Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelé, è stato la leggenda del calcio. Con dribbling unico al mondo, precisione nel tiro e nel colpo di testa, Pelé, campione esplosivo, dal fisico minuto, snello, eppure fortissimo, aveva una “visione di gioco che gli permetteva ogni volta di celebrare due partite insieme, contemporaneamente, una al servizio dell’altra: la sua e quella della squadra, cioè il Santos in maglia bianca oppure il meraviglioso Brasile” (Repubblica). 

Se ne è andato dopo una lunga sofferenza, il 29 dicembre, all’età di 82 anni. 

Conosciuto come O Rei (IL Re), divenne “IL Calciatore del secolo” per la FIFA, ricevendo dalla Federazione il Pallone d’oro per ben due volte. 

Unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni del campionato mondiale di calcio, raggiunse il record di aver segnato 757 reti in 816 gare ufficiali, tanto da divenire “patrimonio storico-sportivo dell’umanità”. 

Da piccolo, era così povero che giocava con una palla fatta di stracci, poi, a 15 anni, entrò nella squadra del Santos. 

La sua leggenda iniziò col Mondiale del 1958, per proseguire con quello del 1962, sino a raggiungere cifre stellari di goal, di tripudio, di gloria. 

Si ritirò nel 1977, dopo aver giocato per ben 22 anni, e realizzato 1.281 gol. 

Dal 2014 era ricoverato in un ospedale per calcoli renali e dopo aver subito diverse operazioni per il tumore al colon, ci ha lasciati ieri notte. 

Da tempo, era uscito dal mondo per entrare nella Leggenda.