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“Diciamo una volta per tutte che la stretta relazione fra CO2 prodotta dall’uomo e innalzamento della temperatura sul pianeta non è provata. E non è vero che la scienza sia unanime su questo punto, anzi il dibattito è molto acceso. Di certo c’è solo che intorno a questa spinta alla trasformazione delle fonti di energia girano un sacco di soldi. Centinaia di miliardi solo per la compravendita dei certificati e crediti di CO2.” 

Come Pensiero del giorno abbiamo scelto un passaggio di un articolo pubblicato da Alberto Siccardi in “Spazio libero” sul Corriere. Accanto a lui nella pagina Giancarlo Dillena. Un tema comune: la diatriba climatica.

Nel testo citato Siccardi mette in evidenza il punto centrale della gigantesca controversia. L’emissione di CO2 causa il riscaldamento del globo? Per i rossoverdi – ma non solo per loro… – questo è un assioma granitico che nessuno può confutare.

Per moltissime altre persone l’affermazione è, per dirla con parole semplici, una balla colossale.

Su questo pseudoassioma è stata imbastita un’offensiva politica di ampiezza straordinaria, che ha portato grandi vantaggi ai suoi promotori. Vantaggi politici in termini di voti, cariche e potere. I “negazionisti” – li chiamano così ma potrebbero essere definiti i non contagiati dall’isteria di massa – sono in difficoltà: perché si sono svegliati troppo tardi; perché il messaggio è penetrato a fondo nella massa; perché il conformismo condiziona pesantemente l’essere umano.

“La terra brucia!” è il nuovo articolo di fede. Se bruci o non bruci, non ha concretamente alcuna importanza. Importante è ciò che la gente crede. Vale anche per il 13 giugno.