Seguo sempre con interesse ciò che scrive Gideon Rachman sul Financial Times. Il titolo del suo scritto di oggi è, in epigrafe, molto importante. Si allaccia ad un dibattito centrale del pianeta e su quale sia il modello politico/economico per il futuro. Quello di mercato e democrazia o quello di un socialismo con caratteristiche cinesi come si postula da Pechino ed alleati che invocano di cambiare le strutture esistenti (ONU, WTO, G7, FMI) ormai secondo Pechino logore ed obsolete.

In questo scritto Rachman mette a confronto due situazioni attuali nei due mondi contrapposti. Il Regno Unito di fronte alla nomina della Premier Liz Truss e la prossima rielezione del leader del Partito Comunista Cinese Xi Jinping.

Ad occhio nudo si può capire che il modello politico cinese sia più stabile. Al XX Congresso sarà tutto deciso per alzata di mano dalla folla dei votanti, senza urla, agitazioni, contrarietà dei media. La Truss invece dopo appena un mese dalla sua nomina corre già il rischio di lasciarci le penne sulle politiche economiche.
“È la democrazia bellezza” come si dice dalle nostre parti, ma visto e manipolato in salsa cinese, è la dimostrazione che l’Occidente è ormai una cambiale scaduta.

A Pechino si scrive “The East is rising, the West is decling”, cioè è ora di adottare il modello cinese che offre maggiore stabilità e permette una programmazione a lungo termine rispetto a noi che siamo tutto labili e brevi. Quindi, sintetizzando, il confronto è fra l’ordine del modello cinese ed il caos delle democrazie liberali occidentali.

L’autore fa un esempio. A Birmingham la Truss predica “crescita, crescita, crescita”. In Cina nessun proclama, ma parlano i fatti.

Secondo la Banca Mondiale il PIL della Cina dal 1978 (arrivo di Deng Xiaoping) ai nostri tempi, l’economia è cresciuta del 9% medio che ha contribuito a portare 800 milioni di persone (non 800 mila..) fuori  dalla sacca della povertà, come confermano i dati. Mentre  da noi si discute e si blocca (vedere la storia dei degassificatori di Viareggio) in Cina senza tante storie si sono costruite autostrade per decine di migliaia di km, per non parlare dei treni ad alta velocità che puntano ad avere 30 mila km di gestione. Perché allora non cercare di adattare quello che si può del modello Cina? Con ciò però senza dimenticare che le culture non sono trasferibili. Ricordiamocela quando si fanno indagini di opinione in zone di cultura confuciana su quale sia la graduatoria dei valori. Da loro le priorità sono l’ordine, da noi la famiglia. Nel nostro modello con molte varianti si discute, si dibatte, qualche volta non si procede. Non è come il modello autoritario di Xi che gode di meritocrazia ai livelli alti del partito, ma non è così per i comuni cittadini.

È vero che i nostri modelli sono in crisi, ma bisogna tenere conto di quello che ha scritto Lord Desai “non c’è una crisi del capitalismo, c’è una crisi del capitalismo che è diventato geriatrico”. La dinamica capitalistica con la sua energia, innovazione, fame di crescita si è mossa verso Est”. Il che non significa, stando a Rachman, che il modello autoritario di Xi sia scevro da problemi. A cominciare dalla crescita economica di quest’anno che non è in grado di raggiungere l’obiettivo previsto del 5.5%.
La stabilità di lungo termine, uno dei cardini del modello postulato dal PCC, è in discussione per vari problemi: la politica di zero Covid ha creato malumori sociali e rallentato i consumi privati. Si sono poi deteriorate le relazione con gli Usa. La crisi immobiliare a cominciare da Evergrande sta facendo gravi danni . Scrive Rachman “l’Inghilterra ha costruito troppo poche case, la Cina troppe”. L’attacco agli arricchiti nell’high-tech ha creato perdite per 2 trilioni di dollari!

Conclude Rachman, “il 16 ottobre migliaia di cinesi disciplinati ed azzimati alzeranno la mano per approvare Xi ed il suo prossimo mandato senza batter ciglio, ma in fondo, la confusione comunque (negli UK) è molto meno preoccupante e pericolosa del modello cinese con un leader con un maggior potere dai tempi di Mao… un leader il cui giudizio si è dimostrato discutibile”.

Un dibattito in corso, complesso che però merita tutta la nostra attenzione.

V.V.