di historicus

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In questi giorni Cuba è in prima pagina su tutti i media e molti si domandano quale sarà il destino di quell’isola dove sessant’anni fa prese il potere un rivoluzionario comunista.

Secondo questo articolo, interessante e sorprendente, l’avvento di Fidel Castro sarebbe stato profetizzato da un arcivescovo più di un secolo prima. E non manca un lieto fine per Cuba.

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L’arcivescovo Antonio Maria Claret, nato in Spagna il 23 ottobre 1807, è stata una figura molto amata dai poveri e dagli schiavi dell’isola di Cuba. Alla sua morte divenne una figura di protezione spirituale che la maggior parte dell’isola invocava.

A cavallo di un asino, ha attraversato più di 35 volte la Sierra Maestra, per evangelizzare e aiutare i poveri e gli schiavi del luogo. La sua diocesi come arcivescovado comprendeva Camagüey e Oriente. Non si occupò mai di affari politici, ma come spagnolo servì spesso da mediatore tra cubani e spagnoli durante la guerra d’indipendenza. Tra le sue opere più importanti ci furono la Cooperativa di risparmio e prestito e l’Istituto delle Suore di Maria Immacolata, per aiutare i bambini poveri ed è stato presidente degli Amici del paese.

Stava viaggiando sul suo asinello attraverso la Sierra Maestra, accompagnato dai suoi seguaci, quando nel momento in cui cadde svenuto, tutti pensarono che fosse a causa del gran caldo del luogo. Nel tentativo di aiutarlo, il prelato iniziò a parlare come in estasi di ciò che i suoi occhi vedevano. Oggi molti si rendono conto che quelle previsioni sepolte per anni negli archivi della cattedrale di Santiago de Cuba, si sono avverate passo dopo passo. Questa versione è stata manoscritta ed appartiene al secolo XIX.

La Profezia dell’arcivescovo Antonio María Claret dice così testualmente:

“Un giovane della Città verrà in questa Sierra Maestra e passerà poco tempo a commettere atti lontani dai comandamenti di Cristo, ci sarà inquietudine, desolazione e sangue, indosserà una divisa non tradizionale, mai vista nel paese, molti suoi seguaci porteranno rosari e crocifissi appesi al collo e immagini di tanti santi insieme ad armi e munizioni, questo giovane scenderà dalle pendici della Sierra Maestra con la barba e tante volte fumando un sigaro, sarà accolto con fervore dal popolo cubano, che ingannerà. Lo dividerà e lo lascerà nell’angoscia con molto dolore e sangue.

La repubblica sarà consegnata a un uomo che viene da un paese molto lontano, che parlerà una lingua che non è né spagnola né romana. Con la ricchezza dell’isola, Cuba consegnerà la sovranità e l’indipendenza per cui combatte oggi (si riferiva alla guerra d’indipendenza). Tutti i cubani saranno prigionieri e schiavi di un sistema malvagio.

Questo giovane governerà per quasi 4 decenni, quasi mezzo secolo, in quel tempo ci sarà sangue, molto sangue, il paese sarà devastato, quando quel tempo sarà scaduto, quel giovane che sarà vecchio, cadrà morto e allora il cielo cubano diventerà pulito e azzurro senza questa oscurità che ora mi circonda.

Wikimedia commons (Christian Frei) – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/deed.en

Si alzeranno colonne di polvere e ancora il sangue inonderà il suolo cubano per alcuni giorni, tuttavia, come dice il proverbio “Dopo la tempesta, verrà la bonanza”, quando ciò accadrà, uno stato di gioia, pace e unione tra i cubani verrà e la repubblica fiorirà come nessuno può immaginare.

Ci sarà un grande movimento di navi nelle acque e da lontano le grandi baie di Cuba sembreranno città incastonate nel mare.

Ci sarà vendetta e vendetta tra gruppi feriti e altri avidi, e per un breve periodo lacrimeranno gli occhi.

Dopo questi giorni burrascosi, il meglio per Cuba deve ancora venire. Le malattie saranno debellate, verrà il pentimento, le false religioni si estingueranno, la fede cristiana entrerà nei cuori atei.

Dopo tutta questa catastrofe che ora vedo, uscirà l’arcobaleno, annunciando pace e prosperità per tutti i cubani.

Cuba sarà l’ammirazione di tutta l’America, compreso il Nord.”

Sant’Antonio Maria Claret fu arcivescovo di Cuba tra il 1851 e il 1857. Secondo la tradizione orale, la Vergine della Carità del Rame (Virgen de la Caridad del Cobre) rivelò al santo che l’isola avrebbe subito una dittatura di oltre quarant’anni, che si sarebbe conclusa con la morte del capo nel suo letto e uno spargimento di sangue.

La rivelazione della Vergine parlava di un uomo molto audace, «che saliva su quelle stesse montagne con le armi in pugno, e dopo pochi anni scendeva in trionfo con una folta barba, accompagnato da altri uomini barbuti con i capelli lunghi».

Il leader “sarebbe stato acclamato da tutti per le numerose riforme di utilità popolare, avrebbe gradualmente preso tutto il potere, facendo precipitare il popolo cubano sotto una ferrea dittatura che sarebbe durata 40 anni, in cui Cuba avrebbe sofferto numerose calamità e disagi. Alla fine, l’uomo morirebbe a letto.”

Dopo la sua morte, prosegue la profezia, “ci verrebbe un breve periodo di instabilità e di scontri, in cui si verificherebbe anche qualche spargimento di sangue, anche se poi la nazione cubana risorgerebbe a poco a poco fino a raggiungere un posto di rilievo nell’arena internazionale”.

Le parole di Sant’Antonio Maria Claret, pronunciate più di 100 anni prima della rivoluzione castrista, sono state tramandate di generazione in generazione e sembrano diventare particolarmente rilevanti in questi giorni.

Estratto e tradotto da:

http://granperdonanza.blogspot.com/2012/04/profecia-sobre-cuba-de-san-antonio.html