La stampa ha dato rilievo ad un coraggioso cinese che ha osato appendere uno striscione su un ponte di Pechino protestando nei confronti del nuovo grande timoniere, Xi Jinping. Il dissidente solitario che come vedremo ha osato così tanto, sarebbe un laureato in fisica di mezza età, Peng Lifa, nel frattempo arrestato e che passerà più che un brutto quarto d’ora, come si dice, molto probabilmente parecchi anni in qualche centro di rieducazione della Cina. Come permettersi di rivolgere al PCC, il Partito Comunista Cinese, un appello a ribellarsi e a “scioperare per deporre il dittatore Xi Jinping?”. Questo appariva scritto sui manifesti appesi ad un ponte, visibilissimo, di Pechino turbando l’ordine pubblico. Tra l’altro in un momento topico della vita politica cinese, essendo in corso il XX Congresso del Partito con i suoi 2296 delegati che dovranno nominare inter alia i membri permanenti del Comitato permanente del Politburo. Ora sono sette e fra le facce note anche il membro coinvolto nello scandalo della tennista. Da scommettere che non sarà più riconfermato nel prossimo Politburo.Il XX Congresso dibatterà sui temi principali di politica ed economia da affrontare in futuro. Una decisione veramente importante sarà l’assegnazione del terzo mandato quinquennale al leader Xi Jinping che centralizza su di sé le leve del partito, la chiave di volta, in un Partito-Stato marxista-leninista.

Considerando che Xi è prossimo ai 70anni, ci si avvicina ad una leadership a vita, ironizzando con l’appellativo ironico Xi III. Il rinnovo del suo mandato sarà noto domenica, ma avrà altre formalità da assolvere. Segna un cambio radicale nel quadro politico cinese. Infatti dopo la morte di Mao nel ’76, l’arrivo di Deng Xiaping nel ’78 e dopo aver visto e vissuto i danni di un uomo solo al comando, il piccolo timoniere Deng, fece introdurre norme precise contro l’eternità del mandato. Innanzitutto il concetto di collegialità, nessun leader assoluto e poi massimo due mandati. I suoi successori mantennero questo dogma. Dal 2012 con l’arrivo di Xi, un principino essendo figlio di un eroe della lunga marcia con Mao, le cose sono cambiate modificando le regole, ma non è solo questo. C’è stato e continua ad esserci un giro di boa rilevante, storico. Deng ed i suoi successori optarono per un modello molto occidentale, ovvero crescere ed integrarsi nel mondo.Ricordate “non mi interessa il colore dei gatti purché prendano topi” e poi “arricchirsi è onorifico” e “la civiltà si giudica da come si tengono i bagni” quindi apertura del mercato, esportare, diventare la fabbrica del mondo. I risultati sono stati straordinari creando le premesse di una grande economia, la seconda al mondo e portare centinaia di milioni di cinesi fuori dal ciclo della povertà.A sorpresa Xi sta riportando il paese in linea con i dettami del comunismo, meglio detto, del marxismo-leninismo. Gli slogan sono cambiati, benessere condiviso. La spiegazione è che l’enorme popolazione ha ancora 600 milioni (pensare alla cifra già spaventa) che vivono con un reddito di 140 dollari al mese (1000 yuan). Situazione che contrasta con il fatto che il numero dei cinesi miliardari supera quasi quello del paese capitalistico per eccellenza, gli Stati Uniti.Per Xi il partito è tutto e lo Stato è dietro. “Un cinese non può permettersi di ignorare lo Stato ed il Partito perché quelli non ignorano lui”. Un ritorno al comunismo come sappiamo postula la prevalenza delle aziende statali per un’equa ridistribuzione dei redditi, ma il leninismo significa il controllo del sistema e lo si vede bene nella serie di misure prese per riportare all’ordine le imprese del moderno (high-tech, telecomunicazioni, metaverso) tendenti a seguire il mercato anziché il partito.Il metodo applicato per il Covid è esplicativo del fatto che sia il partito a dire come si debbano risolvere i problemi, anche quando si devono confinare centinaia di milioni di persone per settimane a causa del Covid, ma secondo il partito il metodo cinese rispetto a quello occidentale ha evitato alla Cina milioni di vittime. Dimenticando che altri paesi hanno fatto meglio senza trattare in modo tirannico i cittadini. Insomma, siamo allo Xi III, non tutto rose e fiori come ci viene presentato.

V. Volpi