Concedendo questa intervista la candidata Natalia Ferrara mostra di non avere paura. E fa bene perché di me non deve aver paura nessuno.
La seguo dal lontano giugno 2014 (mi apparve al Capannone), ma non l’avevo mai intervistata. Ticinolive una volta pubblicò una sua intervista, senz’altro bella, ma non era firmata da me.
Ho tentato di metterla in difficoltà (dovevo) ma non credo di esserci riuscito. Giudicate voi stessi.
Un’intervista di Francesco De Maria.
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Francesco De Maria In queste ultime settimane lei ha raggiunto un grado di sovraesposizione mediatica eccezionale. È questa la strategia che la farà vincere?
Natalia Ferrara La pandemia non ci permette di incontrarci e confrontarci come vorremmo, dunque, grazie ai media, è possibile conoscere le nostre opinioni e anche confrontarle. La scelta che spetta ai delegati PLRT è importante.
Nella corsa alla presidenza lei ha due avversari. Come li valuta? Mi dica qualcosa dell’uno e dell’altro.
Preferirei dire cosa mi distingue da chi è illiberale, non da altri liberali. Ma non mi sottraggo.
Martinenghi: non lo conoscevo prima di questa corsa, né personalmente né politicamente. Ha dimostrato coraggio a lanciarsi, mi auguro rimanga vicino al partito anche se non venisse eletto.
Speziali: una differenza è nel temperamento, per dirlo con un’immagine: lui è un vino, io piuttosto un liquore. Poi Alessandro ha avuto il nonno Consigliere di Stato e la zia prima sindaca in Ticino. Ma non è né un merito né un demerito, solo un fatto.
Lei ambisce alla presidenza di un partito che era dominante ma che ha perso molto: nel 2011, nel 2013, nel 2019. E dopo l’ultima scoppola i dirigenti hanno detto: facciamo un sondaggio! (sempre meglio che niente, ma insomma…). Se viene eletta, si aspetteranno molto da lei, un recupero, una rinascita. Si sente all’altezza?
Quattro anni fa, proprio in questi giorni, la Commissione cerca mi aveva chiesto di candidarmi alla presidenza. Avevo spiegato allora che il mio non era un “no”, bensì un “non ora”. Il momento è arrivato. Offro una visione, energia e fiducia nel futuro. Se i liberali si sentiranno di nuovo orgogliosi di esserlo avremo già raggiunto un traguardo importante.
Tutti dicono: nell’elezione agli Stati il PLR ha fallito. Lapalissiano. Ma io credo che non potesse vincere. O, eventualmente, come?
Le elezioni non si vincono o perdono in un colpo solo. Il PLRT ha via via perso identità, profilo e dunque consenso. Su questo bisogna lavorare con costanza per tornare a convincere, e poi a vincere.
Lei è femminista e Marina Masoni è stata una donna liberale di primo piano. Che cosa sa di lei? Che cosa pensa di lei?
Se per femminista si intende rispettosa delle pari opportunità e convinta che nella società occorra un’equa rappresentanza di genere in tutti gli ambiti, allora sì, sono femminista. Marina Masoni è stata la prima donna eletta in Consiglio di Stato, ma anche colei che ha pagato maggiormente una lotta intestina che ha impoverito il partito. Come spesso accade, quando si penalizzano le capacità e si valorizzano le mediocrità.
Nel partito ci saranno ancora (probabilmente) degli elettori di “destra liberale”. Che cosa può offrire loro (politicamente, non stiamo parlando di prebende) una presidenza Ferrara?
Non temo le posizioni della cosiddetta destra economica***, non intendo affatto metterla in un angolo, anzi. Si tratta di una posizione del tutto legittima – ci ricorda quanto sia importante prima produrre ricchezza se si vuole ridistribuirla – ed è importante per contrastare sia il nazionalismo sia l’assistenzialismo, mostrando che è con la competitività, non con il ripiegamento, che si garantisce il reddito. Bisogna capire (e mettere a frutto) che la cosiddetta destra liberale è un argine alla destra nazionalista e statalista.
*** la mia domanda, forse perché non era chiara, è stata in parte fraintesa. Io intendevo “destra liberale sovranista”. La “destra liberale globalista ed eurofila” è (per me) sinistra politica.
Un’idea innovativa. Non si potrebbe costituire un potente partito progressista, radical-rosso-verde? Io credo che, oggi come oggi, sarebbe capace di battere la destra.
Io non voglio fondare un altro partito, io vorrei guidare il PLRT. Con passione, pazienza e consapevolezza. Ripartiamo dal metodo liberale, ricordiamoci chi siamo, solo così potremo spiegarlo anche all’elettorato.
Mostri sacri. Il parere di Fulvio Pelli è ancora dominante nel Partito? Nota bene. Lui mi ha assicurato di no.
L’opinione di chi ha qualcosa da dire – per fortuna – ancora conta. Ho già detto e ripeto volentieri che avremmo bisogno nel PLRT di decine di esponenti carismatici come Fulvio Pelli. Non facciamogliene una colpa se è autorevole e influente, piuttosto chiediamoci come mai, dopo di lui, si fatichi così tanto a trovare politici altrettanto capaci.
Avevo una compagna di classe che si chiamava Chiara. Era femminista, si è messa in politica ed è arrivata abbastanza lontano. On. Ferrara, trovo il suo femminismo alquanto aggressivo (e, s’intende, politicamente corretto). Ma… è sicura che le donne la votino?
Aggredisco semmai i problemi, mai le persone, dico ciò che penso e, soprattutto, penso prima di parlare. E l’elettorato, fino ad ora, mi ha ripagato e lo ringrazio. Alle ultime elezioni cantonali, senza fare campagna, sono stata la deputata più votata, insieme a presidenti in carica, candidati al Governo e via narrando. Al primo tentativo, sono poi risultata la prima subentrante al Consiglio Nazionale e sono dunque soddisfatta e fiduciosa per il futuro.
La Lega è il suo nemico giurato. Della Lega lei è, contemporaneamente, vittima e carnefice. Sembra quasi che lei non possa esistere… se non esistono loro! Questa è – ai miei occhi – una grave debolezza perché lei si mette, da sé, in subordine!
Non ho nemici giurati, né mi definisco per rapporto a chi non la pensa come me. Mi impegno in Parlamento da quasi 6 anni, in molte occasioni ho collaborato con esponenti di altri partiti, Lega compresa. Però non sono né una buonista né una pavida. Se non condivido, da qualunque parte venga, lo dico senza infingimenti. A chi ritiene che il liberalismo sia il problema e il nazionalismo la soluzione dico che sbaglia e che la storia dovrebbe avercelo insegnato. A chi offende sistematicamente gli avversari politici ricordo che senza rispetto nulla è possibile. Ai moralisti e ai populisti di ogni sponda rammento il valore della presunzione di innocenza e della serietà. Chi tace, acconsente, e nessun vero liberale deve mai tacere.
Dal 1990/91 sono passati 30 anni. Secondo me è impossibile che questi populisti, sempre in sella, siano un capriccio o una fantasia del popolo. Ci dev’essere qualcos’altro. Ma che cosa?
Il populismo, sotto varie forme e bandiere, accompagna la storia politica da ben prima della fine del comunismo. Detto ciò, alcuni, anche in casa liberale, affrontano il tema dicendo che la Lega ha avuto il merito di mettere il dito in diverse piaghe. È vero che i partiti storici, a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90, si sono illusi che la gestione del potere politico reciproco garantisse il consenso ad ognuno di loro e hanno così perso di vista una realtà in trasformazione. Giusto dunque fare autocritica, ma non cadere nell’autolesionismo. Bisogna guardarsi da quelli che vogliono competere con il populismo divenendone la bella copia. Il PLRT deve prestare attenzione e ascolto alle reali preoccupazioni della cittadinanza (che non sono percezioni!), senza ammiccamenti, però. Copiare dagli altri è quello che fanno gli studenti poco impegnati e, prima o poi, bocciano. E lei lo sa, vero Professore?
Lei è di Stabio ma io sono di Besso e la interrogo su Lugano. Come e quando il PLR riconquisterà la Perla del Ceresio? Come vede la situazione e i conflitti del Partito a Lugano?
Quando si smetterà di imitare e si tornerà ad essere l’espressione della responsabilità e della capacità. Vale a Lugano e in tutti gli altri Comuni. Ci vogliono esempi, non controversie. E ci vogliono personalità all’altezza, in grado di dimostrare che in Ticino esiste una realtà urbana che non teme il confronto con le altre grandi città svizzere.
Lei vive quotidianamente, ne scrive spesso, il dramma dei bancari. Come valuta gli otto anni in governo di Eveline Widmer-Schlumpf?
Seppur con tutti i suoi errori, è risultata più che altro un comodo capro espiatorio. La caduta del segreto bancario non è una responsabilità solo sua, la storia bisogna anticiparla sennò la si subisce. Se poi guardo all’attività di Ueli Maurer negli ultimi anni, ad esempio con l’aiuto fiscale a Paesi stranieri, fornendo dati di clienti di banche svizzere, mi dico che siamo passati dalla padella alla brace. In ogni caso il settore finanziario, per fortuna, non passa il suo tempo a rimpiangere ma a competere su un mercato molto difficile.
Perché è tanto odiato Trump? Che cos’ha fatto di male?
Trump ha svilito la dignità della carica (è esattamente quello che ha detto Ceschi, giornalista della rsi di Stato, ndI). Quando il presidente degli Stati Uniti d’America parla, scrive o twitta deve esprimere autorevolezza, assennatezza e non arroganza e sguaiatezza. Al di là del “cosa”, nel suo caso è già di per sé inaccettabile il “come”. La Casa Bianca non è un bar.
La Pandemia ha mandato Greta in soffitta? Da un male (dico io) può nascere un bene?
Concentriamoci sui problemi e non sui simboli. Il PLR ha appoggiato la nuova Legge sul CO2, occorre combattere il referendum e ricordare a chi vorrebbe di più (estrema sinistra) che i compromessi trasversali e solidi sono preziosi per la politica elvetica; allo stesso tempo, a chi vorrebbe di meno, o nulla del tutto (estrema destra) diciamo che il mondo è uno solo ed è da irresponsabili far finta di poterlo clonare.
Papa Bergoglio in quale condizione lascerà la sua chiesa?
Non sta a me dirlo, mi limito ad osservare che il suo impegno per la pace, anche quella sociale, è ammirevole. Dignità del lavoro, salari equi, rispetto delle persone. Tutti principi condivisibili, che vanno ripetuti e rafforzati soprattutto da chi come lui ha un pulpito così importante.
Lei ha scritto “Liberalismo”. Le è costato molta fatica? Ha avuto successo? L’opera contiene idee innovative sul liberalismo?
Me lo dica lei, conto di leggere finalmente una sua recensione su questo portale. (Sto leggendo. La dedica c’è, ndI)
Per finire. Io stesso (con molti altri) l’ho dipinta come donna ambiziosa. Mi faccia capire che ho torto!
Mi consideri allora un uomo ambizioso, se questo la fa stare meglio. Seriamente: usciamo dallo stereotipo della donna che sgomita. È un fatto che in oltre 150 anni di storia del PLRT non vi è stata una sola presidente donna. Se è la determinazione che occorre, ce l’ho. Se è la pazienza, anche. Mi sono avvicinata alla politica ormai 15 anni fa (quasi la metà della mia vita), credo di essere pronta per guidare il PLRT e mi auguro che tra una settimana questa sarà la decisione che prenderanno le delegate e i delegati del PLRT.
Esclusiva di Ticinolive