Lo scorso venerdì, lo scrittore britannico di origine indiana Salman Rushdie, è stato vittima di un attacco mentre stava per cominciare il suo intervento durante un festival letterario a Chautauqua, a New York. Un uomo è salito sul palco e lo ha accoltellato più volte colpendolo all’addome e al collo, per poi essere fermato e arrestato dagli agenti di sicurezza dell’evento. Rushdie è stato immediatamente soccorso e portato in ospedale in elicottero. Stando alle ultime informazioni, le sue condizioni sono critiche e non è ancora chiaro se è in pericolo di vita. Il suo agente, Andrew Wylie, ha fatto sapere che Rushdie per ora non riesce a parlare e respira solo grazie a un macchinario di ventilazione. Inoltre, ha subito gravi danni ai nervi di un braccio, al fegato e rischia di perdere un occhio. A riportare gravi ferite anche il moderatore che stava presentando lo scrittore, Henry Reese.

La polizia ha dichiarato che l’uomo che ha sferrato l’attacco si chiama Haidi Matar, ha 24 anni e vive nel New Jersey, a Fairview. Le sue motivazioni non sono note e sul caso sta indagando sia la polizia che l’FBI. Alcune ipotesi tuttavia sono state fatte dai media e non si esclude che l’attacco sia legato al fatto che Rushdie è stato condannato a morte dall’ex leader religioso iraniano Ruhollah Khomeini, nel 1989. Allora lo scrittore aveva pubblicato un romanzo, “I versi satanici” che era stato giudicato altamente offensivo per la regione islamica, in cui, secondo Khomeini, l’autore insultava l’islam e il profeta. La sentenza ha costretto Rushdie a vivere sotto protezione per anni, privandolo della libertà e degli affetti e portando alla fine del suo matrimonio.

Nel romanzo incriminato, Rushdie riprendeva e romanzava un racconto apocrifo della tradizione islamica che narrava come Maometto cadeva nella trappola del diavolo e si ritrovava in una serie di situazioni che il mondo islamico aveva giudicato blasfeme e inaccettabili. A seguito della condanna, rivolta non solo a Rushdie ma a tutti coloro che avevano in qualche modo partecipato alla pubblicazione del suo libro, diverse persone hanno sofferto di attacchi da parte di sconosciuti. Come per esempio il traduttore italiano del libro, Ettore Capriolo, che fu accoltellato a Milano, quello giapponese Itoshi Sagurashi, ucciso nel suo ufficio, e l’editore norvegese William Nygaard, ferito da tre colpi di pistola.