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Il paesino di Lützerath, in Germania, sta occupando le prime pagine dei giornali di tutto il mondo in quanto teatro di una maxi occupazione da parte di un numeroso gruppo di ambientalisti. La ragione della protesta è la prevista espansione della locale miniera di carbone. Espansione che prevede la demolizione del paese per creare spazio per le cave. 

L’occupazione sta andando avanti da mesi ma negli scorsi giorni un massiccio intervento di agenti di polizia ha portato all’arresto della maggior parte dei manifestanti, ma la fine dell’occupazione sembra ancora lontana. Potrebbero volerci mesi prima di riuscire a liberare il paese. Gli attivisti si sono nascosti nelle cave e costruito case sugli alberi. Domani, 14 gennaio, ci sarà una manifestazione alla quale parteciperà anche Greta Thunberg, la cui presenza darà ulteriore visibilità all’evento.

La miniera di Garzweiler è ricca di lignite, un tipo di carbone particolarmente inquinante, ed è attiva dal 1961. Negli anni, per permetterne l’espansione, almeno una ventina di villaggi sono stati distrutti e sembrava che Lützerath non sarebbe stata un’eccezione. I pochi abitanti rimasti avevano infatti abbandonato le loro case nel 2017.

La Germania fa ancora molto affidamento sull’energia prodotta dal carbone, nonostante i numerosi obiettivi ecologici che il paese si è posto negli anni. Tante miniere sono ancora aperte, e con la crisi del gas russo l’impiego di energie non rinnovabili e altamente inquinanti sembra inevitabile. Persino i Verdi non difendono la causa degli ambientalisti di Lützerath in quanto la situazione attuale è già frutto di trattative che il partito ecologista ha stretto con la società energetica RWE. Secondo l’accordo, la RWE può espandersi a Lützerath a patto di abbandonare l’idea di distruggere altri cinque villaggi della zona. 

I gruppi ambientalisti però fanno valere le proprie ragioni, sostenendo che l’espansione della miniera non è necessaria e che causerebbe invece il taglio di numerosi alberi e una immissione di anidride carbonica pari a 280 milioni di tonnellate.