Un biglietto open, un accesso ad una mostra senza vincoli di data (e di orario) ed un unico limite: il 18 dicembre 2022 giorno di chiusura della mostra. Un museo temporary chiamato MOD ovvero Museo of Dreamers a Milano, nella vicina Italia ideato e realizzato dal talento delle designer sorelle Sella. Liberi di sognare, dunque, dopo la recente pandemia, in un mondo colorato e musicale, colorato da una decisa tinta rosa, alla ricerca incantata di un’isola che non c’era ma che ora c’è, almeno sino a dicembre: un museo per i sognatori, dove immergersi in installazioni tecnologiche e non e vibrare, ridere e scherzare, fare selfie e, chissà, alla fine ritrovare forse anche un sorriso.C’è tutto un mondo creativo , quello di queste incredibili ed inedite designer milanesi che hanno reso il loro talento con il progetto “postology” quasi una vera e propria filosofia di vita e lo significano, prendendo spunto dalle loro installazioni negli anni, più belle e riuscite. Trasformare quindi :”

 l’onirico in realtà, le aspirazioni in ispirazione, gli spazi in piattaforme per sognare” questo promette la mostra in piazza Beccaria e, nella sua semplicità, lo fa. Indubbiamente infatti, mantiene le promesse perchè, in fondo, non promette nulla se non una riflessione personale, e come dice la presentazione è semplicemente:”un percorso emozionale di 15 installazioni immersive che vi invita a realizzare i vostri sogni e inseguire le vostre passioni, uno spazio per condividere i propri desideri e vincere le proprie paure. Unisciti alla nostra community e vieni a visitare il Museum of Dreamers per iniziare il tuo percorso verso la realizzazione dei tuoi sogni più grandi e ricordati… the Sky is NOT the limit”. E quello che promette, appunto , la mostra lo mantiene nella sua semplicità.Liberi davvero, dunque, liberi di sognare con quello che si ha, smartphone alla mano per immortalarlo,  tra quello che è stato e quello che sarà con le installazioni più belle di sempre create negli anni da Elena e Giulia Sella che i loro sogni, li hanno realizzati e sono li, tangibili, per tutti. Le installazioni infatti, riprendono molti dei lavori, rielaborandoli, che si sono sviluppati negli anni, con postology quasi una sorta di scia o “stella cometa” di come si possa fare, concretamente la differenza tra un sogno ed il vederlo realizzato, se lo si vuole. E tutti, si , in quelle stanze, in quel percorso emozionale, lo possono fare.Insomma, con passione e fantasia si susseguono le stanze ed i tanti sorrisi negli immensi spazi ai vari sottopiani adibiti alla mostra dove un pubblico di visitatori variegato e spensierato ed estremamente sorridente (educatori, operatori del sociale, studenti, modelli, famiglie con anziani e bambini), pare dimenticare in questo modo i tempi bui della pandemia. Gioia ed allegria che traspare anche dagli addetti al flusso dei visitatori, sempre gentili e disponibili a scattare una foto ai visitatori in qualsiasi posa l’installazione richieda.  La vita. I sogni. Cosa chiedere di più per un intrattenimento tra design e creatività e merchandising. Certo è che sicuramente la tecnologia è a farla da padrona: Museum of Dreamers è davvero una mostra che trasforma l’onirico in realtà, con le sue 15 stanze intallazioni immersive dove trarre le aspirazioni nella ispirazione dalle frasi, ma sono gli spazi realizzati come piattaforme per sognare, a fare la differenza. In questa isola che non c’è tutta rosa,  viene rappresentato per grandi e piccini di qualsiasi età in un percorso emozionale motivazionale riuscitissimo, quelloche è anche un augurio di felicità: accontentarsi di quello che si ha per fare sempre meglio. Poi, con le 100 frasi all’ingresso tra cui scegliere sui sogni, si esemplifica quel posto magico, nell’animo umano, dove ancora tutto è possibile. 

Basta non arrendersi.

Basta scoprire il proprio talento.

Credere nei propri sogni facile come postare una foto sui social? E’ questo il futuro della felicità? Perchè no. In fondo l’importante è non smettere mai di cercarla. 

L’obiettivo è ambizioso, ma dato il successo dell’iniziativa MOD è  sicuramente un modo . Un modo di vivere un’esperienza allegra e spensierata, a qualsiasi età in un momento in cui se ne sente davvero il bisogno.

Certo, è evidente la parte di allestimento e di visual merchandising. Ma forse è proprio questo quello che si aspettano i millennials e la generazione “z” e che riconoscono quindi cosi “familiare” e unico. Certo. Poi c’è  Milano , la cultura del fuorisalone con le sue installazioni , Ma è proprio perchè  il museo è stato allestito nella capitale della moda italiana, cosi abituata ad avere visitatori nelle varie design week milanesi, e che ha visto  il concretizzarsi del successo di Expo2015, è proprio il successo il percorso emozionale dove il coinvolgimento dei visitatori coincide spesso nella condivisione sui social a colpire.Le sorelle Sella compiono insomma un piccolo miracolo: incoraggiare i giovani ed il talento di qualsiasi età a farcela, ad esprimersi in modo unico, creativo, con un linguaggio che conoscono bene,quello fotografico. Il MOD rappresenta quindi molto più di una mostra, ma un vero e proprio progetto-contenitore, tra colore e forma, di quello che negli ultimi anni significa questa atmosfera tutta “milanese”, per quello che ha significato al di là degli eventi del fuorisalone e le sue installazioni,  o gli spazi emozionali nei negozi. Grazie alle aree completamente interattive (per esempio prima di accedere nei piani seminterrati è infatti possibile scaricare tramite qcode la wifi o tramite le station presenti vicino ad alcune installazioni fare una foto in presa diretta vedendosela subito recapitare sulla propria posta elettronica) al fine di coinvolgere direttamente i visitatori; alla presenza dei facilitatori-hostess che curano anche il flusso nelle varie stanze e l’oggetto smartphone e social  il vero protagonista. Obiettivo? Fare molti selfie per poi scegliere quello che aumenterà le proprie condivisioni sui social.Foto, foto ed ancora foto strumento principe a fianco dei giovani. Il mondo nuovo che avanza. Immagini ovunque dove si raccontano e creano storie ed emozioni. Concludendo alti sono  i numeri di visitatori, di immagini scattate e di condivisioni, ma anche di sorrisi, abbracci ed allegria . Perchè in fondo, basta tuffarsi una esperienza , immersiva  o no che sia e godersi, finalmente, un pò di serenità ed un attimo di pace, per essere felici e riprendere a sognare. Liberi, finalmente, forse, non solo di sognare un pò ma anche di immaginare un futuro migliore. Lunga vita ai sogni. Da visitare.