Negli uffici dell’IBC, Insurance Broking and Consulting, che si trovano in via Serafino Balestra a Lugano, si possono spesso ammirare belle esposizioni di quadri. In queste settimane mentre usciamo (si spera!) dalla dolorosa segregazione pandemica, tutto riparte, anche l’Arte.

Abbiamo intervistato per voi l’artista. Zendralli apre il discorso con una

Premessa

Mi è sempre piaciuto dipingere già da giovanissimo. Dal 2008 al 2010 ho iniziato a dipingere in modo sperimentale. Dal 2010 fino al 2013 ho dipinto in modo assiduo tenendo nascosti i miei quadri senza nemmeno pensare a qualsiasi vendita.

In quel periodo ho dovuto interrompere la mia attività di architetto causa il sopraggiungere della mia malattia del Parkinson e il peggioramento graduale della mia salute.

Nel 2013 incontro Cristina, anche lei artista, che cambierà il mio modo di pensare e mostrarmi al pubblico con i miei lavori pittorici. Attraverso il gallerista genovese Claudio Ruggieri prende contatto con lo scrittore e critico d’arte di New York ALAN JONES per mostrare i miei dipinti. Ne rimane colpito a tal punto di voler scrivere la storia della mia vita con il libro/catalogo edito da Electa Mondadori e intitolato “The creative impulse”.

Francesco De Maria Oggi lei è un artista affermato. Quali critici scrivono di lei?

Sandro Zendralli Alan Jones, grande scrittore e critico d’arte di New York. Si legge in “The Creative Impulse” : “Mi ha colpito l’autenticità della sua espressione. Il suo lavoro possiede una sincerità, una inevitabilità, tutte sue, una geistliche Herausforderung, una provocazione spirituale, una sfida alla nostra percezione. O forse potrei usare una parola più semplice: Zendrallità”.

Enzo di Martino, giornalista, scrittore, critico d’arte, collabora da sempre alla Biennale di Venezia. Curatore della mia mostra personale a Venezia nella Schola dell’arte dei Tiraoro e Battioro adiacente alla chiesa San Stae sul Canal Grande.

Giorgio Colombo di Milano, celebre fotografo d’arte: ha fotografato tutte le opere che appaiono nel libro di Alan Jones edito da Electa.

Paolo Levi, scrittore e critico d’arte, autore della Enciclopedia Bolaffi di Roma, curatore del mio catalogo della mostra di Roma del dicembre 2019 alla Galleria Ulisse, il cui proprietario Carlo Ciccorini ha ricevuto quest’anno il premio Howard per la promozione della cultura in Italia.

Se Zendralli fosse diventato pittore a vent’anni, quale sarebbe stato il suo percorso artistico?

Sarebbe prevalso un hobby per la pittura nei confronti di un’attività professionale principale.

C’è una relazione evidente o nascosta tra Zendralli architetto e Zendralli pittore?

Non c’è nessuna differenza, le due discipline; sono diventate dipendenti l’una dall’altra per il mio estremo bisogno di creare opere pittoriche e di architettura.

Qual è a suo giudizio la migliore architettura da lei creata?

Il quartiere di Ravecchia: vedi pubblicazione Alan Jones pag.207 cap.9, il sogno di costruire.

Quali edifici di pregio osserva nella città di Lugano?

I due stabili di epoca barocca in centro, la chiesa degli Angeli e il riuscito edificio moderno del LAC.

Lei è un artista internazionale, ha viaggiato molto nella sua vita?

Ho visitato ampiamente la Francia, parte della Germania e quasi tutta l’Italia. Ho soggiornato due volte a New York per rendere visita a Diane Lewis nella sua università di architettura di Cooper Union.

Che cosa le ispira pittoricamente San Bernardino, dove abita?

San Bernardino è la mia dimora preferita, un posto incantevole e magico dove per 25 anni ho trovato l’ispirazione per dipingere le sue montagne.

Ci parli di Ibiza, isola sulla quale lei ha allestito mostre. Ci sono molte gallerie?  I paesaggi dell’isola trovano spazio nelle sue pitture?

La magia di Ibiza è la luce chiara del Mediterraneo e il clima temperato che crea un binomio straordinario. La tela denominata Talamanca è tra i miei dipinti preferiti.

Un bel volume, che illustra la sua arte, ha come titolo “The Creative Impulse”. Ci parli di questo impulso creativo che la spinge verso la sua opera.

La mia opera è spontanea, basata solo sull’emozione e l’impulso creativo del momento tramutato sulla tela senza ripensamenti.

Straordinario nei suoi dipinti è l’uso del colore. Quali sono i suoi colori fondamentali? Quali gli accostamenti di colore da lei prediletti? Qual è il suo colore per la gioia? Quale per il dolore?

Sono di base le diverse tonalità di blu accostate al bianco luminoso delle nuvole che si riflettono alla luce del sole. Gli accostamenti di colore preferiti sono il giallo e il rosso con il nero.

Il colore della Gioia è il celeste chiaro con sfumature in oro e argento.

Il colore del dolore può essere qualsiasi colore messo sulla tela in modo squilibrato come se si volesse annullare la tela.

Vedo tra le sue opere alcuni “Zendral Numeri”. Si tratta di arte matematica?

No, la matematica non c’entra. Sono semplicemente delle linee che si intersecano e giocano tra di loro per raggiungere delle forme precise non casuali.

Oggi moltissimi artisti sono attivi sui social. Anche lei?

Sì, perché l’artista ha più possibilità di farsi conoscere in tempo reale e di vendere le sue opere.

Con quali criteri ha scelto i quadri da esporre alla IBC ?

Facendo una scelta equilibrata, tenendo conto degli spazi a disposizione.

Per finire, chi vorrebbe al vernissage della mostra, che si farà quando saremo più liberi di riunirci?

Prima di tutti mio padre e mia madre, oramai scomparsi da lungo tempo, i quali mi hanno regalato e impresso nella mia persona un’infanzia meravigliosa che mi ha permesso di attingere in qualsiasi momento il beneficio di tutti gli stimoli emozionali del mio passato e presente, che sono rimasti intatti e indelebili. Poi i miei figli e gli amici più cari.

Esclusiva di Ticinolive