La fine indagine psicologica del ‘700 e degli anni ‘80 del Novecento, lascia il posto ad una grottesca tragicomica trama fuorviante tipica dei nostri tempi 

Liasons Dangereus 1988 (Michelle Pfeiffer e John Malkovich)

Come dimenticare l’iconica, perfetta interpretazione di Madame de Merteuil da parte di Glenn Glose? E di Valmont, da parte di John Malkovich? E di Madame de Tourvelle da parte di Michelle Pfeiffer? E di Cecile de Volange da parte di una giovanissima Uma Thurman? Era il 1988 e un film dall’ineguagliabile perfezione interpretativa, tratto sia dal romanzo epistolare settecentesco del marchese avventuriero Choderos de Laclos, sia dall’adattamento teatrale degli anni ‘80 di Christopher Hampton, entrava, seducente, nelle sale cinematografiche, vincendo due Oscar e numerosi premi. Il Settecento ha sempre sedotto il cinema e, in particolare, gli anni ‘80. 

Gleen Glose e John Malkovich

Un anno dopo, infatti, entrò nelle sale “Valmont” in cui Colin Firth dava voce ad una monografia cinematografica che prediligeva il protagonista maschile, sedotto e seduttore. 

Nello stesso  anno, in Francia, fu prodotta una bellissima miniserie sulla Rivoluzione Francese, con colonna sonora di Georges Delarue e Jane Seymour nei panni della regina Maria Antonietta e Saim Neil in quelli del generale LaFayette, per commemorare i 200 anni dalla Presa della Bastiglia. 

Ma torniamo alle “Relazioni Pericolose”, ispirato al quale, quest’anno, è stata prodotta una serie su Starz tv. La storia prodotta da Laclos fu considerata talmente avvincente che alcuni ancora oggi sostengono che le lettere siano in realtà vere ed autentiche. 

Il romanzo epistolare tratta del morboso legame tra i libertini Madame de Merteuil e il visconte di Valmont. I due, ex amanti, duellando sulla loro riaccesa fiamma della passione, rovineranno la purezza del sentimento altrui. Nello specifico, Madame de Merteuil non può sopportare l’idea che un suo ex amante sposi la vergine Cecile de Volange, peraltro figlia di una sua carissima amica. Così, la Merteuil propone al visconte di Valmont di sedurre Cecile, di modo ch’ella vada in sposa non più illibata, così da disonorare il suo futuro marito. 

Valmont è però innamorato della castissima Madame de Tourvelle, e solo quando scopre che la madre di Cecile lo raffigura come un satanasso immorale agli occhi dell’amica de Tourvelle, per punire la donna, accetterà la proposta della Merteuille di sedurre la giovane Cecile.

Cecile, da casta innamorata di un arpista (proditoriamente scacciato di casa dalla di lei madre) cadrà così nelle braccia del seduttore, disonorandosi. Lo stesso destino toccherà alla Tourvelle che, alla fine, cederà, firmando la propria condanna. La Merteuille, infatti, non paga delle superate prove di Valmont (che erano il patto affinché ella gli si concedesse nuovamente), gli propone un’ultima sfida: abbandonare la Tourvelle, per vedere come reagirà. Pur a malincuore, Valmont accetta, e la Tourvelle, impazzita di dolore, muore. Eppure, la Merteuille non gli si concede ancora,  di conseguenza, Valmont sfida a duello il nuovo amante della Merteuille (l’arpista, un tempo sincero innamorato di Cecile), ma ne resta ucciso. La sua morte provocherà la caduta sociale della Merteuille. Soltanto le lettere sveleranno la vera natura della Merteuille, così che l’arpista possa capirne l’astuta, crudele trama. 

Cecile (Uma Thurman) e M.me de Tourvelle (Gleen Glose)

Una tragedia, insomma. Una seducente, libertina, drammatica, superlativa opera teatrale, critica dei dissoluti costumi dell’aristocrazia settecentesca. Svelata interamente attraverso le lettere dei protagonisti. 

Ora, la nuova serie su Starz (fruibile solo con un abbonamento a 5 euro mensili) propone di ricostruire in 6 puntate la vita di Valmont e della Merteuille prima che divenissero gli straordinari rivali immorali scaturiti dalla penna di Laclos. E cambia le carte in tavola. Prendendosi diverse libertà. In primo luogo, trasforma la Merteuille (interpretata da Alice Englert) in una prostituta (ma le puntate successive ci spiegano che la donna è finita in un bordello solo per un destino profondamente avverso, ed è intenzionata a vendicarsi contro coloro che le hanno tolto la nobiltà). La prostituta, ovviamente, non è madame de Madame, ma si chiama semplicemente Camille. Ella è innamorata di Valmont (Nicholas Denton), il quale è tutt’altro che un visconte, quanto piuttosto un prosituto lui stesso che alterna i propri giorni frequentando orripilanti donne facoltose e lavorando come cartografo di Parigi. Tra le sue amanti si annovera, per l’appunto, la facoltosa e anziana Madame de Merteuille. Trasformati in prostituti squattrinati, i protagonisti si dichiarano guerra allor quando lui manca all’appuntamento con lei, perché intento a svolgere la propria mansione con un’anziana e dissoluta amante. Camille, ingannata e indignata, fugge allora con la serva africana Victoire (Kosar Ali), la quale s’ingegna nel sottrarre dall’ufficio di Valmont le lettere che le vecchie amanti scrivono di continuo al loro beniamino. Le due donne, già fuggite dal bordello, fuggono anche dall’incontro disertato da colui che avrebbe dovuto esserne il salvatore, raggiungendo il palazzo nientemeno che della Merteuille. E qui iniziano le comiche.

Liasons Dangereus 2022

Camille inizia a ricattare la ricca e anziana donna, con le lettere che possiede grazie all’agilità di Victoire. Terrorizzata dall’idea che la sua reputazione sia in pericolo, anziché ordinare di incarcerare o uccidere o rigettare in strada Camille, la buona donna diventa per la rivale in amore una mamma, ed introduce l’ex prostituta in società. Dopodiché la Merteuille si suicida, gettandosi giù da una scala, lasciando così la nuova arrivata, padrona delle sue proprietà. I guai iniziano quando a palazzo ritorna il legittimo proprietario, ovvero il vedovo della Merteuille. Ma Camille tiene in scacco anche lui e inizia a ricattarlo con la lettera di cui è entrata in possesso che certifica che la Merteuille si sia suicidata). Anche in questo caso, anziché polverizzare con un solo gesto Camille, il marchese de Merteuille china la testa. Quindi, questa ex prostituta tiene in scacco un intero palazzo nel centro di Saint Honoré. Peggio: con le lettere delle amanti inviate al suo ormai ex amato Valmont, di cui, grazie a Victoire, tiranneggia tutta la nobiltà che vorrebbe distruggerla. Altro elemento ridicolo: le basta udire come parlino le dame, per identificarle con le autrici delle lettere inviate a Valmont, quindi le ricatta. Peggio: attraverso una banale frase pronunciata da una bigotta, riconosce in essa la donna che l’aveva condannata a divenire, da nobil fanciulla qual era, una prostituta. Così, a Valmont (caduto sempre più in basso) che vorrebbe riaverla, propone una sfida: sedurre quella bigotta, per disonorarla. Il giovane prostituto sbaglia preda, ed inizia così una serie di sfortunati quanto erotico-comici eventi, finalizzati a prolungare la trama. 

Lo vede anche voi: gli elementi di Lacols sono ridotti ad una parossistica, grottesca rilettura del ‘700 alla luce dei giorni nostri. Non mancano gli elementi dei Black Lives Matter, che devono essere introdotti, anche a costo di forzature (vediamo maggiordomi dalla chiara origine africana e persino nobili dissoluti) elementi che, d’altronde, avevamo già visto in Bridgerton, per cui la verità storica è distorta e, cancellato la (triste) realtà dello schiavismo, l’Europa settecentesca storicamente (nel bene e nel male) “bianca” diventa nera. La fine velatura erotica (mai esplicitata nel film del 1988, esplicitata, invece in quello del 1989 ma senza volgarità) viene in questa nuova trasposizione resa con un’esplicitazione esageratamente triviale. Non mancano, come di consueto, ormai, attacchi alla religione che sfiorano il blasfemo. Insomma, una serie che sarebbe piaciuta più al marchese di De Sade che a Laclos. Pregevoli i costumi e l’ambientazione storica, la fotografia e la scenografia. La trama, tuttavia, sfocia nel triviale, nella deviazione dalla trama originale, nella labilità della narrazione stessa.