Troppo facile nascondere la morte di una principessa dietro l’immagine fantomatica di un autista alcolizzato troppo distratto

“C’è stato un incidente. Tra le vittime c’è una persona importante”. Una telefonata, a Sami Nair, l’allora Ministro degli Interni Francese. E la monarchia britannica cambiò per sempre. Perdendo la sua Rosa d’Inghilterra, come la chiamò Elton John alle esequie. Da allora le teorie del complotto non si sono mai fermate. Un nascituro figlio dell’erede mussulmano Dodi al Fayed, scomodo per la pallida e austera monarchia inglese, è una delle teorie per la quale la principessa sarebbe stata uccisa, un incidente troppo facilmente nascosto dietro l’immagine di un autista alcolizzato troppo distratto.

6 settembre 1997, William e Harry al funerale della madre, lady D

La premonizione – “Mi svegliai più di una volta, quella notte del 31 agosto dei miei 15 anni. Ero inquieto.” ospite dei nonni nel castello di Balmoral, William, allora un ragazzo, racconta, in un lungo capitolo del libro dedicato al principe Carlo, Born To Be a King (Ibis, 23,50 euro) come quella terribile notte non riuscisse a prender sonno. Soltanto la mattina dopo avrebbe avuto la notizia che nessun bambino dovrebbe mai avere: quella della morte della madre. Questa sera, in un programma televisivo, racconterà, assieme al fratello Harry, quell’ultima telefonata del 30 agosto 1997. Sei giorni dopo, alle esequie della madre, ai due principini sarebbe stato impedito di piangere. Poiché nessun principe può piangere in pubblico. Nemmeno  se questi è un bambino, al funerale della propria mamma.

Il 31 agosto 1997 in un terribile incidente a Parigi morì la principessa più amata della Storia, Lady Diana Spencer. Il padre di Dodi al Fayed, ha sempre sostenuto che la morte della principessa e di suo figlio siano stati la conseguenza di un complotto. Ancora oggi i dubbi sulla versione ufficiale non si fermano.

le ultime ore di vita dei due amanti

Il 30 agosto Dodi e Diana avevano pranzato in Sardegna, di lì, dall’aeroporto di Olbia, avevano preso il volo nel primo pomeriggio per Parigi (anziché Londra, come precedentemente progettato), nella capitale francese avrebbero infatti dovuto ritirare un anello che Dodi aveva deciso di regalare a Diana.

l’autista “ubriaco”

Atterrati a Orly, Dodi chiese all’autista di portarli al Bois de Boulogne, per mostrare alla fidanzata la casa dell’ex sovrano inglese Edoardo VIII. Il padre di Dodi, Mohammed Al- Fayed, proprietario del prestigioso magazzino di moda Harrods di Londra e del Ritz a Parigi, aspirava da tempo a un ruolo a Buckingham Palace. A mezzanotte circa qualcuno disse al vice responsabile della sicurezza del Ritz, Henri Paul di portare Dodi e Diana all’appartamento di rue Arsène Houssaye. Questi,  secondo le cronache, avrebbe bevuto una decina di Pernod, alcolico al 40%. Come può un uomo bere dieci bicchieri di una bevanda con un contenuto alcolico al 40% ed essere ancora in grado di intendere e compiere gesti? la domanda sorge spontanea.

la morte della principessa

Questi, con la guardia del corpo Jones al suo fianco e i due nobili dietro, partito ad alta velocità alle 00.20, alla guida di una Mercedes nera da tutte le guardie giudicata un rottame poiché rimessa in sesto dopo un pauroso incidente, passò un semaforo rosso, attraversò Place de la Concorde in direzione della Voie Pompidou lungo la Senna. L’auto, dicevano gli autisti del Ritz, sbandava nelle curve ad alta velocità. E così avvenne, quando si scontrò con una fiat bianca Uno guidata da Le Van Than, di origini vietnamite. Urtò un fanalino della fiat e si schiantò contro il tredicesimo pilastro della galleria, a 12o km orari.

L’angelo della morte

“Aveva un viso d’angelo, l’angelo della morte. Era bellissima, nonostante stesse morendo.” Sami Nair, allora ministro degli interni, vide la principessa, morente e oggi, a 51 anni, vent’anni dopo, racconta la sua impressione su cui, negli anni passati, avrebbe dovuto tenere il massimo riserbo. Più tardi arrivò il padre di Dodi e le accarezzò la fronte.  Disse “Dio ha voluto così.”

Tutte le foto che scattarono i fotografi in quella notte tragica, non furono mai pubblicate.

Diana – l’ultimo, inconsapevole, addio

Chi poteva immaginare che quella telefonata, un saluto veloce al tramonto del 31 agosto 1997, sarebbe stato l’addio di una madre ai suoi due figli? William e Harry avevano 15 e 12 anni, e oggi, a distanza di vent’anni, raccontano ai media l’ultimo, inconsapevole, saluto, alla loro mamma. “Rimpiangerò per sempre quell’ultima telefonata, così breve” commenta Harry, 32 anni, secondogenito della casa reale. “Io e Harry avevamo fretta di salutarla” commenta invece William, l’erede al trono d’Inghilterra “se avessi saputo cosa sarebbe accaduto, non sarei certo rimasto così indifferente. Avrei voluto dirle più cose. Era la madre migliore del mondo.” ll principe non rivela i dettagli di quella conversazione, alle telecamere che, sui divani di Kensistong Palace, registrano un documentario che andrà in onda nelle tv italiane di questa sera (canale 5, seconda serata).

oggi, alla commemorazione, Carlo e Camilla non ci sono

Ai giardini bianchi, dedicati a Lady Diana, William, Harry e Kate hanno reso omaggio alla principessa del galles. assenti, invece, Carlo e la sposa Camilla, che con la regina hanno dichiarato di voler mantenere il massimo riserbo. La freddezza dei reali è storica, ormai. Così come nota è l’indimenticabile  carisma della scomparsa “rosa d’Inghilterra” e la freschezza apportata dai di lei figli, che, nonostante gossip e polemiche, (nonostante il riso poco consono della principessa Kate) recano nel volto la stessa dolcezza della madre, e il di lei ricordo, eterno.

CF