Una descrizione di rito partirebbe con Simona Genini, classe 1971, Avvocato e Fiscalista di successo con una predisposizione per la cultura.

 Un’altra descrizione, forse più in tema elettorale è il traguardo di prima donna a capo dei giovani PLR, in un’epoca dove per “sfondare” non c’era la carta delle quote rosa. Ma sono convinto che la Genini da descrivere sia la donna, tecnica estremamente preparata ma anche curiosa/interessata del mondo circostante per indole: a riprova possiamo citare la sua presenza a supporto di vari artisti e gallerie locali, club ed associazioni.

Ricordiamo che il numero due è il solo numero pari ad essere pure numero primo. È il suo numero fortunato?

In realtà io sono affezionata al numero 19, che il mio giorno di nascita. Pare che nel libro dei sogni rappresenti la risata, in effetti rido molto. Non mi piacciono invece le persone che deridono, credo sia una forma mascherata di invidia.

Dicevamo, capitolo secondo per questa serie di interviste ed anche “un ritorno” per Simona Genini: è un “Il ritorno della Genini” oppure “Genini 2 – la vendetta” alla faccia di quelle che ci vogliono male?

In realtà non me ne sono mai andata. Lei si riferisce al fatto che non sono entrata nella lista PLR per la campagna delle federali nel 2019, ma da allora ho continuato a partecipare al Comitato cantonale e sono in Direttiva. E, soprattutto, ho sempre portato il mio contributo nella società civile all’interno di associazioni e fondazione benefiche e di pubblica utilità, dagli Amici del Bigorio, all’Istituto internazionale di architettura i2A, alle attività di Fra Martino Dotta, alle Business Professional Women. La vendetta, in ogni caso, non mi appartiene e non mi interessa, credo che ognuno, anche in politica, raccolga sempre quello che semina.

Il CdS onorevole Vitta si è dimostrato un abile tecnico che svolge il suo lavoro senza attirare critiche. Un triennio dove PLR TI è rimasto quasi in sordina ma comunque attivo. Invece il Consigliere Federale On. Cassis (vedi statistiche) non piace proprio (Sessa eccezione), ed attira critiche a catinelle come il lago fa con i fulmini. La chiave per PLR quindi è più tecnici e meno showmen sotto riflettori?

La chiave a mio parere è avere persone competenti e solide, in grado di analizzare i problemi e portare delle soluzioni. Penso che l’onestà paghi ancora, i cittadini sanno distinguere fra chi fa promesse elettorali e chi si impegna per perseguire gli obiettivi. Poi, non sempre è possibile trovare le soluzioni ai temi complessi cui siamo confrontati oggi. Non dimentichiamo che la pandemia e il conflitto in Ucraina stanno mettendo gli enti pubblici di fronte a sfide epocali, soprattutto a livello finanziario. Ci vogliono persone capaci di decidere ma anche di ascoltare.

Noi però, parlando di fiscalità, numeri e tecnicismi qualche critica l’abbiamo: nel Ticino post fashion valley si punta ora alle startup. L’incentivo è un anno esentasse. Non dieci, ribadiamo: uno – in un cantone che fiscalmente parlando non piace. Cosa ne pensa?  E di leggi ammazza startup come la patente sui droni o il non voler creare un quadro legale per IA che tanto vorrebbero le aziende?

Le start up sono il simbolo dell’innovazione e della capacità imprenditoriale. Per quanto mi concerne, da sempre dico che occorre essere più competitivi dal punto di vista fiscale, abbassando le aliquote, tutelando i grossi contribuenti e le società. Come ha detto qualcuno, “il buon pastore deve tosare le pecore, non scorticarle”. I contribuenti facoltosi devono poter fruire di condizioni quadro concorrenziali e pagare il giusto, perché è grazie anche a queste entrate che lo Stato può utilizzare queste risorse finanziarie nelle diverse politiche settoriali, ad esempio nella socialità.

Nel frattempo, iniziative come il polo sul non profit & fondazioni presso Villa Negroni dimostrano una professionalizzazione per il terzo settore, così cose l’associazionismo che ogni anno da sempre di più alla società. Leggiamo inoltre che lei crede nello sviluppo dei Trust, che possono essere viste quasi come fondazioni. Le premesse ci sono quindi, ma non rischiamo di perdere anche questo treno? 

Credo molto nel ruolo associativo e delle fondazioni non profit, perché riescono ad arrivare là dove lo Stato non può, o dove non ha sufficienti risorse per arrivare.

Penso ad esempio agli enti che sostengono le persone in difficoltà che hanno esaurito i sussidi statali, oppure ai partenariati tra fondazioni ed ente pubblico negli ambiti culturali, del sostegno umanitario, della tutela del territorio e molto altro ancora.

Chiarisco invece sul trust: è uno strumento che viene utilizzato quando una persona decide di spossessarsi dei suoi beni a favore di determinati beneficiari. Indubbiamente a livello internazionale ci sono trust con scopi no profit, ma la loro funzione storica è – di regola – gestire la successione generazionale tutelando i patrimoni, sia a livello aziendale sia familiare.

Scherzosamente asseriamo: tra  majaprévat e majasignùr è finita un’epoca grazie al rebranding della storica vostra nemesi, che rinuncia a nome, parte della storia ..ed al peso del crocifisso. Parliamoci chiaro, PCLR  non stride così male come PPDLR. A livello di schede, un matrimonio d’interessi porterebbe diretti al primo posto con buon distacco rispetto a tutti gli altri..  in una parola far centro.

 È giunta l’ora della quadratura del cerchio tra radicali, liberali e conservatori?

A questa domanda ho già dato pubblicamente una risposta chiara.

Il tema era stato messo in votazione nel 2019 al Comitato cantonale e sono stata fra quel 30% che aveva votato no alla congiunzione con il PPD. Credo che l’identità del PLR vada preservata soprattutto in quest’epoca di appiattimento generale, senza diluirne ulteriormente le posizioni politiche. A mio parere la disaffezione di molte persone per la politica è anche determinata dal fatto che le persone – se non incontrano proposte chiare – non hanno stimoli per partecipare.

 Il PLR, per come la vedo io, è l’unico partito in grado di portare soluzioni pragmatiche ed equilibrate ai problemi delle diverse fasce della cittadinanza. Un esempio tra vari: nel settore della fiscalità con l’iniziativa per un’imposizione più giusta per tutti.