di Cristina T. Chiochia

Cosa significa immaginare? Se lo domanda lo scrittore Mathias Enard nel bel libro edito dalla casa editrice Edizioni E/O. Una casa editrice italiana che sin da quando è stata fondata, nel 1970, crea ponti culturali grazie all’entusiasmo di Sandro Ferri e Sandra Ozzola sbarazzandosi delle frontiere “letterarie” al fine di “stimolare il dialogo tra le diverse culture”. Perchè , in fondo, si nasce tutti con ingredienti diversi ed il gusto della immaginazione, si cerca e si trasforma raffigurando appunto il pensiero, qualsiasi esso sia. Anche un evento storico, seppur romanzato. Come? Immaginando  per esempio Costantinopoli e non solo, guardarla con gli occhi di chi l’ha vissuta nel 1506.  E non una persona qualsiasi, ma Michelangelo Buonarroti. Tra invenzione e ricostruzione , tra storia e racconto, la fantasia di MAthias Enard dà voce al grande genio del rinascimento italiano in modo inversamente proporzionale al suo genio: aggiungendo la dimensione del sogno e di un incontro tra l’oriente del genio assoluto dell’artista italiano ed il magio oriente.

Come si evince già dal titolo del racconto d questo autore cosmopolita classe 1972 “Parlami di battaglie, di Re e di Elefanti”, trova nella dimensione della magia d’Oriente la trama della storia. Come recita la presentazione del libro infatti il “13 maggio 1506: Michelangelo sbarca a Costantinopoli, da cinquant’anni capitale dell’impero turco. Ha lasciato Roma, irritato con papa Giulio II che gli preferisce altri artisti, per accettare l’invito del sultano Bayazid il Giusto, che gli offre un compito e una sfida: disegnare un ponte che unisca le rive del Bosforo. Lo stesso progetto era stato affidato vent’anni prima a Leonardo da Vinci, e Michelangelo trova irresistibile la prospettiva di riuscire là dove il rivale ha fallito. Il fascino della città d’oro e di spezie lo avvolge e lo ammalia fin da subito: e tra paggi, schiavi, soldati, elefanti, scimmie, taverne oscure e freschi cortili si fanno avanti due figure ambigue e incantevoli che avvincono l’artista con il potere della danza, del canto, della poesia”. E come sfondo, ecco come la notte comunica con il giorno. E l’alba, addirittura, diventa un rogo (“La notte non comunica con il giorno. Ci brucia dentro. All’alba la portano al rogo”).

Un incipit avvincente ed una storia struggente ed intensa, avvolta dal mistero tra l’oblio e la sazietà. In questa sorta di cerchio magico, vivono le creature ed i personaggi del libro (“Insieme con le sue creature, i bevitori, i poeti, gli amanti. Siamo un popolo di confinati, di condannati a morte”) e, tra tutti, Michelangelo ed un enigmatico personaggio di cui si ignora l’identità che, immaginando appunto un “nuovo mondo”, presenta al lettore l’uomo e non il grande artista. Benchè l’autore, nato nel 1972 e formatosi in storia dell’arte presso l’École du Louvre, ha studiato direttamente dalle fonti del Vasari la possibilità che Michelangelo realmente, avrebbe potuto recarsi in Oriente per costruire il ponte , la storia è totalmente inventata. Complici i suoi studi di arabo e persiano vissuto lui stesso per vari soggiorni in Medio Oriente, crea ponti culturali tra Oriente ed Occidente attraverso una scrittura scarna ed essenziale, intensa ed evocativa. 

Tra pregi e difetti del personaggio Michelangelo è la storia stessa che costruisce il personaggio ma testimonia l’uomo che traspare dalla conoscenza profonda delle sue opere artistiche. Un racconto avvincente, che testimonia, in fondo, il senso profondo della scrittura: rendersi in grado di rendersi conto che anche la storia, in fondo, è una storia di uomini per gli uomini, che spesso si immagina, non per quello che è stata, ma per quello che si vorrebbe fosse.  Enard si offre al suo pubblico in modo onesto ed intenso, nella ricchezza della sua scrittura, ricca di cultura tra ponte e crocevia di arte, nel senso più assoluto del termine. Scrittore eclettico, come recita la sua biografia “nel 2000 si stabilisce a Barcellona, dove collabora a diverse riviste culturali. All’attività di professore di arabo all’università autonoma di Barcellona affianca quella di traduttore. Fra le sue opere ricordiamo Breviario per Aspiranti terroristi (Nutrimenti), Zona (Rizzoli), Via dei ladri (Rizzoli), L’alcol e la nostalgia e La perfezione del tiro (Edizioni E/O). Con Bussola (Edizioni E/O 2016) ha vinto il premio Goncourt, il Von Rezzori, ed è stato finalista al Man Booker International Prize e al Premio Strega Europeo. Nel 2020 ha pubblicato Ultimo discorso alla società proustiana di Barcellona (Edizioni E/O)”.

Una lettura sicuramente interessante per scoprire volti inediti della immaginazione nella sua accezione più pura. Michelangelo Buonarroti  “oltre” Michelangelo ed il suo genio. Per una estate , la seconda, dove il mondo nuovamente insegna che ciò che è va spesso al di là (di ogni immaginazione).