L’ex Primo Ministro Abe è stato il Premier più longevo del dopoguerra, addirittura con due mandati. Come sappiamo Shinzo Abe era un predestinato della politica sia da parte materna che paterna. Il suo pedigree  era straordinario. Alla fine del suo mandato ha messo gli uomini voluti al posto giusto, incluso l’attuale leader Fumio Kishida, uno dei suoi preferiti. Abe, terminato l’incarico, ha continuato a fare politica e ci ha lasciato le penne. Come si dice, i politici non muoiono mai, scompaiono poco a poco. L’8 luglio scorso Abe è stato ucciso da uno squilibrato ad un comizio elettorale anche per l’insipienza della polizia che non lo ha protetto abbastanza. Il proiettile lo ha ucciso sul colpo. Le indagini sull’assassino ci dicono che il motivo sia da attribuire al fatto che la madre aveva fatto bancarotta donando tutte le sue sostanze alla nota Chiesa dell’Unificazione che fu fondata dal reverendo Moon negli anni ’50.

Parrebbe che l’assassino abbia visto Abe in televisione in occasione di un suo discorso ad una conferenza della Chiesa e ciò lo ha convinto che ne fosse responsabile. Certamente nessuna complicità formale, ma è certo che molti politici si finanzino con i fondi di queste sette religiose che, normalmente anche per motivi (esenzioni) fiscali, sono molto ricche di cassa. Per questo si parla di power politics per farsi eleggere al Parlamento e mantenersi in carica, infatti è nota la cifra  minima necessaria (centinaia di migliaia di euro) all’uopo. Ergo, ci si rivolge dove i fondi ci sono. Risulterebbero centinaia (fonte FT) i politici che si finanziano tramite queste entità.

C’è anche un N.B.: il nonno di Abe, Nobusuke Kishi, da Primo Ministro negli anni ’50 aprì apparentemente le porte del Giappone a Moon ed alla sua Chiesa.

Interessante e brillante politico Kishi. Fu in prigione nel dopoguerra a Sugamo, incriminato come criminale di guerra di classe A e quindi punibile con l’impiccagione, ma venne salvato dalle forze occupanti americane perché in quel momento a loro tornava comodo.

Dopo i fatti, la farsa del funerale di Abe.
Intanto i polls indicano che la popolazione è decisamente contraria ai funerali di  Stato perché non è da tradizione. Spreco di danaro pubblico. Anche alcuni partiti e parlamentari sono contrari, ma il Premier Kishida, fresco di vittoria elettorale lo ha deciso ed è qui che entriamo nelle particolarità della cultura giapponese.

Ben 6 membri della famiglia imperiale parteciperanno alle esequie politiche, quelle private sono già passate e qui viene il bello. Non parteciperanno l’imperatore Naruhito e la bella Masako, l’Imperatrice. Ma come? La coppia imperiale è appena rientrata da Londra dove aveva presenziato ai  funerali della Regina Elisabetta…

La risposta: con la famiglia reale inglese c’erano legami familiari stretti ed antichi. Una risposta criptica se si tiene conto che di solito l’Imperatore non partecipa ai funerali perché la morte all’interno delle pratiche shinto che hanno nelle istituzioni imperiali uno dei principali capisaldi, è considerata fonte di impurità rituale.

Difficile da capire nel 21mo secolo se non fosse che intorno a noi c’è tanto di peggio e alla faccia di chi sostiene che il Sol Levante sia  moderno e facile da capire.

V.Volpi