Una è quella iniziata in modo proditorio e maramaldesco da Putin contro l’Ucraina. Motivata dal sogno del risorgere della Grande Russia, quella della cupa e gelida ferocia degli Zar, continuata con maggior ferocia da Lenin, Stalin e compari.Il popolo e l’esercito ucraino hanno reagito inmodo sorprendente guadagnandosi stima esostegno. Gli USA, anche per il loro interesse volto tra l’altro ad indebolire una Russia possibile alleata dei cinesi, ha fornito e fornisce agli ucraini finanziamenti, armi e rifornimentibellici, l’appoggio dei suoi servizi d’informazione satellitari e altri. La NATO non può intervenire, è più di aiuto con consigli e formazione di quadri. Ma va ricordata anche la generositàdi una Polonia – che giustamente diffida dal potere comunista russo all’origine di moltissime sofferenze – che ha accolto 1,6 milioni di profughi ucraini e dalle cui frontiere passano i rifornimenti militari.Diverse le realtà a livello mondiale. In quella costosa fabbrica di chiacchiere che è l’ONU, che ha però una sua utilità inquanto permette di tenere aperto un canale di comunicazione tra 193 Paesi di orientamento diverso, molti sempre meno democratici, si è votata a maggioranza una risoluzione di condanna dell’invasione.Ma vi è una seconda guerra, e meglio una versione differente dello scontro tra Russia ed Ucraina.Questa è combattuta a fianco degli ucraini dall’UE. Differente già nella motivazione e massicciamente nei modi. Per l’UE e per tutta l’Europa, l’atteggiamento di Putin ostacola con l’autocratismo ereditato dai predecessori comunisti la completazione del disegno statuale democratico per l’intero continente europeo. Lo scontro è tra due antitetiche concezioni del potere.L’UE però non vuole e non è in grado di fare la guerra. Quella combattuta sul campo è una follia che origina solo morte e sofferenze e le conquiste territoriali hanno perso senso e utilità, ma è anche vero che l’UE pure se lo volesse non è in grado di combatterla.Dimenticando che i giovani che si battono per la Patria è roba da cartoline illu- strate degli anni della Belle Époque, agli Stati europei mancano soldi ed eserciti con l’eccezione, ma con forze modeste, di quelli inglese e francese.Impegnata nel micro management burocratico che asfissia e condiziona i cittadini, l’UE ha trascurato volutamente le due vere armi che le avrebbero permesso di difendere un suo ruolo a livello internazionale: la competizione dei sistemi con un grande vero mercato comune senza dazi, balzelli e ostacoli burocratici e pro-tezionistici ed un esercito continentale.Era tra l’altro conveniente accollare le spese della difesa ad una NATO che comprensibilmente rappresenta gli interessi degli americani.L’UE ha scelto la strada della guerra economica basata sulle sanzioni, facili da declamare, meno facili d’applicare in concreto.A parte gli insuccessi di simili politiche con Cuba, Iran ed altri, le sanzioni, come applicate e utilizzate normalmente, sono misure che dovrebbero mettere in ginocchio l’avversario, ma costare poco o niente a chi le emette.Purtroppo, quali atti di guerra, non possono invece evitare di incidere e costare anche a chi le emana. Esemplare il caso del rifornimento di gas dalla Russia. Non si può fare una guerra economica a Mosca continuando a comperarle gas e altri prodotti che le permettono di finanziare le sforzo bellico. D’altro canto quale conseguenza degli errori politici e dell’imprudenza della Germania, il mancato approvvigionamento russo rischia non solo di mettere al freddo i cittadini ma in ginocchio parti importanti dell’economia manifatturiera.Le guerre sono una calamità per tutti, ma purtroppo ancora oggi una realtà angosciosa con la quale dobbiamo convivere evitando di uscirne sconfitti.L’UE al proposito ha due pesanti debolezze. Sul campo strategia e tattica vengono decise dal generale e la catena di comando è verticale, la tempestività decisiva. Ora non vedo la signora Von der Leyen, già criticata quale ministra della Difesa germanica, nelle vesti di generale, inadatta e perché il ruolo non le verrà mai concesso. Ci vuole pure il sostegno popolare come in Ucraina oggi. Non è il caso nell’UE con una Germania che quale nazione è la più esposta alle asperità e conseguenze dell’applicazione delle sanzioni. Si pagano oggi le disattenzioni e incompetenze che hanno impedito ai politici europei di regolare i rapporti in modo solido all’implosione dell’URSS.Non so come finirà perché non ho facoltà divinatorie e mi mancano pure informazioni, conoscenza e anche competenza per formulare previsioni pur minimamente attendibili.Mi auguro che la diplomazia trovi strade per un accomodamento, purtroppo provvisorio, come la Storia spesso ci ha dimostrato.Sfortunatamente il ventre molle nella lotta contro l’autocrazia di Putin, contro le follie della risurrezione egemonica della Grande Russia si trova da noi in Europa.Gli egoismi dei singoli Stati, le paure degli elettorati, le comodità della società odierna, le distrazioni originate da altre preoccupazioni sul lungo tempo non fanno ben sperare. Vedremo cosa ci permetteranno di fare i mutati valori della nostra società.