Una storia di spie da film, quella della russa Olga Kolobova, vissuta per anni a Napoli sotto la falsa identità di  Maria Adela Kuhfeldt Rivera. Tra il 2006 e il 2018 infatti aveva studiato e lavorato in Europa, riuscendo negli ultimi anni a infiltrarsi in diversi ambienti frequentati da ufficiali della base NATO e della Sesta flotta statunitense, costruendo un rapporto di fiducia con molti di loro. 

La donna aveva abbandonato l’Italia nel 2018 salendo all’improvviso su un aereo per Mosca senza dare spiegazioni neanche agli amici più stretti o al proprio fidanzato. 

La storia è stata portata alla luce da una inchiesta congiunta tra Repubblica, Bellingcar, Der Spiegel e Insider. I dubbi sulla sua vera identità erano sorti quando confrontando il numero di uno dei passaporti della donna con quelli degli agenti già identificati si erano trovate delle corrispondenze. L’agenzia di intelligence russa infatti, la GRU, era solita dotare i propri agenti con passaporti che avevano numeri di serie molto simili. 

Durante il suo soggiorno in Europa la  Kuhfeldt Rivera raccontava di essere figlia di una madre peruviana e padre tedesco e che era entrata in contatto con la Russia in modo quantomeno bizzarro. Stando alla storia che raccontava, sua madre l’aveva partorita a Mosca durante le Olimpiadi del 1980 e la abbandonò lì, ad una famiglia di amici. Da lì il passaporto russo.  Kuhfeldt Rivera aveva studiato a Londra e frequentato dei corsi di gemmologia a Roma, aprendo infine una propria società di gioielli, che pubblicizzava ampiamente ma che sembra non generasse grandi profitti. Fatto quest’ultimo che suscitava non pochi dubbi nei suoi conoscenti, in quanto conduceva uno stile di vita molto al di sopra delle sue possibilità economiche. Molti infatti si chiedevano da dove prendesse i soldi per partecipare in modo così attivo alla vita sociale di Napoli. Nel 2012 si sposò con un uomo dalla nazionalità poco chiara che però ben presto morì a Mosca a causa di una malattia che sembrerebbe non colpisca quasi mai gli uomini. 

Non è  chiaro se Kolobova sia effettivamente riuscita a entrare in possesso di informazioni rilevanti ma di certo ha fatto di tutto per riuscirci. Tra viaggi internazionali e la sua attività di segretaria del Lions Club “Napoli Monte Nuovo”, è stata in grado di attirare le simpatie e la fiducia di numerosi ufficiali della NATO, statunitensi e non. 

In realtà, stando all’inchiesta, Olga Kolobova è figlia di una alto ufficiale russo di cui non si avevano più notizie in Russia da 13 anni. Oggi sembrerebbe viva a Mosca e non ci sono indizi sul fatto che la NATO stia indagando sull’accaduto.