Il 22 dicembre, primo giorno dopo il Solstizio d’Inverno, al si festeggia anche Yule, festa nordica del dio Jul, per i pagani (e i neopagani) norreni, correlata alle tradizioni del vischio, dell’agrifoglio e dell’albero di Natale: quest’ultimo legato anche alla venerazione della divinità romano-asiatica Attis-Cibele, quando in occasione dell’equinozio di primavera si addobbavano i pini in omaggio all’anno nuovo.
La festa di Yule fu adattata alla cristiana natività da Gregorio Magno, uno dei primi e più autorevoli papi nella storia della Chiesa. Quercia e Agrifoglio rappresentano rispettivamente il vecchio e il nuovo; come il sole, che risorge, con la divinità a lui dedicata: il Sol Invictus, per i romani, il dio Mitra.
Queste le origini del “natale pagano” della festività romana che venerava Helios, Mitra o El-Gabal, una divinità greco-asiatica, protettrice soprattutto dei soldati. Grazie alla sua attenzione per il sole e gli astri, la festa fu assurta come coniugata alla profezia biblica del Messia, inteso come un sole splendente.
E dal Sole si giunse al Signore (la luce è simbolo portante soprattutto nel Vangelo di Giovanni). Come ricorderà, tra tutti, Tertulliano, Gesù risorse infatti il primo giorno della settimana, Domenica, (Sunday), il giorno dedicato al sole, perché metafora della Resurrezione.
Così, nel nome della Luce, la redazione di Ticinolive.ch augura a tutti i lettori un Sereno Natale!