L’Ucraina li ha spiazzati perché la politica non è una scienza esatta, ma il frutto di valutazioni sulla base di tanti fattori e quando se ne dimentica o sottovaluta uno, il disastro è servito.

È fattuale che Taiwan sia un pericolo vero, una miccia potrebbe far esplodere l’ordigno. Questo non è un possibile confronto fra Cina e Taiwan, non c’è semplicemente il convitato di pietra USA, il confronto sarebbe direttamente fra Cina e Russia, in altre parole una guerra mondiale….

Facciamo un breve ripasso della storia per capire meglio e per comprendere il perché Taiwan in caso di un confronto Cina-Usa sarebbe il classico straccio che vola per aria.

Ricordando un po’ il caso sfortunato della Corea la cui riunificazione non è mai avvenuta a causa dei suoi burattinai (Usa-Cina-Russia), senza dimenticare la colonizzazione giapponese.

Il problema Taiwan nasce come risultato della guerra civile cinese fra Mao, i comunisti e Chiang (nazional fascisti). La conclusione, la vittoria di Mao, costrinse Chiang Kai-shek a fuggire nell’isola con la cassa, l’esercito e gli  imprenditori.

Nacque così il 1.ottobre ’49 la Repubblica Popolare Cinese. Con Chiang invece si diede vita alla Republic of China.

Come al solito gli americani, miopi ed in periodo di guerra fredda, appoggiavano i nazionalisti (Chiang) e così alle Nazioni Unite ci andò Taiwan e non Pechino. Pechino ha tentato più volte nel tempo di sferrare il colpo per riprendersi Taiwan, ma l’esercito cinese di una volta non era quello attuale e così la situazione si protrasse fino al 1972.

In quel periodo agli americani avrebbe fatto comodo l’aiuto di Pechino sul Vietnam e come avversario dell’URSS. A Pechino l’appoggio americano nel contenere l’URSS, con la quale si era ai ferri corti, sarebbe stato utile.

Nacque l’incontro Nixon-Mao, artefice Kissinger, che cambiò la storia degli eventi aprendo il mondo alla Cina.

Gli accordi comportavano da parte americana il riconoscimento del concetto una sola Cina, il disconoscimento di Taiwan, sostituito anche alle Nazioni Unite dalla Repubblica Popolare Cinese come unica entità cinese.

Gli americani contro il volere del governo di Taipei l’hanno “venduta”. Taiwan è diventata una provincia ribelle – per Pechino – e quindi la visita della Pelosi è a tutti gli effetti è una violazione della sovranità cinese. Dal 1979 gli americani adottarono poi una politica di “ambiguità strategica” nei confronti di Taipei, ovvero armarla per difendersi senza chiarire che cosa succederebbe se la Cina invadesse Taiwan.

L’atteggiamento Usa-Cina ultimamente è diventato più pericoloso. La Cina è più assertiva, ripetendo a tutti i livelli “ che riprenderemo Taiwan con le buone o con le cattive”. Da parte Usa, alcune ripetute affermazioni di Biden indicherebbero che gli Usa interverranno in caso di aggressione.

Nel frattempo Taiwan è una democrazia vibrante, un G20 economicamente, detiene il 60% di produzione di semiconduttori nel mondo. Merita un dialogo serio con Pechino e non un atto violento. Sono trascorsi 73 anni dal 1949…. Il mondo è cambiato.

Alcune reazioni alla visita della Pelosi “una passionaria ottuagenaria”, “non è una visita turistica… è arrivata con l’Air Force One..”

Pechino ha annunciato manovre militari a breve, eventuali lanci di missili nello stretto di mare, attacchi cyber sono avvenuti ieri. La frittata è fatta.

Per Xi Jinping che cerca ad ottobre la rielezione in patria, a vita, è uno smacco, una perdita d’immagine. Ci si domanda, ma perché provocare anziché parlare? E perché i taiwanesi ,oggi prosperi e democratici, debbano finire nelle forche caudine di un confronto ad ampio raggio fra le due maggiori potenze geopolitiche?

Gli americani, va detto, ci hanno abituati ai loro “blunden”, stupidaggini…e questa è una di quelle.

V. Volpi