Si è svolto a Milano con molto successo e partecipanti da tutta Italia, sabato 17 Settembre presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose il secondo convegno di Counseling Spirituale dal titolo evocativo di “Born to love”. Promosso da Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano, In collaborazione con la Scuola di Alta Formazione Milan Insight School.Con il patrocinio del Graduate School of Religion & Religious Education (Fordham University – NY) e con la partecipazione di Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e organizzato dalla Prof.ssa B. Marchica. Una pratica ancora poco conosciuta e diffusa nella vicina Italia che sostanzialmente ha nella sua prima regola il semplice “porre attenzione” al dono di se stessi. Una sfida affascinante che hanno colto sia gli organizzatori della scuola di Milan Insight School, che l’accreditamento della prestigiosa associazione di categoria di counseling italiana di Assocounseling.e si avvale del metodo “speed” interamente ideato dalla stessa organizzatrice dell’evento che attraverso il sentire, pensare discernere e scegliere offre una chiave di accesso al counseling per potenziare il proprio processo di consapevolezza spirituale e, perchè no, interiore. Partendo proprio dall’approccio del teologo canadese Lonergan, Temi scelti con cura, quelli del secondo convegno (il primo si svolse nel 2018 ) come la scelta degli interventi, da parte del direttore scientifico, la Prof.ssa Barbara Marchica appunto, che ha guidato il convegno come una sorta di viaggio nel counseling ma sul fine del porre attenzione a se stessi e all’Amore cristiano (molti i partecipanti consacrati o insegnanti di religione), al fine di essere consapevoli delle dinamiche di conoscenza delle proprie scelte, facilitando in questo modo anche la vita con gli altri. Un convegno che vuole essere anche una sorta di bussola su chi si interroga su “quel qualcosa” e chi ne offre insomma, l’esperienza di una pratica di qualità come il counseling in generale che in Italia, purtroppo fa fatica ad essere riconosciuta se non come buona pratica nelle terapie brevi strategiche o nelle sedute sempre e solo della pratica psicologica non esistendo come categoria quella del counselor. A maggior ragione quello spirituale: categoria ancora tutta da scoprire. Ma a spiegare cosa sia il counseling, ,ed in particolare il counseling spiritual è sicuramente il buon intervento al convegno del prof. irk Bingaman della Fordham University di New York in America, che ha cercato di far comprendere come attivare la dinamica della “compassione”nelle relazioni sia uno strumento in più,, approfondendo una riflessione su spiritual counseling e neuroscienze.Perchè tutti, in fondo, si interrogano su come scegliere la via giusta e proprio per questo il convegno parte sull’idea del “”Born to love”, così ha offerto in questo senso molti spunti di riflessione partendo proprio da prospettive culturali effettivamente molto differenti, in particolare in questi tempi pandemici, come appunto la presenza di un esperto di New York, con l’intervento del professor Bingman appunto , ovvero osservazione privilegiata dall’ America di questa pratica , per poi tornare in Italia, con la presentazione della Dott.ssa Eria Iacona della Università degli studi di Padova che ha offerto un recente studio qualitativo dell’esperienza del counseling sprirituale in epoca pandemica Covid19 in Italia.

Psicologia e Spiritualità quindi sempre possibile?Sicuramente un tema da esplorare come un altro aspetto interessante che è stato approfondito nelle tante testimonianze di partecipanti ai corsi sia consacrati e no, come gli interventi e la formazione possano offrire una nuova chiave di lettura sulla società. Durante il convegno poi, con una sorta di anteprima del nuovo libro edito da Ancora che verrà lanciato tra qualche settimana nelle librerie,la Prof.ssa Marchita traccia il profilodi una esperienza concreta di sei mesi di counseling spirituale in una parrocchia milanese, presentandone spunti e riflessioni sulla realtà parrocchiale di oggi in Italia.

Perchè, in fondo, la prima regola del counseling è sempre stata la stessa: quella del «porre attenzione».Porre attenzione a se ed agli altri. Ed questa sua declinazione che rende , forse, in Italia, il Counseling difficile da prevedere come categoria senza legarlo lavorativamente alla psicologia. Chissà. Ma proprio il Counseling spirituale dimostra forse che è possibile, sicuramente per quel senso profondo di diventare anche consapevoli delle dinamiche della propria intelligenza e conoscenza ,oltre che della propria scelta di essere se stessi.Si ha sicuramente, durante il convegno, la percezione di una esperienza di “qualcosa”. Perchè si interroga su quel “qualcosa”. E concludendo, riflette su ciò che l’intuito spesso solo suggerisce ma che con la pratica del counseling si può rendere conoscibile: i propri valori e credenze personali . Si esprime un giudizio “di verità” forse, sul proprio amarsi ed amare molto personale. Chissà. Ma sicuramente con il counseling spirituale si cerca di trarne delle conclusioni su se stessi, senza giudicarsi. Cosa fare a quel punto? Quale è , insomma, il valore delle conseguenze ? Davvero con il counseling spirituale si può scegliere la via giusta? Chissà.Conoscere se stessi però con il counseling, spirituale e non, è possibile. In fondo,il consueling spirituale è migliorare, le proprie relazioni , attraverso il dono di sè a se stessi attraverso l’Amore universale.