I perchè della ricerca scientifica sul cervello umano. Istruzioni per l’uso. Quando conservare integro il proprio cervello , sta diventando la vera sfida di questo millennio aumentando cosi esponenzialmente questo segmento di malattie. Ne parla , alla presenza dei piu’ grandi ricercatori di malattie neurodegenerative , una conferenza presso la Fondazione Prada di Milano, nella vicina Italia ed una mostra tuttora aperta al pubblico.Un evento davvero unico che ha accompagnato non solo la mostra , che si concluderà il 10 Ottobre presso la sede della fondazione di Largo Isarco a Milano,ma anche l’intero progetto ed una serie di workshops ad esso connessi.

Come recita il comunicato stampa, i giorni del 6 ottobre e 7 ottobre 2022 presso la Fondazione Prada Cinema di Milano hanno visto lo svolgersi del bel convegno scientifico che segna il momento cardine di ‘Preserving the Brain’ ed i suoi mille perche’: “Il forum sulle malattie neurodegenerative è la quarta fase di “Human Brains”, il progetto di neuroscienze della Fondazione Prada. Giancarlo Comi ha ideato questa iniziativa in dialogo con tredici tra i più prestigiosi istituti e università internazionali di neuroscienze. Questo convegno è rivolto ai ricercatori e alle università partecipanti al progetto e ai rappresentanti di importanti istituzioni del settore sanitario”. La conferenza poi, è anche stata trasmessa in streaming ed è stata visibile a tutti sulla piattaforma online della fondazione all’indirizzo :www.humanbrains.fondazioneprada.org e con traduzione simultanea dall’inglese, lingua appunto del convegno in presenza.Come ha affermato la stessa Miuccia Prada, Presidente di Fondazione Prada, “Per noi questa fase del progetto è particolarmente significativa in quanto permette di comprendere più da vicino l’impatto della ricerca scientifica sulla nostra vita quotidiana, e in particolare sulla scoperta di possibili cure e trattamenti. “Preserving the Brain” dimostra anche quanto siano fondamentali la collaborazione e la condivisione delle conoscenze all’interno della comunità scientifica. Questo primo forum internazionale potrebbe diventare ricorrente e consentire alle organizzazioni a cui siamo associati di comunicare con un pubblico più ampio, come vorrebbero, e alla Fondazione Prada di contribuire concretamente alla ricerca neuroscientifica”.Un grande sforzo ma anche un grande stimolo.Dove “Preserving the Brain” significa un po’ anche entrare in un cervello umano, al fine di porsi quell’unica domanda ancora insoluta: “perche’?”.Perchè? Perchè è cosi importante che esista un momento di riflessione “critico” tra gli scienziati internazionali che se ne occupano con i loro staff ma intanto l’Alzheimer, il Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica e la sclerosi multipla, sono purtroppo sempre piu’diffuse e purtroppo, incurabili.Perchè i fondi per la ricerca sono cosi pochi per un problema cosi diffuso spesso a carico quasi interamente su caregiver e famiglie?Curare il cervello è possibile al momento solo con l’amore e non con la scienza, spesso impotente ed in continua ricerca?Concludendo proprio su questo aspetto, interessante la tavola rotonda del secondo giorno dove studiosi, esperti di tecnologia, rappresentanti dell’industria farmaceutica e associazioni di difesa dei pazienti hanno discusso delle sfide future nello sviluppo delle nuove possibili terapie durante il convegno e, nella sala Podium, lo spazio al centro del labirinto-allestimento ideato dallo studio americano 2X4 , la mostra che diventa “il fulcro”, una sorta di “nucelo” dei 14 diversi percorsi, come appunto le sezioni curate dai centri di ricerca ospitati nel convegno a livello mondiale.La sede della mostra, in un unicum tra gli spazi della Fondazione Prada, infine , con il percorso dell’ultima sala, la n.14, diventa una sorta di risposta a tutti quei perchè. Semplicemente con l’installazione del lettino d’ospedale messo in mostra: il lettino poltrona su cui avviene tutto, che materializza davvero quel perchè ed il suo senso dai mille risvolti: perchè è necessaria la ricerca, perchè avere delle speranze da parte del paziente che si presta alle speriementazioni, perchè è necessario che tutto questo avvenga sotto l’occhio dell’incontro tra esseri umani che cercano di dare risposta a tutti questi perchè, senza sentirsi una divinità. Perchè forse, la vera parola a cui si dovrebbe dare riposta con la ricerca scientifica in questo campo è “limite” della malattia e non solo.