Foto: Roberto Molar Candanosa and Scott Sheppard, Carnegie Institution for Science

Alcuni astronomi che sono alla ricerca del misterioso Pianeta X, che si ritiene si nasconda ai margini del nostro sistema solare e la cui scoperta risolverebbe uno dei più grandi misteri del nostro sistema, hanno trovato un oggetto estremamente distante soprannominato “Goblin”. Si tratta di un pianeta nano ghiacciato che impiega 40 mila anni per completare una sola orbita attorno al Sole con un percorso anomalo molto ellittico lontano dal sistema solare interno. Si tratta di una scoperta che ha riportato all’attenzione la pista del presunto pianeta X. 

Goblin ottenne questo nome perché fu avvistato per la prima volta nel 2015 intorno al periodo di Halloween usando un gigantesco telescopio giapponese, basato su Mauna Kea alle Hawaii chiamato Subaru. Uno dei più grandi telescopi al mondo e il più potente telescopio di rilevamento grazie al suo ampio campo visivo. Ci sono voluti tre anni di osservazione per capire Goblin e la sua orbita.

Questo nuovo piccolo oggetto ha la più grande orbita di tutti gli oggetti distanti che si trovano ben oltre il pianeta Plutone, circa 80 unità astronomiche (unità di misura usata dagli astronomi che corrisponde alla distanza media tra la Terra e il Sole). Considerando la sua orbita, non si avvicina mai abbastanza ai pianeti giganti del nostro sistema solare per risentire del loro campo gravitazionale. E visto che non è influenzato dai giganti gassosi del nostro sistema il suo strano comportamento orbitale allungato potrebbe essere spiegato con la presenza di un pianeta invisibile, appunto il pianeta X che gli scienziati stanno cercando da diverso tempo. 

Il pianeta X (chiamato anche Planet Nine) incredibilmente distante, potrebbe risolvere misteri di lunga data dell’evoluzione del nostro sistema solare e spiegare strane anomalie nelle orbite di oggetti che girano oltre Nettuno che sono gravitazionalmente ancora legati al sole.

Sheppard Chad Trujillo, un astronomo della Northen Arizona University ha detto che oggetti come Goblin possono essere usati come sonde per capire cosa sta accadendo ai margini del nostro sistema solare. Questi oggetti lontani sono come le briciole di pane che ci conducono al pianeta X”, ha detto l’astronomo Sheppard, “più oggetti simili troviamo e meglio possiamo capire il sistema solare esterno e il possibile pianeta che pensiamo stia modellando le loro orbite”.

Sarebbe una scoperta che ridefinirebbe ancora una volta confini del nostro “vicinato cosmico”.

L’idea che esista un pianeta gigante che si nasconda ai confini del sistema è un’idea che è stata ipotizzata nel secolo scorso. Gli astronomi trovano i pianeti cercando punti di luce nel cielo che non restino nello stesso posto durante varie osservazioni. Stelle e galassie lontane rimangono statiche, ma tutto ciò che si sposta sembra seguire un’orbita. Oggi si usano software per confrontare automaticamente le immagini prese a ore, giorni o settimane di distanza, ma in passato era un processo molto più laborioso.

La caccia a questo pianeta è diventata seria nel 2012 quando Sheppard e il suo team trovarono un oggetto lontano che era davvero unico. Chiamato VP113, detiene il record per essere l’oggetto più distante in orbita attorno al Sole. Si notò che seguiva un percorso simile a quelli di poche altre rocce spaziali lontane e ad un pianeta nano lontano chiamato Sedna. Nel 2014 si scoprirono una manciata di mini-mondi ghiacciati oltre la fascia di Kuiper che seguivano percorsi simili intorno al Sole. Questo suggeriva che qualcosa li stesse spingendo verso simili tipi di orbite.

Nel 2016, una coppia di ricercatori dell’università californiana Caltech, Mike Brown e Konstantin Batygin, presentarono ulteriori prove dell’esistenza di questo“perturbatore” invisibile, stimando la sua massa a circa 10 volte più della Terra e con un’orbita ellittica completa attorno al Sole tra i 10 e 20 mila anni a 600 o addirittura 1’000 unità astronomiche di distanza dal Sole.

Il tipo di linea orbitale di Goblin è simile a quelli di alcuni altri corpi molto distanti, in particolare nell’elemento chiamato “longitudine del perielio”. Fondamentalmente le parti allungate delle loro orbite ellittiche sono raggruppate nella stessa parte del cielo, che è coerente dunque con la guida gravitazionale del Pianeta X.

La regione in cui dovrebbe essere collocato il pianeta sarebbe comunque irraggiungibile per i nostri telescopi. In quei luoghi, lo spazio diventa molto buio e i pianeti lontani sembrano molto più fiochi. C’è la convinzione che il Pianeta X esista, ma forse è perso nell’inquinamento luminoso della Via Lattea o nascosto nel bagliore di una stella luminosa.