Archie Battersbee ha 12 anni. Ad aprile ha tentato una sfida sul Social network cinese TikTok (usato e abusato dagli adolescenti, spesso con drammatiche conseguenze) ed è stato trovato impiccato, privo di sensi, dalla madre. Finito in coma irreversibile, ad Archie potrebbe presto essere tolto il supporto vitale. Il ragazzino è infatti ricoverato in ospedale da aprile, i suoi genitori , Hollie Dance, 46 anni, e Paul Battersbee, 57 anni, di Southend-on-Sea nell’Essex, stanno combattendo una battaglia legale contro Barts NHS Trust da maggio per mantenere il figlio in vita . Tuttavia, il Royal London Hospital a Whitechapel – dove Archie è in cura – ha deciso di interrompere le sue cure lunedì 1 agosto alle 14:00.
I genitori di Archie hanno ottenuto un’udienza ieri mattina dopo che il segretario alla salute ha chiesto ai tribunali di “considerare urgentemente” una richiesta delle Nazioni Unite di continuare il suo trattamento, tuttavia la Corte d’Appello ha rifiutato di posticipare il ritiro del trattamento fino a quando l’ONU non potrà esaminare il caso. La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha respinto il ricorso per posticipare il ritiro del supporto vitale, affermando che “non interferirà” con le sentenze dei tribunali del Regno Unito. I genitori del piccolo, vorrebbero allora che il loro figlio fosse trasferito dall’ospedale a un ospizio, dove i genitori vorrebbero dirgli addio, ma l’Alta Corte ha negato persino questo, sostenendo che non sarebbe nel migliore interesse del dodicenne.
Gli avvocati del Barts Health NHS Trust hanno dichiarato in una lettera “Il trust continua a mettere il benessere e il miglior interesse di Archie in prima linea nel suo processo decisionale in merito alle sue cure. Ritiene che le condizioni di Archie siano instabili e che il suo trasferimento anche a breve distanza comporti un significativo rischio.” Così, Archie deve morire, ma non può essere trasferito all’ospizio per morire.
La mamma di Archie, Hollie Dance, ha detto che voleva che suo figlio cerebroleso “trascorresse i suoi ultimi momenti” insieme alla famiglia in privato, ma l’Alta Corte ha stabilito che questo non era nel migliore interesse di Archie.
Il giudice ha anche rifiutato il permesso di impugnare la sua sentenza dopo che gli avvocati della famiglia lo hanno richiesto.
Per ora, la madre, straziata, ha dichiarato “tutti i nostri desideri come famiglia sono stati negati dalle autorità. Siamo distrutti, ma andiamo avanti, perché amiamo Archie e ci rifiutiamo di rinunciare a lui”.
Una triste storia, quella di Archie, che oltre al sostegno vitale, fa riflettere sulla pericolosità dei social network per i bambini e gli adolescenti, non essendo la prima volta che il famigerato Tik Tok genera morti tra essi.