Cari lettori di Ticinolive, questa è un’intervista “radicale”. Intendiamoci, anch’io sono contro il “regime”, nel mio bonario e tollerante cinismo. Ma io non ho (né desidero avere) una simile veemenza di contestazione.

Tuto l’indomabile ci offre un testo ricco di contenuto e di provocazione. Stupenda e feroce la sua “descrizione” del PS, i suoi ex (con il PSA): “un partito di socialisti senza socialismo, di buonisti da salotto borghese che fustigano i mali della terra mentre la tata serve il gelato e lava i piatti”. Non è perfetto? Geniale.

Un’intervista di Francesco De Maria.

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Francesco De Maria  Avvocato Rossi, lei è di nuovo in lista. Che cosa sta cercando in politica?

Tuto Rossi  Dobbiamo urgentemente sostituire i Professionisti della politica, con una politica fatta da professionisti. La Svizzera è sottoposta a pressioni che i Professionisti della politica non sono capaci di affrontare. L’unica cosa che i nostri politici di lungo corso, cioè i Professionisti della politica, sono capaci di fare è organizzare la loro rielezione. Prendiamo per esempio l’accordo sulla tassazione dei frontalieri. È stato parafato nel 2015 e da allora l’Italia ci prende per il naso. Cos’hanno saputo fare i nostri rappresentanti a Berna (molti di loro presenti da diverse legislature)? Niente. Intanto Cassis invia a Roma ingenui funzionari svizzero-tedeschi a trattare in inglese con i colleghi italiani che si fanno beffe di loro. Da anni Campione d’Italia sfrutta i nostri servizi e le fognature di Lugano senza sborsare un Euro. Credete che i Professionisti della politica abbiano visto passare il puck? Macché. Ogni giorno il Ticino è invaso da 70’000 frontalieri pronti ad accettare qualsiasi salario pur di fuggire dalla miseria. Questa massa di lavoratori a buon mercato provoca una pressione devastante sui salari dei nostri lavoratori. Che cosa hanno fatto i politici PLR PPD PS per arginare questo fenomeno? Si sono limitati a qualche foglia di fico. Troppo impegnati a promuovere la loro immagine. Il Ticino ha bisogno di una Politica nuova che non si può fare con i Politici vecchi.

Lei proviene dalla Sinistra, anche se sono storie lontane. Riesce a ripercorrere l’evoluzione del suo pensiero politico… sino all’UDC ?

Quando sono nato io il mondo era recente. I nostri genitori, nati prima della guerra, si sporgevano sul futuro con l’euforia del primo consumismo. La nafta sostituiva il carbone, la topolino prenotava le vacanze al mare, i salari aumentavano ogni anno, l’America ci aveva salvato la vita e la stampa raccontava la verità. In Ticino comandavano vecchi matusalemme e i giovani avevano il diritto di tacere. Poi venne il 68 i Rolling Stones il PSA e qualcuno accese la luce sugli americani che spalmavano napalm e innaffiavano con la diossina un popolo lontano e sconosciuto, il Vietnam. Furono anni di studi tenaci: Marx Engels Darvin Freud Debray Marcuse Ivan Illich ma anche liberali come Feuerbach e Galante Garrone, tutte cose che la scuola non insegnava. Da ortodossi convinti soffrivamo l’ingiustizia e non riuscivamo ad essere felici fino a quando un bambino moriva di fame sulla terra. Il PSA mi insegnò che in Ticino bisognava lottare contro il clientelismo di PLR PPD e PST, i quali privilegiano l’ubbidienza a scapito della competenza nell’assegnazione dei posti di lavoro e degli appalti. Questi tre partiti erano denominati “la trifia” da Virgilio Gilardoni, candidato al Consiglio degli Stati per la lista unitaria PSA-PdL.

Per superare “la trifia”, bisognava trovare giovani con il coraggio di stare all’opposizione, perché un governo basato dalla spartizione dell’amministrazione pubblica tra amici e galoppini avrebbe impedito al Ticino di essere preso sul serio a Berna. Che è quello che è poi capitato. Trovarono me. Alla fine però sono rimasto da solo, perché i miei maestri del PSA traslocarono in massa nel PST del Consigliere di Stato Benito Bernasconi (che loro consideravano corrotto per le mazzette della Losinger), abbracciando l’onorato clientelismo a discapito dell’oneroso socialismo.

Ora il PS, nato dall’abiura degli ideali fondanti, è un partito di socialisti senza socialismo, di buonisti da salotto borghese che fustigano i mali della terra mentre la tata serve il gelato e lava i piatti. Se proprio bisogna mandare un socialista a Berna, mandiamoci il dott. Franco Cavalli, che al di là delle idee, ha fondato lo IOSI (Istituto Oncologico Svizzera Italiana) per curare il cancro, ha attirato istituti prestigiosi come l’IRB, organizza a Lugano il Congresso Internazionale sui Linfomi Maligni che lascia sul territorio dai 7 ai 10 milioni di franchi.

Tuttavia l’unico partito che oggi difende i lavoratori, gli impiegati e il benessere della classe media in Ticino è l’UDC, il partito di mio bisnonno Raimondo Rossi, l’unico Consigliere di Stato che l’UDC ha avuto. C’è dunque una grande coerenza nel mio percorso politico.

C’è un gran fervore e un grande assemblarsi a sinistra, un forte ottimismo e una gran voglia di vincere. A suo giudizio, quanto sono rossi i verdi?

I Verdi sono stati i primi a porre un problema reale e quindi hanno il vento in poppa. Infatti tutti siamo preoccupati davanti all’Amazzonia in fiamme e allo scioglimento dei ghiacci polari. Tuttavia i Verdi propongono soluzioni snobistiche che mostrano disprezzo verso la gente. Propongono di maggiorare il prezzo della benzina, e quindi di punire i lavoratori che necessitano l’automobile. Non è colpevolizzando la gente con divieti e multe che si ripulisce l’ambiente. Lungi dall’essere rossi, i Verdi svizzeri sono degli inconsapevoli postfascisti 2.0 che propugnano una classe di illuminati chiamata a guidare il popolo bue incapace di badare a se stesso. Lo dimostra il loro sostegno a Via sicura che, con suo il corollario di medici e psicologi del traffico, costituisce una prova di regime. I Verdi sono ovviamente persone in buona fede che credono di fare il bene e non si rendono conto di sostenere metodi fascisti, ma il mondo è pieno di gente che per fare il bene degli altri hanno fatto dei danni della madonna.

Allestirà una vera e propria campagna elettorale, con eventi, aperitivi, cartelloni, ecc. ?

Io non ho né lobby né sponsor. Farò quello che posso come un candidato di milizia. Conto sulla forza delle idee, perché le idee hanno delle conseguenze.

Tutti la conoscono come persona (anche genialmente) provocatoria. Quindi una domanda sulla Mela gliela devo fare. Le proteste sono state veementi. È veramente oltre il limite? Danneggerà il partito? Qual è il suo vero scopo?

La mela con i vermi mi piace poco. Credo sia stata concepita nella Svizzera-tedesca e forse va bene per quella realtà. In Ticino arrischia di trasmettere un messaggio divisorio, mentre noi abbiamo bisogno di riunire i ticinesi sotto la bandiera dell’UDC, perché oggi votare UDC è nell’interesse di tutti. I Merlini i Regazzi le Carobbio i Lombardi e gli altri deputati PLR PPD PS vogliono sciogliere la Svizzera nell’Europa. Sono tutti favorevoli all’accordo quadro con l’Unione Europea (UE), il quale prevede che la Svizzera acquisisca tutta la legislazione europea in blocco (l’acquis européen, in termine tecnico).

La ratifica dell’accordo quadro costituisce la via senza ritorno per l’adesione della Svizzera all’UE che avverrà automaticamente nel giro di pochi anni. Entrare nell’Europa significa trovarci i medicanti che dormono sotto casa e i lavavetri ai semafori come a Varese e Milano. La cassiera della Migros riceverà 900.00 franchi al mese come quella del Bennet di Como, e la nostra classe media perderà quel poco che ancora le resta. La disoccupazione dal 4% esploderà al 20% come in Lombardia e in Piemonte. Ogni buon marxista sa che una sola situazione economica senza frontiere riduce i salari più alti al livello di quelli più bassi; almeno questo i socialisti dovrebbero ricordarselo, prima di fare passi avventati.

Alle elezioni nazionali, anche i liberali i pipidini e i socialisti devono votare UDC. Turandosi il naso, girando la testa dall’altra parte, di nascosto dai compagni, oppure giurando davanti a Dio che non lo faranno più, ma devono assolutamente votare UDC. Se vogliono salvare quel poco di benessere che ancora gli resta, questa volta i ticinesi devono votare UDC. Devono mandare tre UDC in Consiglio nazionale. Poi ci pensiamo noi. È nel loro interesse!

Lei ha vinto recentemente un’importante causa contro il medico del traffico, la celebre dottoressa De Cesare. È una sentenza su un singolo caso ma ha avuto l’effetto di muovere le acque. Adesso che cosa succederà? Si dichiara soddisfatto delle ultime dichiarazioni (e promesse) di Gobbi?

Siamo di fronte a una situazione gravissima. La dott. De Cesare non conterebbe nulla se non fosse sostenuta dall’autorità. In realtà dietro al medico del traffico c’è una concezione fascista, oppure da regime sovietico. Il cittadino non è più giudicato da un magistrato secondo una procedura che gli permette di difendersi, ma è valutato da un medico il quale decide del suo destino sulla base di criteri segreti e incomprensibili. Da me sono arrivate persone che per un reato stradale sono finite dalla De Cesare, la quale – malgrado l’assenza di sostanze illegali nelle urine e nelle analisi del capello -, le ha spedite dallo psicologo del traffico, il quale a sua volta le ha sottoposte a percorsi psico-educazionali semestrali e a costose perizie che nulla hanno a che fare con l’idoneità alla guida. Alla fine queste persone si sono trovate senza patente, e con perizie psichiatriche che gli pregiudicano per sempre l’avvenire professionale. Conosco padri di famiglia che sono finiti sul lastrico a causa di questi medici e burocrati. Per ora mi sembra che il dipartimento di Gobbi stia curando la cancrena con i cerottini.

Che cosa pensa di “Via sicura”? Potrà mai essere emendata? Il parlamento federale troverà il modo e la forza?

Via sicura non sarà mai abolita. In Svizzera per cambiare una legge ci vogliono vent’anni. Al massimo ci sarà un timido correttivo. Attorno a Via sicura si è formata una mangiatoia di burocrati, psicologi, medici del traffico, operatori sociali che si fanno i soldi sulla pelle degli automobilisti, e che non sarà facile strappargli l’osso dalla bocca.

Parliamo di Bellinzona. Non dev’essere facile fare il democentrista all’ombra dei castelli… Come vede l’assetto politico della nostra capitale, con maggioranza PLR e sindaco socialista? Perché il municipio vuole sterminare i tigli del viale Stazione? Qual è il motivo? Le piacerebbe essere municipale di Bellinzona?

Fare opposizione UDC a Bellinzona è difficilissimo. Si tratta di una città di funzionari, molto soggetta al clientelismo. La fusione dei 13 vecchi comuni ha fallito. Su questo tutti sono d’accordo. Il Municipio non sa nemmeno di preciso quanti sono gli impiegati comunali (più di 1000) e il malcontento serpeggia. Hanno abbattuto senza preavviso diversi Cedri bicentenari, prendendo di sprovvista anche gli stessi municipali che non riescono a controllare i loro alti funzionari. Ciononostante l’alleanza PLR PS arrischia ancora di farcela perché il ricatto del posto di lavoro, dell’appalto diretto agli amici degli amici è ancora molto forte. Mi piacerebbe fare il municipale a Bellinzona per portare aria fresca, per stoppare il piano scellerato di radere al suolo tutti gli alberi del Viale della Stazione, per promuovere edilizia di qualità nei terreni delle officine che si libereranno in centro città e per evitare che i Bellinzonesi, per andare a Zurigo in treno, debbano passare … per Lugano. Per le ragioni che ho spiegato, solo un Dio mi può portare in municipio.

A mio avviso la mossa più sostanziale, sinora, l’hanno compiuta PLR e PPD decidendo di congiungere le liste per il Nazionale (“il diavolo e l’acqua santa” come ha scritto Giorgio Grandini). La destra è ovviamente minacciata. Pensa che riuscirà a conservare i tre seggi?

PLR e PPD hanno fatto bene ad unirsi perché sono ormai uguali. Sono divisi soltanto dalle cadreghe da occupare. Adesso si sono uniti per occupare una cadrega che rischiano di perdere. Per il resto è difficile distinguerli. Assieme al PS fanno parte del PUT, il Partito Unico Ticinese, che si spartisce la totalità dei posti nell’amministrazione dello Stato, nella RSI, nell’AET, nell’EOC, nella magistratura, eccetera. Fingono di litigare tra di loro due mesi prima delle elezioni, poi si siedono a tavola per i restanti tre anni e dieci mesi. In Ticino, l’UDC è rimasta l’unica alternativa sicura per chi vuole riprendere in mano il destino del proprio Paese.

Un prestigio obiettivo della destra – sempre mancato, con una sola eccezione – è l’elezione di un consigliere agli Stati. Chiesa e/o Ghiggia hanno una chance reale?

Se UDC e Lega riusciranno a fare capire ai ticinesi che queste votazioni sono l’ultimissima possibilità per salvare il loro benessere, allora Chiesa e Ghiggia saranno eletti tutti e due.

E Marina Carobbio?

Marina Carobbio fa politica da trenta anni e dopo dodici anni ha raggiunto la presidenza del Consiglio Nazionale. È una persona intelligente e capace, oltretutto figlia di un Consigliere Nazionale ventennale. È una politica onesta – lo so che è difficile – ma dovrebbe capire che è giunta l’ora di tirare la riverenza.

Perché alla Briccola si è messo in posa con gli altri e ha salutato con il pugno chiuso? Nostalgia del vecchio PSA? Il primo amore non si scorda mai?

Sarà che ogni tanto riaffiorano i vecchi crampi.

Esclusiva di Ticinolive