La luce di Lucio Fontana e l’evento “Gallerie a Palazzo” di Cristina T. Chiochia

Palazzo Cicogna è un bel palazzo cinquecentesco milanese nel cuore di quello che è il quadrilatero della moda e che negli anni, ha resto testimonianza di quello che è l’arte, ovvero di quel “tutto è possibile”, in particolare del contemporaneo e moderno.

Un posto privilegiato, tuttora luogo privato ed abitato dai proprietari originari in cui hanno sede varie gallerie storiche milanesi.

Il 17 Novembre 2022, come una sorta di grande happening, ben 6 gallerie si sono date appuntamento per inaugurare, insieme, le proprie mostre di arte contemporanea, quasi all’unisono, con il titolo “Gallerie a Palazzo” e che, data la vicinanza con la Svizzera, merita sicuramente una visita.

Come recita il comunicato stampa: ” mentre le vie degli antiquari vanno scomparendo in molte città d’Italia, a Milano vi è un Palazzo che ha visto negli ultimi anni un numero crescente di gallerie venirsi a stabilire in questo luogo incantevole. Sarà forse dovuto all’aura di Lucio Fontana che qui aveva il suo studio certo è che a oggi le gallerie, tutte diverse per specializzazione, sono ben sei. Dal 17 novembre a fine gennaio, proporranno altrettante mostre con proposte che spaziano dall’antico al contemporaneo. MATTEO SALAMON con ANTONELLO VIOLA INCONTRA UN DIPINTO DI FILIPPO LIPPI, presso LONGARI arte MILANO con MONICA SILVA. ART BEYOND IMAGINATIO; presso SALAMON FINE ART con “IL BOSCO#4″, presso lo STUDIO GIANGALEAZZO VISCONTI con ALESSANDRO TWOMBLY: “BATTITO DEL PICCHIO” ; presso NP –  VIEWING ROOM con LETTURA CLASSICA  ed infine lo STUDIO GARIBOLDI con !”THE BALANCED ARTIST in LIMITI DI EQUILIBRIO”. Per celebrarne, chissà, anche il luogo che le ospita, queste importanti gallerie, esattamente per come è: una sorta di locus amoenus molto privato, che si offre allo sguardo curioso dei fruitori di arte milanesi e non in modo totalmente gratuito. 

Tra queste, proposte di fruizione di arte, anche quell’incessante protagonista, anche se oramai non fisicamente, che resta Lui, Lucio Fontana: l’esempio vivente dello spirito stesso di arte in questo palazzo, dove aveva sede il suo celebre studio ora galleria e quindi visitabile per questo dove ogni giorno ancora adesso a Milano,si danno appuntamento galleristi, collezionisti ed artisti, rendendo questo luogo così speciale e scelto anche da un’altra galleria, la Christian Stein, con una mostra su Kounellis che invece è stata inaugurata il 12 ottobre 2022.

E comincia il viaggio nel ricordo di un artista immortale come Fontana. Basta aprire, piano la porta che dà a quello che fu il studio ora attuale galleria Giangaleazzo Visconti e già Studio Casoli, per emozionarsi. L’occasione per visitare quindi è sicuramente questa manifestazione “Gallerie a Palazzo”, per immergersi tra ricordi, nostalgie,  oltre che nell’arte contemporanea ( non si dimentichi che la Fondazione Fontana, ha qui la sede). 

Concludendo, una riflessione personale di chi scrive. Quando si spalanca la porta di quello che era lo studio, anche per chi non sa che è quello l’ex studio di Fontana (v’è comunque una targa all’ingresso del palazzo a ricordarlo), è impossibile non apprezzarne la luce, l’illuminazione naturale data dalla posizione privilegiata e l’esposizione sul giardino-parco interno. 

Insomma, il mondo della luce di cui godeva Fontana come artista, in questo luogo, permette di rendersi conto e di percepire ancora adesso , tutta la forza della luce arrivare  dalle vetrate, della sua intensità durante il giorno e, perchè no, la sua vanità nel corso della giornata. Luce viva. Luce accesa. Luce splendida. A chi scrive, piace pensare a questa luce che esplode dalle vetrate che danno sul giardino si diceva (che è in stile barocco e chiuso al pubblico); catturata come una sorta di “veneziana umana” dall’occhio dell’artista e dal suo pennello. Una sorta di sguardo ottico “oscurante” o luminoso a seconda dei quadri dipinti, che non occupa lo spazio interno della tela, ma la amplifica con la luce. Come una veneziana appunto, che protegge e direziona la luce naturale. Che i celebri tagli interni alla tela partissero da una asciugatura del colore alla luce e dall’irraggiamento solare? A chi scrive piace pensarlo. Perchè in tutta quella luce dello studio, a qualsiasi ora, ci si perde, con immensa gioia “luminosa”.  Ed una luce che sopraggiunge in modo cosi intenso e splendido , offre il tipico calore del sole stagionale aumentato rispetto ad altri ambienti posizionati in altro modo.

Un taglio su una tela. Un taglio che permette alla luce di penetrare, esattamente come si desidera, concetti spaziali o immagini luminose che addirittura arrivarono come una proiezione, come su schermi colorati. Quella luce diventa LA luce. E l’occhio umano come una veneziana è una suggestione intensa per chi scrive. Perchè regola l’intensità della luce dal più piccolo al più grande squarcio di luce, permettendo l’intensità nell’occhio come una ulteriore “camera ottica”, che sulla tela diventa libertà come  un taglio o di un buco. Luce come opportunità creativa. Che genera anche movimento nel colore stesso, o la sua assenza.  Con tagli sempre differenti, piccoli o grandi, che è impossibile che le stesse caratteristiche, ma sempre uguali, come piccole feritoie dell’ occhio umano che funziona come una sorta di veneziana, che si apre e si chiude sulla realtà a varie intensità. E luce fu. E che, esattamente attraverso le toghe delle veneziane si allungano o si accorciano, si spalancano o si chiudono, creando riflessi di luce sempre nuovi in base a come penetra. Come una veneziana: con le sue lamelle orientabili la cui grandezza varia in base ai contesti di riferimento o come un aspetto estetico della luce? A chi scrive piace pensarlo.

Il taglio come sistema non “oscurante” ma liberatorio atto di libertà umana nei confronti della luce.

Oppure forse, solo perché entrare in quello che è stato lo studio di Lucio Fontana, inondato da tutta quella luce, fa comprendere la sua totale libertà di scelta come pittore che ha fatto della luce stessa (ed il suo riflesso se si pensa alle ceramiche), come qualcosa di più che una ricerca sui materiali , ma uno stile di vita artistica.  Ricerca spaziale che non conosce limiti.

Per i più curiosi, si segnala anche la presenza della celebre “botola”, ovvero l’ingresso allo scantinato dove Fontana lavorava e che conserva ancora alcuni oggetti dell’artista. Dalla luce alle tenebre?  Chissà. Sicuramente questo è un altro viaggio tra gli ipogei artistici del grande artista, ma è tutta un’altra storia. Da visitare.