Nel 1871, Massimiliano Pirihoda e Anna Stareat, si suicidarono per amore. Lui era arrivato in Italia per un concerto al Teatro alla Scala e, visitando i parenti di stanza al “Maren”, possedimento nei pressi di Dorga, si era innamorato della Val Seriana, ove si trasferì.

Lei era una talentuosa pittrice, e seguì il marito tra le bellezze Orobie. Lui componeva melodie dedicate alla sposa e alle alpi, lei dipingeva le albe camune.

Una sera, un temporale li soprese sulla terrazza panoramica naturale, mentr’ella portava a termine uno splendido dipinto paesaggistico con al centro il ritratto dello sposo, ed egli una sinfonia dedicata alla moglie.  Erano entrambi vestiti a festa.

Il mattino seguente, i due sposi, abbracciati, furono ritrovati senza vita, ai piedi del dirupo. Non si seppe mai cosa fosse accaduto, né se il gesto dei due innamorati, apparentemente felici e realizzati, fosse inconsulto giudizio o tragica casualità, fatalità o suicidio o, peggio ancora, omicidio.

La località prese il nome dal tragico evento, e divenne “Salto degli Sposi”.

Monumento commemorativo al Salto degli Sposi

Molto tempo dopo, a Bombay, al Prince of Wales Museum of Western India, fu ritrovato il ritratto che Anna Staeat stava dipingendo al marito prima di morire. Nella biblioteca del Conservatorio Gaetano Doninzetti di Bergamo è stato invece riscoperto recentemente lo spartito che Massimiliano stava componendo prima del tragico salto nel vuoto.

Nonostante i risultati eclatanti, il motivo della caduta rimarrà per sempre avvolto nel mistero.

Purtroppo, il 31 gennaio 2021, la terrazza panoramica del Salto degli Sposi è stata sede di un’immane altrettanto tragica vicenda: sotto gli occhi della loro piccola di cinque anni, due giovani sposi milanesi di 35 e 40 anni, sono scivolati nel vuoto nel vano tentativo di salvarsi l’un l’altro.